Il 22 gennaio 1920 nasceva Chiara Lubich (Silvia in origine), una delle donne protagoniste della Chiesa Cattolica nel Novecento e non solo per aver fondato L’Opera di Maria, più nota come il Movimento dei Focolari: «Vivere secondo la Buona Novella, scatenare nel mondo la rivoluzione evangelica è sinonimo di scatenare anche la più potente rivoluzione sociale» era una delle frasi più famose e ripetute dalla fondatrice dei Focolarini per la quale è già in corso la causa dei beatificazione. Morta a Rocca di Papa il 14 marzo del 2008, da Papa Giovanni Paolo II a Benedetto XVII fino a Francesco, l’amore della Chiesa e dei Pontefici per questa straordinaria donna di fede non è mai venuto meno: il carisma dell’unità e il messaggio di costante dialogo fanno di Chiara Lubich una sorta di “antesignana” del Pontificato di Bergoglio. Ne è un “minimo” esempio la scelta di recente di affidare a Francesca Di Giovanni, anche lei cresciuta nel “focolare” di Chiara Lubich, il primo ruolo di sottosegretario del Papa per una donna.



CHIARA LUBICH, LA LETTERA DI PAPA WOJTYLA

Come scrive oggi sul Sussidiario Monica Mondo, l’anniversario dai 100 anni della nascita di Chiara Lubich diventa «occasione per un invito alla fraternità, alla comunione, vissuto in prima persona da questa donna coraggiosa e tenace in mille viaggi in ogni parte del mondo, senza lasciarsi fermare da nessuna differenza tra gli uomini, convinta della figliolanza comune di tutti dal Padre». Coetanea di Papa Giovanni II, proprio nel rapporto e nel confronto con il Santo Padre polacco si sviluppa e cresce il carisma dei Focolarini: dopo i tragici fatti in Ungheria nel 1956 – ovvero la rivoluzione repressa nel sangue dalla dittatura dell’Urss – Chiara Lubich raccolse l’appello di papa Pio XII, che chiedeva «che il nome di Dio ritornasse nelle piazze, nelle case, nelle fabbriche, nelle scuole», fece così nascere i Volontari di Dio, laici che si impegnano a vivere in modo radicale la spiritualità evangelica dell’unità. Nel 1990 quel movimento venne approvato definitamente da Papa Giovanni Paolo II che in una splendida lettera del 2002 scriveva così per l’Assemblea Generale dell’Opera di Maria: «apprezzo l’Opera di Maria per il valido contributo che offre nel perseguimento stesso del suo fine specifico, cioè la promozione della comunione mediante la ricerca e la pratica del dialogo, sia all’interno della Chiesa cattolica, che con le altre Chiese e comunità ecclesiali, come pure con le diverse religioni e con i non credenti».



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