Dopo quasi due mesi di completo raccoglimento attorno ad una vicenda che risulta (a dir poco) difficile da digerire, l’ex fidanzato di Chiara Petrolini – che preferisce essere chiamato solamente con il nome, Samuel – ha rotto il silenzio rilasciando una brevissima dichiarazione per mezzo della sua legale Monica Moschioni, raccolta dalla Gazzetta di Parma: un messaggio che vuole essere un modo per prendere le distanze dall’accaduto, sottolineando che lui con la tristissima vicenda di Traversetolo non c’entra – e non è mai c’entrato – assolutamente nulla.
Allo stato attuale le indagini su Chiara Petrolini procedono piuttosto spedite e dovrebbero portare ad un formale processo con l’accusa di duplice infanticidio dato che la Procura è riuscita a ricostruire che la ragazza 21enne avrebbe nascosto a tutti – incluso l’ex Samuel – le sue due gravidanze (capitate a distanza di circa un anno e mezzo l’una dall’altra) per poi disfarsi dei neonati una volta messi al mondo, seppellendoli – infine – nel cortile della villa in cui vive con la sua famiglia.
L’ex fidanzato di Chiara Petrolini: “Sono frastornato, ma sarei disposto a riconoscere i bambini”
Dal conto suo, l’ex fidanzato di Chiara Petrolini ci tiene – sempre per mezzo della sua legale – a mettere in chiaro che “molti aspetti” della vicenda sono arrivati alle sue orecchie grazie “alla stampa” dato che allo stato attuale “non abbiamo ancora ricevuto una copia dell’ordinanza” di custodia cautelare nei confronti della 21enne; mentre ci tiene anche a sottolineare che lui in tutta questa terribile vicenda altro non è che “parte offesa” a differenza di quanto ricostruito da alcuni organi di stampa che “lo hanno dipinto in maniera sbagliata, alludendo a chissà quali colpe”.
Samule precisa anche di sentirsi “frastornato” al punto da non riuscire neppure più a riconoscere la Chiara Petrolini che aveva conosciuto diversi anni fa: “Mi sembra di essere finito in un film terribile” ed ora la cosa più importante – chiedendo a tutti “un po’ di pace” e tranquillità – è riuscire ad “elaborare le [mie] emozioni e fare chiarezza”; mentre pensando al futuro si dice disposto – ferma una prova concreta della paternità – a “riconoscere i miei bambini. Vorrei dagli un nome e organizzare una cerimonia“.