Chiara Ferragni e la testimonianza choc di un’ex dipendente: la ricostruzione
È stato pubblicato da poco Il Vaso di Pandoro, il libro di Selvaggia Lucarelli dedicato all’inchiesta che ha colpito Chiara Ferragni per il ‘pandoro gate’. Tra i capitoli ce n’è uno dedicato alle testimonianze delle ex dipendenti della società dell’imprenditrice, che hanno rilasciato dichiarazioni scioccanti sulle condizioni di lavoro al servizio della Ferragni. La giornalista Charlotte Matteini, con un video pubblicato su Instagram e ricondiviso dalla stessa Lucarelli su X, si è soffermata sulla questione parlando della testimonianza di una ragazza in particolare, raccontata nel libro.
“La ragazza, che chiameremo Giulia, è una ragazza che è entrata in stage e ha lavorato per il sito di The Blonde Salad dal 2019 al 2022 – spiega la Matteini, sottolineando anche come la Ferragni non sapesse nulla della gestione della sua società, affidata invece al braccio destro Fabio Maria Damato, né i nomi dei suoi dipendenti. La testimonianza prosegue così: “Giulia racconta di essere entrata in TBS Crew nel gennaio 2019 con uno stage da 300 euro al mese, a Milano, e ha lavorato per un anno per 8 ore al giorno, extra ed eventi compresi. Lo stage non era formativo perché nessuno l’ha mai formata, lei lavorava e basta“.
L’ex dipendente di Chiara Ferragni: “Quando rimasi incinta…“
La ex dipendente, riassume la Matteini, avrebbe poi ricevuto una proposta dall’azienda: “Allo scadere dell’anno, a Giulia viene proposta un’assunzione, un contratto di collaborazione in Partita iva a 1500 euro al mese. Giulia però racconta che era di fatto una dipendente e che, anche se andava in ferie e l’azienda gliele pagava lo stesso, in realtà lavorava con Partita iva e aveva tutti gli obblighi di una dipendente, ma non le tutele”. Poi la svolta: “Quando è rimasta incinta ha lavorato fino alla data del termine e poi loro le avrebbero detto: ‘Tu continua a fatturarci la stessa cifra, se poi ogni tanto c’è bisogno di fare qualcosa ti scriveremo’. Ma dopo il parto Fabio Maria Damato inizia a darle dei compiti anche al di fuori delle sue mansioni. Perché ovviamente, essendo un contratto a Partita iva, lei non aveva le tutele che spettano di solito alla maternità delle dipendenti”.
La giornalista riassume poi che, a tre mesi dal parto della ragazza “arriva però la grande proposta: l’assunzione come manager editoriale del sito a 1600 euro al mese, ma senza rimborso spese. Lei tentenna e chiede del tempo per pensarci, ma neanche dopo 12 ore la proposta viene ritirata e le dicono che deve parlare con Fabio Maria Damato“. La Matteini, a seguire, legge uno stralcio della testimonianza della ragazza: “Lo chiamo e gli chiedo: ‘Perché la proposta per me non è più valida?’. Fabio mi risponde che nelle mie condizioni dove pensavo di andare? Avrei dovuto accettare subito, mi disse: ‘C’è la guerra, c’è il covid, fai un lavoro in via di estinzione, hai anche appena partorito, cosa pensavi di trovare di meglio?“. L’ex dipendente, alla fine, ha deciso di licenziarsi e ha cambiato posto di lavoro.