La criminologa Roberta Bruzzone è intervenuta – come ogni giorno fa, nel ruolo di opinionista esperta – durante la diretta di Ore 14 per commentare il terribile caso di Chiara Petrolini: la 22enne accusata di aver partorito, ucciso e seppellito i suoi due neonati nel giardino dell’abitazione in cui viveva con i genitori; il tutto (parrebbe, ma le indagini sono ancora in corso) senza dire nulla nessuno a partire da madre e padre, per arrivare fino all’ex fidanzato che in queste settimane ha sempre continuato a dirsi estraneo all’accaduto, offrendosi anche di battezzare e seppellire i corpicini dei piccoli che hanno visto la luce per pochissime ore, o forse minuti.



Il punto di partenza dell’intervento di Roberta Bruzzone è legato all’intervista fatta alla catechista che per anni ha seguito Chiara Petrolini e che ne ha parlato come di una ragazza “carina, dolce [che] mi aiutato tanto con i ragazzi” al punto da mostrare un sincero interesse verso gli altri al punto da scegliere di studiare “scienze dell’educazione”: una versione di Chiara che secondo la criminologa potrebbe ascriversi alla sua volontà di “farsi apprezzare dagli altri” e che è venuta automaticamente meno davanti all’idea di doversi “curare dei bambini propri” in un contesto complesso come l’assenza di un marito al suo fianco, di entrate fisse mensili e di una famiglia cristallizzata.



Roberta Buzzone: “Chiara Petrolini si fingeva premurosa per riceve attenzioni senza critiche”

“Il fatto che venga descritta come brava nel gestire ad accudire i bambini degli altri – continua a ragionare Roberta Bruzzone parlando sempre di Chiara Petrolini -, non necessariamente nasconde un interesse genuino nei bambini, né suoi, né degli altri” e potrebbe essere stato vissuto dalla ragazza come un semplice “palcoscenico da cui [poteva] ottenere attenzioni senza venir criticata“: un comportamento – spiega – tipico del profilo del “narcisista covert” che per sua natura cerca rassicurazioni sfruttando alcuni espedienti – appunto il palcoscenico citato prima – “per far vedere la propria parte benevola ed altruista di sé”, evitando le critiche di chi li circonda.



Poco più avanti, il discorso passa alla richiesta della Procura del carcere per Chiara Petrolini in attesa del giudizio definitivo che – sempre secondo Roberta Bruzzone – è del tutto “legittima” dato che “il rischio di reiterazione non [sarebbe] gestito adeguatamente in un contesto domiciliare” in cui a controllare la giovane sarebbero gli stessi “genitori che non mi pare siano state figure garanti nei 18 mesi in cui ha portato avanti due gravidanze”.

Il punto – continua e conclude Roberta Bruzzone – è che seppur “noi ci focalizziamo su quello che è riuscita a fare a due neonati”, nessuno è in grado di prevedere “cosa potrebbe fare” dopo aver perso forzatamente “la sua maschera premurosa e [che] vive la vergogna che vede nello sguardo di tutti; la procura – secondo la criminologa – ha capito che non è una che è crollata e ha raccontato tutto quello che poteva raccontare, in lacrime, chiedendo perdono” perché di fatto “qui non c’è neanche pentimento e secondo me non si può escludere che Chiara Petrolini sia pericolosa“.