Emergono nuovi elementi nel caso di Chiara Ferragni e del processo per truffa aggravata che dovrà affrontare per le vicende Pandoro-gate e Uova di Pasqua griffate. Secondo quanto raccontato da un’impiegata della Balocco agli investigatori, riporta ANSA, sarebbe stato il team dell’imprenditrice digitale a introdurre la beneficenza e a decidere le “risposte ai consumatori” nonostante l’avvertimento della Onlus “I Bambini delle fate” sul messaggio ritenuto ingannevole a fare da traino all’iniziativa.
La dipendente dell’azienda dolciaria (la cui presidente e ad, Alessandra Balocco, è stata rinviata a giudizio con la stessa accusa insieme all’ex manager di Chiara Ferragni, Fabio Damato, e a Francesco Cannillo, rappresentante della Dolci Preziosi) avrebbe fornito tale versione alla Guardia di Finanza di Milano.
Chiara Ferragni e il caso Pandoro Pink Christmas, in una mail i sospetti prima dello scandalo
Correva l’anno 2022 e, riporta ANSA, un membro dell’agenzia di comunicazione operante per Balocco avrebbe inviato una mail all’azienda dolciaria, sentendosi in dovere di “attenzionare” i vertici sulla presunta condotta scorretta del team dell’influencer nel “cavalcare” il tema della beneficenza a proprio esclusivo vantaggio, pur non essendo quello il nodo centrale dell’iniziativa Pandoro Pink Christmas e della campagna di promozione annessa.
Il contenuto è agli atti dell‘inchiesta per truffa aggravata che vede indagati Chiara Ferragni, Alessandra Balocco, Fabio Damato e Francesco Cannillo ed è parte integrante delle carte del processo che si aprirà il prossimo 23 settembre. Ma ci sarebbe di più. Sempre secondo quanto ricostruito dall’ANSA, nel corso di uno scambio di mail interno alla Balocco, l’ad oggi indagata con l’influencer avrebbe sottolineato che Ferragni e team si sarebbero atribuiti “meriti che non hanno”.