Lo scorso 23 aprile la città di Chiavari venne sconvolta da un omicidio brutale avvenuto in un parcheggio di un supermercato, con l’orafo ex collaboratore di giustizia Orazio Pino che venne freddato con un singolo colpo d’arma da fuoco alla testa. Ecco, stamane la Polizia di Stato di Genova ha annunciato di aver prodotto l’arresto del presunto autore dell’efferato delitto al termine di una indagine dai tempi record: un 50enne – secondo Repubblica Genova si chiamerebbe Sergio Tiscornia – su richiesta del gip è stato fermato e posto in custodia cautelare nel carcere di Marassi, a Genova. È accusato di omicidio volontario aggravato ma, a differenza di quanto si poteva ritenere quando si è scoperto che l’orafo vittima era stato tempo fa collaboratore di giustizia, la mafia non sembra c’entrare con l’omicidio di Chiavari: «le attività investigative svolte con l’ausilio di attività tecniche, supportate dall’analisi capillare delle telecamere cittadine ubicate in Chiavari e dintorni, nonché dalle risultanze degli accertamenti operati dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica, hanno consentito di appurare la responsabilità del 50enne per ragioni di natura sentimentale ed economica», spiega l’ordinanza emessa dal gip e il report della Polizia Mobile.
PRESO IL KILLER DI PINO, MA LA MAFIA NON SEMBRA C’ENTRARE
L’uomo arrestato pare infatti fosse il fidanzato dell’amante di Orazio Pino: secondo Repubblica Genova, nei mesi scorsi la donna aveva accusato lo stesso orafo di aver rubato alcuni gioielli dalla società di compra-oro che avevano aperto assieme. Ebbene, l’ex socia lo aveva denunciato ma poi il tutto era stato archiviato in un nulla di fatto: in seguito, spiega il Secolo XIX, la stessa donna avrebbe chiesto dei soldi per il mantenimento della figlia avuta, secondo lei, proprio dall’ex collaboratore poi freddato il 23 aprile scorso. Ora si viene a ipotizzare che il nuovo compagno della donna potrebbe aver commesso materialmente l’omicidio: non vi sono invece novità su eventuali coinvolgimenti nelle indagini dell’ex amante di Pino ma nella conferenza stampa in tarda mattinata il magistrato potrà spiegar più nel dettaglio l’intera vicenda. Quello che sembra certo è che non sarebbe stato un motivo di vendetta maturato in ambito di Mafia, bensì un motivo economico-passionale ancora tutto da verificare e proseguire nell’indagine prima dell’eventuale, quasi certo, processo.