Andrea Bocelli, insieme a sua moglie Veronica, ha fatto visita a Chico Forti nel carcere Dade Correctional Institution di Florida City, negli Stati Uniti. Il tenore ha postato sui social una foto in compagnia dell’italiano, condannato all’ergastolo nel 2000 per la morte di Dale Pike, avvenuta nel 1998. Il cantante ha scritto: “Carissimo Chico, speriamo e preghiamo che tu possa presto riabbracciare tua madre e tornare nella tua terra natale. Ti aspettiamo, tutta l’Italia ti aspetta”. Forti è in carcere dal 2000 per scontare ergastolo per l’omicidio per il quale si è sempre dichiarato innocente.



Nel messaggio pubblicato da Bocelli, si legge: “Poche ore fa, in occasione del suo 63esimo compleanno, abbiamo incontrato Chico Forti. È stato un incontro che resterà per sempre nella nostra memoria e nei nostri cuori. Volevamo dargli fiducia e positività, ma alla fine sono state le sue parole di cura che sono andate oltre le barriere con la forza di una coscienza e di un’anima pulite e libere. Carissimo Chico, speriamo e preghiamo che tu possa presto riabbracciare tua madre e tornare nella tua terra natale. Ti aspettiamo, tutta l’Italia ti aspetta! Andrea e Veronica”.



Chico Forti in carcere dal 2000: la storia

Chico Forti è in carcere per essere il presunto assassino di Dale Pike, la cui morte è avvenuta il 15 febbraio 1998. Dale era il figlio di Anthony Pike, dal quale Forti stava acquistando il Pikes Hotel, a Ibiza. Il giovane venne trovato assassinato sulla spiaggia di Sewer Beach a Miami e la colpa ricadde subito su Chico: secondo gli inquirenti, infatti, l’italiano avrebbe avuto intenzione di truffare i Pike. Nel 2000 l’imprenditore venne condannato all’ergastolo senza la possibilità di liberazione condizionale. Chico Forti ha sempre dichiarato di essere vittima di un errore giudiziario e la stessa cosa credono gran parte degli esperti in Italia.



Il 23 dicembre 2020 il governatore della Florida, Ron De Santis, ha firmato un atto per il trasferimento di Chico in Italia, in base alla Convenzione di Strasburgo del 1983. La firma di tale atto è avvenuta anche grazie anche all’interessamento del ministro Luigi Di Maio e della Farnesina. La procedura di estradizione non è ancora conclusa: Chico, dunque, è ancora negli Stati Uniti, in attesa di tornare in Italia, dove riabbraccerà la madre.