Chiara Poggi aveva 26 anni quando, il 13 agosto 2007, fu uccisa brutalmente nella villetta della sua famiglia a Garlasco, in provincia di Pavia. Il caso è uno dei più famosi della cronaca nera italiana, complici le intricate indagini che portarono il fidanzato Alberto Stasi a processo e poi in carcere con una condanna definitiva a 16 anni di reclusione.



Classe 1981, Chiara Poggi era la figlia maggiore di Rita Preda e Giuseppe Poggi e viveva con loro e con il fratello Marco nella bella casa di via Pascoli in cui, nel fiore della sua esistenza, avrebbe trovato la morte in modo atroce. Chiara Poggi si era laureata in Economia e Commercio e lavorava come impiegata ed era fidanzata da tempo con Alberto Stasi, laureando alla Bocconi all’epoca dei fatti.



Chi è Chiara Poggi e come è stata uccisa, la ricostruzione del delitto di Garlasco

Chiara Poggi fu uccisa la mattina del 13 agosto 2007 quando il resto della sua famiglia si trovava fuori per una breve vacanza. La 26enne fu aggredita con ferocia mentre era ancora in pigiama, a una manciata di giorni dal Ferragosto. Il corpo senza vita sulle scale che portavano alla taverna. Il killer le aveva inferto diversi colpi alla testa con un oggetto contundente che non sarebbe stato mai ritrovato, forse un martello. Intorno, nessun segno di effrazione. Chiara Poggi, probabilmente, conosceva il suo assassino.



A trovare il cadavere fu proprio il fidanzato Alberto Stasi, da subito dichiaratosi estraneo alla morte della ragazza. Il suo profilo finì nel cono dei sospetti anzitutto per le condizioni delle sue scarpe, perfettamente pulite nonostante una scena del crimine costellata di sangue. Fu il giovane ad allertare le forze dell’ordine, sostenendo di essersi preoccupato per l’assenza di risposte della fidanzata e di averla trovata riversa a terra una volta giunto a casa sua.

Chi ha ucciso Chiara Poggi

Secondo la giustizia italiana, a uccidere Chiara Poggi fu proprio il fidanzato, Alberto Stasi sarebbe stato l’ultima persona a vederla in vita e la prima a trovare il corpo, per gli inquirenti l’unico a poter agire ai danni della ragazza e il solo a conoscenza del fatto che fosse da sola in casa e che quindi potesse muoversi indisturbato sulla scena del crimine.

Alberto Stasi fu arrestato un mese dopo l’omicidio di Chiara Poggi. 4 giorni più tardi, però, il gip ne dispose la scarcerazione per insufficienza di prove. Tuttavia restò il principale indiziato, finì a processo e il 12 dicembre 2015 fu condannato in via definitiva a 16 anni di reclusione. L’ex bocconiano si è sempre detto innocente. L’iter giudiziario che lo vide protagonista registrò diversi colpi di scena: assolto in primo e secondo grado con rito abbreviato, fu sottoposto ad appello bis su ordine della Cassazione. Infine la condanna che lo portò nuovamente in cella a scontare una pena che, ancora oggi, ritiene ingiusta.