Joe Zawinul, Lyle Mays, ora anche Chick Corea è morto. Insieme a Herbie Hancock e, in parte Keith Jarrett, sono stati i pianisti artefici di quella rivoluzione musicale avviata dalla svolta elettrica di Miles Davis e poi sfociata nella fusion, odiatissima dalla critica incartapecorita che mal vedeva il jazz invaso da elettronica e contaminazioni. Corea, come gli altri, aveva sempre mostrato attenzione per le più svariate strade musicali, spaziando da forme tradizionali, al jazz elettrico permeato da forti accenti etnici, alla musica classica e al free.
Assai poco personaggio, riservato e disponibile al tempo stesso, pur essendo sempre impegnatissimo in nuovi progetti, mai ha dato l’impressione del troppo presente, facendo sì che ogni sua apparizione, ogni suo tour, fosse un evento.
Plasmato da Miles Davis, iniziò la sua frequentazione con le tastiere cimentandosi al piano Fender, fino a diventare uno degli alfieri della fusion, genere che fece avvicinare tantissimi giovani amanti del rock a quella nuova musica che nel jazz e nella musica etnica affondava le radici. I Return to Forever insieme ai Weather Report, alla Mahavishnu Orchestra di John McLaughlin e al Pat Metheny Group rimangono fra i gruppi più importanti e più amati di quell’irripetibile periodo. Ognuno di questi grandi gruppi era riuscito a elaborare uno stile e una musicalità inconfondibile dispiegando a piene mani il “nuovo jazz” alle nuove generazioni. Una rivoluzione, se vogliamo, della quale ha beneficiato tutto il mondo della musica. Basti pensare in Italia a Pino Daniele.
Una musica muscolare, sfavillante, che colpiva e affascinava, ricca di commistioni con la musica centro americana e il flamenco quella dei Return To Forever. Corea seppe pescare fra giovani talenti, mettendo subito in mostra capacità di leader, chiamando accanto a sé musicisti del calibro di Stanley Clark, Lenny White oltre al diciannovenne Al Di Meola che soppiantò il primo chitarrista Bill Connors.
Eleganza, pulizia delle linee melodiche, vasto uso di ritmi sudamericani, armonie legate ai moduli stilistici del flamenco, ne delineano lo stile al piano, fortemente influenzato da Bud Powell, Bill Evans e McCoy Tyner.
Nato il 12 giugno 1941 a Chelsea (Massachusetts) Armando Antony “Chick” Corea, si avvicina al jazz grazie al padre, originario della Calabria, trombettista dixieland. All’età di quattro anni la famiglia lo inizia allo studio del piano. L’ascolto del be bop e la frequentazione della batteria intorno agli otto anni ne influenzeranno lo stile pianistico, affinato dalle lezioni impartitegli da un concertista classico. Trasferitosi a New York frequentò per pochi mesi la prestigiosa Juilliard School, preferendo cimentarsi nei concerti. In breve tempo collabora con il percussionista cubano Mongo Santamaria (una delle sue più forti influenze), Willie Bobo, Blue Mitchell, Herbie Mann, and Stan Getz. L’esordio è nel 1966 con Tones for Joan’s Bones contenente quattro lunghe composizioni, di cui tre a sua firma, gli saranno accanto musicisti del calibro di Woody Shaw, Steve Swallow, Joe Farrell e Joe Chambers. Dal 1968 al 1970 è al fianco di Miles Davis che lo convince a utilizzare il piano Fender in Filles de Kilimanjaro, In a Silent Way, Bitches Brew e Miles Davis at the Fillmore. Nella band di Miles Davis incontra il contrabbassista Dave Holland che diventerà suo compagno di viaggio nei Circle, gruppo free jazz che formerà insieme a Antony Braxton e Barry Atschul. E’ l’inizio di una sfavillante carriera che lo porterà ad essere uno dei più acclamati musicisti jazz, ben 23 i Grammy vinti.
Negli anni settanta aderisce a Scientology di Ron Hubbard una scelta che influenzerà e non poco la sua attività artistica
Nel 1972 improvviso cambio stilistico, forma i Return To Forever con i quali si avvicina alla musica brasiliana coinvolgendo la cantante Flora Purim, Airto Moreira, Joe Farrell e il giovanissimo Stanley Clarke con i quali incide il raffinato Light as a Feather. Colpito dall’avvento della Mahavishnu Orchestra, decide un’inversione stilistica montando una formazione muscolare che potesse eguagliare la potenza di suono di quella band , accanto a Clarke, entrano nel gruppo Bill Connors e il batterista Lenny White.
