Il docu-film su Chiara Ferragni divide la critica. C’è chi lo stronca e chi invece approva “Unposted”. Tra questi ultimi c’è Barbara Palombelli, che ha scritto una lettera a Dagospia per prendere le difese dell’influencer. La giornalista e conduttrice ha spiegato di averlo visto mercoledì insieme a tanti giornalisti e lo consiglia a tutti coloro che si occupano di comunicazione. «Le interviste all’interno del documentario raccontano la realtà della interattività contemporanea meglio di tante alzate di spalle e puzzette sotto i nasetti». E poi rivolgendosi a Roberto D’Agostino: «Instagram e Facebook, Twitter e Whatsapp… non lo devo dire a te che sei un maestro, hanno sostituito la fredda pagina di carta». La Palombelli fa un interessante parallelismo. «Il meccanismo tecnologico che oggi ti fa interagire con Chiara Ferragni e con tutti gli influencer è simbolicamente affine alla rivoluzione che affidava ai feuilleton dell’Ottocento francese il compito di rendere popolare la lettura dei giornali». Da qui la consapevolezza che il ruolo del giornalista si trasformerà. «Presto avremo – se i colleghi snob accoglieranno la sfida – nuove testate e nuovi operatori della comunicazione presenti h24 dietro le loro pagine web in tutti i settori della comunicazione». E quindi Barbara Palombelli conclude la lettera con un «W Chiara Ferragni!!!». (agg. di Silvana Palazzo)



Chiara Ferragni, “Unposted” stroncato dalla critica

Chiara Ferragni ieri è stata tra le protagoniste assolute della Mostra del Cinema di Venezia, presentando il suo docu-film dal titolo “Unposted”. Il celebre Paolo Mereghetti, critico del Corriere della Sera, ha tracciato i contorni di una recensione non esattamente positiva, votando il progetto della fashion blogger con un sonoro: inclassificabile. “Anche un cieco vedrebbe che ogni immagine, ogni frase, ogni intervista — sua o di un nugolo esagerato di esperti o amici — è stata scelta e concessa perché portasse acqua al mulino della protagonista. Lei non ha mai un capello fuori posto, del «privato» concede solo quello che può aumentare la presa sui suoi devoti seguaci, persino quando sembra lasciarsi andare a qualche riflessione «spontanea» si capisce che recita”, si legge. La recensione del critico prosegue, interrogandosi sul ruolo che avrebbe dovuto svolgere la regista Elisa Amoruso: “Cosa ci sta a fare in questo spot lungo 85 minuti? La Amoruso aveva dimostrato ben altra stoffa con il documentario Fuoristrada. Qui invece non ha mai un dubbio, mai uno sguardo che non sia prono, mai una domanda o una curiosità. Non è cinema, è propaganda, di quelle che pensavamo adatte a Kim Jong-un e non a una Mostra d’Arte Cinematografica”.



Chiara Ferragni incanta sul red carpet di Venezia

“Il mio primo idolo è stato Leonardo DiCaprio, dai tempi di Titanic. Anche nel film si vedono a Cremona, nella mia cameretta, i ritagli di giornale su di lui, i tatuaggi trasferibili… Nel 2013 l’ho visto a Cannes, io e la mia amica ci siamo avvicinate per una foto e un autografo ma non ce l’hanno fatta fare”, questa la prima dichiarazione di Chiara Ferragni durante una intervista rilasciata dopo il suo arrivo a Venezia. Poi ha incantato il red carpet, indossando un abito lungo nero Dior (creato dalla stilista Maria Grazia Chiuri, presente anche lei al Lido) pieno di strass luccicanti. La profonda scollatura e la gonna ampia in voile, lasciavano libera schiena nuda con i capelli sciolti appoggiati sulla spalla destra. Al suo fianco, oltre all’inseparabile Fedez, anche le sorelle Valentina e Francesca. Il film è stato presentato in esclusiva ieri sera, mentre nelle sale arriverà il 17, 18 e 19 settembre: “I biglietti stanno andando a ruba”, ha confermato soddisfatto Paolo Del Brocco di Rai Cinema. In autunno approderà pure sulla piattaforma Amazon Prime Video.

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