Il generale Luciano Garfoano è intervenuto durante la diretta di Iceberg Lombardia per commentare le ultimissime novità sul delitto di Garlasco e sull’ipotesi che Alberto Stasi potrebbe essere innocente – sostituito nell’omicidio di Chiara Poggi da Andrea Sempio -, oppure potrebbe aver agito con il supporto dell’altro indagato (per così dire) ‘incastrato’ da una singola traccia di DNA trovata sotto alle unghie della vittima: un punto di vista – quello del generale – a dir poco privilegiato, visto che oltre ad essere stato al comando dei RIS di Parma all’epoca del delitto di Garlasco, fu anche consulente di parte quando emerse il DNA di Andrea Sempio per la prima volta nel 2016 portando all’archiviazione della sua posizione.
Patendo dal principio, il generale Garofano ci tiene a mettere fin da subito in chiaro che attualmente – stando al solo DNA – “nulla è cambiato dal punto di vista scientifico dato che quel materiale genetico non è cambiato dalle precedenti analisi” sul delitto di Garlasco, al punto che personalmente ritiene questa nuova interpretazione sull’omicidio di Chiara Poggi “forzata. Stando ai soli elementi raccolti all’epoca e alle sentenze – sottolinea ancora – a mio avviso non ci sono dubbi su Stasi e non ci sono altri responsabili da ricercare sull’autore dell’omicidio di Chiara Poggi”.
Il generale Garofano sul delitto di Garlasco: “Il revisionismo senza elementi certi mi lascia perplesso”
Allargando il suo sguardo per comprendere nell’analisi anche l’impronta delle scarpe ricavata sulla scena del delitto di Garlasco, il generale Garofano precisa che quella originale “sia stata una misurazione rigorosa che oggi non può essere ribaltata”, per poi tornare al DNA e precisare che “quando sento parlare di ignoto 1 e ignoto 2 a partire da quel DNA frammentario e parziale che è stato ricavato dalla seconda analisi, nessuno dei due può corrispondere ad un possibile profilo completo” in grado di “portare all’identificazione di un soggetto”, rendendole – di fatto – tracce del tutto inutili.
“Non definiamo – suggerisce ancora Garofano – incertezze aspetti che sono stati vagliati da tre processi di merito e due di cassazione” che hanno portato alla condanna per il delitto di Garlasco, sostenendo che a suo avviso si tratterebbe “ancora una volta” di quella singolare “tendenza a voler riaprire a tutti i costi alcuni casi, puntando su elementi che sono stati definiti indiscutibili anche senza elementi nuovi”: tutte le suggestioni su questo o quell’altro elemento dell’omicidio di Chiara Poggi – tra capelli, scontrini e quant’altro – secondo il generale “mi lasciano veramente perplesso”, ricordando che se fossero stati elementi importanti “li avrebbe valutati la corte“.
Chiudendo – infine – sul DNA di Andrea Sempio, il generale Garofano ricorda che attualmente non ci sarebbe nessuna “nuova tecnica” di analisi, ma solamente “nuove modalità di interpretare un profilo”, fermo restando che in ogni caso “la traccia resta la stessa” ed esattamente come all’epoca “per essere potersi considerare interpretabile deve rispettare certe caratteristiche che attualmente non sono soddisfatte e non possono portare ad un’esclusione o inclusione” di un soggetto: “Secondo me – conclude – quella di cui parliamo è un’interpretazione azzardata e forzata perché (..) il risultato non può cambiare”.