Chiara Poggi è stata uccisa il 13 agosto 2007 nella sua villetta della provincia di Pavia, dove viveva con la madre, Rita Preda, il padre, Giuseppe Poggi, e il fratello minore Marco. Quella mattina si trovava sola nella villetta di via Pascoli diventata poi teatro di quello che è passato alle cronache come il delitto di Garlasco.
Per l’omicidio di Chiara Poggi un solo imputato e un solo condannato: Alberto Stasi, allora suo fidanzato, ritenuto colpevole in via definitiva e destinatario di una pena a 16 anni di carcere. La morte di Chiara Poggi è stata al centro di un iter processuale lungo circa 8 anni, concluso con la sentenza di Cassazione del 2015 a carico di Stasi. Chiara Poggi sarebbe stata colpita con un oggetto contundente alla testa, forse un martello, ma l’arma del delitto non sarebbe stata mai trovata. Il corpo della 26enne è stato trovato riverso lungo le scale della cantina della villetta di famiglia dopo l’allarme lanciato da Alberto Stasi, da sempre dichiaratosi innocente.
Chi era Chiara Poggi protagonista del delitto di Garlasco: la storia prima dell’omicidio
Nata nel 1981, Chiara Poggi era la figlia maggiore di Rita Preda e Giuseppe Poggi e insieme ai genitori e al fratello minore, Marco Poggi, viveva nella villetta di via Pascoli a Garlasco in cui nel 2007 avrebbe trovato la morte. Laurea in Economia e Commercio a Pavia e un presente da impiegata, Chiara Poggi aveva una relazione stabile con Alberto Stasi, all’epoca dei fatti 24enne e studente laureando alla Bocconi. La sua storia è dipinta come quella di una ragazza solare ma senza eccessi, immersa in una vita senza macchie vissuta nel segno dell’amore per la famiglia, per il suo Alberto e per gli studi.
Quel 13 agosto 2007, quando la famiglia si trovava fuori casa per una breve vacanza in occasione del Ferragosto, l’orrore si è materializzato nella sua esistenza consegnando il suo nome all’atroce cronaca del delitto di Garlasco. Un omicidio brutale per cui, nel 2015, il fidanzato Alberto Stasi è stato condannato a 16 anni di reclusione in via definitiva dopo un iter giudiziario che lo aveva visto assolto.
L’omicidio di Chiara Poggi a Garlasco e la condanna ad Alberto Stasi
Il delitto di Garlasco è datato 13 agosto 2007. Quel giorno, in una mattina d’estate a pochi passi dal Ferragosto, Chiara Poggi è stata uccisa. Secondo quanto ricostruito in sede investigativa e processuale, la 26enne sarebbe stata assassinata brutalmente dal fidanzato, Alberto Stasi, colpita violentemente alla testa con un corpo contundente mai ritrovato. Forse un martello. Il cadavere di Chiara Poggi è stato ritrovato riverso sulle scale della cantina di via Pascoli e l’allarme a soccorritori e forze dell’ordine è stato lanciato proprio dal suo fidanzato.
Alberto Stasi sarebbe stato arrestato un mese dopo l’efferato omicidio di Chiara Poggi, nel settembre 2007, ma il gip non avrebbe convalidato il fermo per insufficienza di prove e ne avrebbe disposto la scarcerazione 4 giorni più tardi. Il fuoco delle indagini, però, non si sarebbe mai spento intorno al suo profilo e, il 12 dicembre 2015, a suo carico è stata emessa una sentenza di condanna definitiva a 16 anni di carcere. Alle spalle un percorso processuale in cui non sono mancati colpi di scena. Stasi, che si è sempre detto estraneo alla morte di Chiara Poggi, era stato assolto con rito abbreviato – in primo grado e in appello – ma nel 2013 la Cassazione avrebbe annullato con rinvio degli atti a un nuovo giudizio di appello. Nel 2014, questa seconda fase si è chiusa con la condanna a 24 anni poi ridotta a 16 per via dell’abbreviato. Un risultato confermato in via definitiva nel 2015.