Chiara Montini, nipote di Papa Paolo VI (Giovanni Battista Montini), è intervenuta nel corso della trasmissione televisiva di Rai Uno “A sua immagine” andata in onda quest’oggi, sabato 29 maggio 2021, e condotta da Lorena Bianchetti. Durante il suo intervento, precedentemente registrato, la donna ha rivelato come fosse avere uno zio divenuto pontefice, indicando alcune caratteristiche della sua personalità che fino a questo momento non erano emerse del tutto.



Quando Chiara Montini emise il suo primo vagito, suo zio, fratello di suo padre, era l’arcivescovo di Milano e non lesinava attenzioni ai suoi parenti, come ha ricordato l’intervistata: “Ad agosto stavamo insieme per dieci giorni. Era una persona che amava fare le passeggiate e condurre per mano i più piccoli, raccontando storielle, facendo da guida. Era molto disponibile nei nostri confronti. Ci faceva i castelli di carta, ci regalava cose stranissime: un anno a Milano siamo andati in Arcivescovado e siamo tornati a casa con una pecorella bianca”.



CHIARA MONTINI, NIPOTE DI PAPA PAOLO VI: “ERA RIFLESSIVO E CI VOLEVA MOLTO BENE”

Papa Paolo VI è stato il vescovo di Roma numero 262 della storia ed è rimasto in carica dal 21 giugno 1963 al 6 agosto 1978, giorno della sua dipartita. Dal 20 dicembre 2012 divenne venerabile, dopo che Benedetto XVI ne riconobbe le virtù eroiche, mentre Papa Francesco lo proclamò dapprima Beato (19 ottobre 2014) e poi Santo (14 ottobre 2018). Sua nipote, Chiara Montini, ha smentito di fronte alle telecamere di “A sua immagine” il detto “Paolo sesto Papa mesto”: “Era un uomo riflessivo, si interessava delle amicizie, della scuola. Faceva battute di continuo, erano davvero esilaranti. Per me, anche se non c’è più, diventa ogni giorno più presente e mi affido a lui, chiedendogli di darmi un pizzico della sua Fede”. La donna ha concluso dicendo che, quando Giovanni Battista Montini fu proclamato Papa, tutti in famiglia compresero all’istante che la loro esistenza sarebbe stata del tutto stravolta da quel preciso momento in avanti, in quanto “lo zio non era quasi più lo zio: era diventato il padre dell’umanità”.

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