Da quel momento Corea diventa un alfiere della musica fusion alternandola al jazz più tradizionale, dando vita tra gli altri, ad un acclamato duo con il vibrafonista Gary Burton, oltre ad uno strepitoso quartetto con Michael Brecker, Miroslav Vitous e Roy Haynes nel tributo a Thelonious Monk. E’ il sacro fuoco del grande musicista che con curiosità ed eguale rigore esplora, jazz, free, musica classica, flamenco, elettronica, Mozart, Monk, Scarlatti. Una vita piena di musica, l’amicizia e la collaborazione con Paco de Lucia, che gli permetterà di dare sfogo alla sua passione per il flamenco, il duo con Herbie Hancock, quella meraviglia di album Three Quartets, realizzato nel 1981 con Michael Brecker e la lussuosa ritmica composta da Steve Gadd e Eddie Gomez
Sono gli anni del grande successo e delle grandi platee; nel 1985 decide di formare quello che è forse il suo gruppo più amato The Elektric Band una autentica e scoppiettante macchina ritmica formata da giovani virtuosi quali il batterista Dave Weckl, il bassista John Patitucci, Scott Henderson e Carlos Rios alle chitarra. Con Light Years, pubblicato nel 1987 entrano in formazione Frank Gambale alla chitarra e Eric Marienthal al sax. Specie dal vivo la band darà il meglio di se conquistando anche i palati più facili, grazie a manierismi e plateale esibizione di tecnica. Corea decise così di allestire una versione acustica, il Chick Corea Akoustic Band utilizzando Weckl e Patitucci che si rivelerà grande contrabbassista. Le due band elettriche verranno comunque riproposte negli anni successivi con alcun riuscite reunion. A fine anni novanta Chick Corea è in tour con un quintetto all stars che include Kenny Garrett e Wallace Rooney.
Nel 1993 partecipa all’album Che Dio ti benedica di Pino Daniele, viene registrata Sicily una composizione del pianista con i testi di Daniele. Il risultato, è a dir poco sorprendente, il tocco e la poetica di Chick Corea si fondo magistralmente con la voce dell’artista napoletano.
Nel 1997 è la volta di Like Minds di Pat Metheny, sarà l’occasione di suonare con suoi vecchi compagni di viaggio come Gary Burton, Dave Holland e Roy Haynes.
Dal 2000 Corea, dedica molta attenzione ai suoi nuovi cd dedicati al piano acustico incidendo fra gli altri Solo Piano: Standards seguito da Originals, Past, Present & Futures. Nel 2006 eccolo di nuovo in trio con Super Trio con una ritmica di eccezione: Steve Gadd e Christian McBride. Nel 2008 quarto episodio della collaborazione con Gary Burton con l’uscita di The New Cristal Silence, ennesima conferma dello straordinario interplay creatosi con il vibrafonista. Nello stesso anno inaspettata e decisa sterzata stilistica. Corea a distanza di circa quaranta anni da Bitches Brew decide di suonare nuovamente con John McLaughlin, incidendo Five Peace Band:Live, insieme a McBride, Kenny Garrett e Vinnie Colaiuta alla batteria. All’incisione, partecipa in un brano Herbie Hancock.
Vengono ripubblicati tutti gli album dei Return to Forever in vista del reunion tour della storica band come testimoniato dal live Returns, seguito dall’ennesimo trio live che questa volta lo vede insieme a Stanley Clarke e Lenny White. Sempre in trio una nuova sfida con Eddie Gomez e Paul Motian musicisti che avevano fatto parte, seppure in tempi diversi del trio di Bill Evans come testimoniato dall’album Further Explorations. Nel 2012 nuova contaminazione con The Continents Concerto for Jazz Quintet and Chamber Orchestra uscito per la Deutsche Grammophone . Dopo Hot House ennesimo capitolo scritto insieme a Burton forma la band The Vigil con McBride, Marcus Gilmore alla batteria, Tim Garland sax e Charles Altura alla chitarra.
Nel 2016 è la volta del grande tour per l’anniversario del suo settantacinquesimo compleanno che verrà festeggiato al Blue Note di New York insieme a tanti ospiti, fra i tanti: John McLaughlin , Herbie Hancock , Wynton Marsalis , Stanley Clarke,Bobby McFerrin. Durante l’estate si esibisce in Italia, nella data a Umbria Jazz, riproporrà Sicily omaggiando Pino Daniele.
Nel 2019 è la volta di Antidote della The Spanish Heart Band, nel quale, oltre ad inediti, rivisita brani pubblicati in My Spanish Heart del 1976. Gli saranno accanto alcuni componenti della band del leggendario Paco De Lucia quali il sassofonista Jorge Pardo, il chitarrista Niño Josele, Rubens Blades, oltre a musicisti cubani. E’ il suo novantanovesimo album al quale seguirà quella che è la sua ultima pubblicazione Trilogy con Cristian McBride e Brian Blade.
La morte avvenuta il 9 febbraio è giunta repentina, causa una rara e virulenta forma di cancro. Toccante il messaggio che lo stesso musicista ha voluto lasciare ed apparso sulla sua pagina Internet: Desidero ringraziare tutti coloro che lungo il mio viaggio hanno contribuito a mantenere vivo il fuoco della musica. La mia speranza è che coloro che hanno l’istinto di suonare, scrivere, esibirsi o altro, lo facciano. Se non per se stessi, allora per tutti gli altri. Non è questione solo che il mondo ha bisogno di più artisti, ma anche molto di gioia. E (voglio dire) ai miei fantastici amici musicisti che sono stati come una famiglia per me da quando li conosco: è stata una benedizione e un onore imparare e suonare con tutti voi.
Un altro grande del jazz ci lascia, la sua musica, i suoi album resteranno a memoria delle future generazioni, lui che da tantissimi anni è uno dei massimi riferimenti per qualsiasi pianista jazz e non solo.