Gli imprenditori che si lamentano del reddito di cittadinanza sono gli stessi che non assumerebbero i percettori del sussidio per le scarse competenze: così Chiara Saraceno a In onda. La sociologa, alla guida della Commissione per riformare lo strumento bandiera del M5s, ha spiegato: «Che stipendio danno, se pensiamo che la media di reddito di cittadinanza che prende una famiglia di tre persone è di 500-600 euro? In tre persone devono vivere con quei soldi. Il singolo giovane che non vorrebbe lavorare avrebbe 200 euro. Non è realistico che non voglia lavorare o prendere uno stipendio, vuol dire che gli danno troppo poco».
Nel corso del suo intervento, Chiara Saraceno ha acceso i riflettori sulle difficoltà nell’immissione nel mercato del lavoro dei percettori del Rdc: «La gran parte dei percettori del reddito di cittadinanza ha bassissima istruzione e bassissime competenze. Quelli che potrebbero lavorare hanno bassissime qualifiche, quindi quelli che si lamento che non trovano lavoratori non assumerebbero queste persone. Stanno raccontando una storia per giustifica i salari bassi che non ha alcuna evidenza empirica».
CHIARA SARACENO: “AVVIAMENTO AL LAVORO PROBLEMA SERIO”
Chiara Saraceno ha invocato investimenti nella formazione di chi riceve i sussidi, ma si tratta di un processo lungo e faticoso: «Quando l’imprenditore del Veneto cerca operai specializzati e dà la colpa al reddito di cittadinanza, è perché quei percettori non hanno competenze o specializzazioni. Il problema dell’avviamento al lavoro è molto serio, molto grave, ma richiede anche un grande investimento in formazione e tirocini: non sono persone immediatamente immettibili nel mercato del lavoro con salari decenti, che garantiscono loro di sopravvivere senza reddito di cittadinanza».