Si moltiplicano i casi di beneficenza di Chiara Ferragni su cui la magistratura vuole fare chiarezza. Tutto è cominciato col pandoro Balocco, poi le uova di Pasqua di Dolci Preziosi. Ora c’è la bambola Trudi. Lo rivela La Verità, secondo cui la procura di Milano e la Guardia di Finanza avrebbero acceso i riflettori anche sull’iniziativa del 2019. All’epoca la bambola da 34 centimetri, una Trudi-Limited Edition che recentemente ha visto scendere il suo prezzo di vendita da 34,99 a 24,99 euro, venne presentata come un’edizione limitata, i cui profitti erano destinati a Stomp out bullying, organizzazione no profit per combattere il cyberbullismo, che si occupa di lotta all’omofobia e alla discriminazione. «Un argomento molto vicino al mio cuore», dichiarò l’influencer. La bambola venne originariamente creata in occasione del matrimonio col rapper Fedez, poi appunto fu presa la decisione di creare una edizione limitata in vendita su The Blonde Salad, e-commerce dell’imprenditrice digitale.



Dopo la pubblicazione della notizia, Tbs Crew srl, società controllata da Chiara Ferragni, ha diffuso una nota in cui precisa che «i ricavi derivanti dalle vendite di tale bambola avvenute tramite l’e-commerce The Blonde Salad, al netto delle commissioni di vendita pagate da Tbs al provider esterno che gestiva la piattaforma e-commerce, sono stati donati all’associazione Stomp Out Bullying nel luglio 2019». La società specifica anche che l’impegno a favore dell’associazione ha riguardato «come dichiarato nei materiali di comunicazione – esclusivamente le vendite delle bambole fatte sul canale e-commerce diretto e non anche su altri canali gestiti da terzi».



CHIARA FERRAGNI, BENEFICENZA NEL MIRINO: DUBBI ANCHE SUL CACHET DI SANREMO

I pm di Milano, secondo La Verità, vogliono verificare il modo in cui è stata realmente effettuata la beneficenza. Il giornale aggiunge che lunedì il procuratore aggiunto Eugenio Fusco potrebbe iscrivere Chiara Ferragni nel registro degli indagati e chi ha lavorato agli altri due progetti, pandoro e uova di Pasqua. Nel frattempo, non vengono trascurati altri possibili casi, come quello del cachet di Sanremo 2023, visto che l’influencer annunciò di voler devolvere il suo compenso per la conduzione (100mila euro) all’associazione Di.Re. (Donne in Rete contro la violenza).



Il caso pandoro Balocco, dunque, ha avviato una serie di eventi a catena. A partire dall’apertura del fascicolo da parte delle procure di Trento, Cuneo, Prato e Milano. Le prime non ipotizzano reati, invece quella del capoluogo lombardo dal 19 dicembre ha delegato le indagini alla Guardia di Finanza e non si esclude, spiega il Corriere della Sera, che possa scattare un’inchiesta per frode in commercio. Il nucleo di polizia economico-finanziaria di Milano sta acquisendo le carte raccolte dall’Antitrust, da cui Chiara Ferragni ha ricevuto una maxi multa da oltre un milione di euro.