Enrico “Chico” Forti è in carcere negli Stati Uniti da oltre 20 anni. Ex produttore televisivo e velista, è stato condannato all’ergastolo senza condizionale per l’omicidio di Dale Pike, figlio del noto albergatore Tony Pike ritrovato senza vita su una spiaggia dell’isola di Virginia Key, a Miami, nel 1998. Un delitto per cui si è sempre professato innocente. La sentenza a suo carico è stata emessa nel 2000 e da allora è in cella, nella speranza di poter essere rimpatriato per scontare il resto della pena in Italia. Un orizzonte che 2 anni fa, nel dicembre 2020, attraverso l’annuncio a tutto schermo dell’allora ministro degli Esteri Luigi Di Maio era apparso prossimo a tradursi in realtà, ma mai realizzato. Del rientro di Chico Forti in Italia, ad oggi, non c’è ombra.
La trasmissione Le Iene, con Gaston Zama, è tornata sul caso per cercare di risolvere l’interrogativo numero uno dopo quello che Di Maio aveva dipinto come “un bel regalo di Natale per la famiglia“, l’annunciato trasferimento: che fine ha fatto Chico Forti a seguito di quelle dichiarazioni entusiaste davanti alle telecamere? Il possibile ritorno “a breve” in patria non si è verificato e il programma di Italia 1 ha provato a dare una risposta sul perché.
Perché Chico Forti non è tornato in Italia? Il caso torna a Le Iene
Perché Chico Forti non è stato trasferito in Italia dopo l’annuncio di una possibile svolta, con il suo rientro approvato dal governatore della Florida, fatto da Luigi Di Maio? Il ritorno, grazie alla Convenzione di Strasburgo, non è mai avvenuto a 2 anni dalla clamorosa notizia data dall’allora titolare della Farnesina, e Chico Forti continua a stare in carcere negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike. Tanti, riporta Le Iene, si sono chiesti che fine abbia fatto il detenuto in questo lasso di tempo, e Gaston Zama ha provato a capire per quale motivo non si sia ancora passati alla fase del trasferimento.
“Si è trattato del primo passo in avanti nella vicenda Forti dopo oltre 20 anni – aveva detto Di Maio nel 2020 –, frutto di un impegno corale, spesso sottotraccia, della diplomazia italiana“. Chico Forti però è ancora in attesa di rimpatrio, nonostante sia stato effettivamente trasferito in un altro penitenziario statunitense riservato ai detenuti che aspettano di rientrare nel loro Paese d’origine. Oggi Chico Forti, sulla base del ricollocamento che dovrebbe avere natura temporanea in vista del ritorno in Italia, si trova in una sezione “per la gente che sta per essere rimandata in patria“, come lui stesso ha raccontato ai microfoni del programma. “Sono fortunatamente in compagnia di un cane, che è diventato il mio migliore amico, il mio compagno inseparabile. Mi aiuta moltissimo a rimanere positivo perché sono passati due anni da quando è stata firmata l’autorizzazione dal governatore“. Chico Forti ha affermato di “non voler puntare il dito contro nessuno” per il mancato trasferimento: “In tutta onestà, penso che Luigi Di Maio abbia fatto il possibile, purtroppo ci sono stati tanti ostacoli imprevisti al di là di quello che forse lui poteva raggiungere“. In buona sostanza, secondo quanto sottolineato dal magistrato Lorenzo Matassa – che sul caso ha scritto un libro – a Le Iene, una “piena” volontà politica di concludere il trasferimento.