Come si è evoluta la vicenda di Chico Forti, l’italiano condannato all’ergastolo in America? Nonostante l’emergenza Coronavirus in tanti hanno continuato a chiedere informazioni sul suo conto e sicuramente l’emergenza sanitaria provocata dalla pandemia ha reso più difficile potersi mettere in contatto con lui. Le Iene però sono comunque riuscite a scambiare alcuni messaggi nei quali Chico ha rassicurato sull’attuale situazione in carcere: “Mi aspettavo peggio”, commenta. A Gaston Zama ha raccontato quali sono le misure adottate in prigione per contrastare la diffusione del Covid-19: “Ci sono le misure preventive, per esempio la distanza di sicurezza. Limitano i posti a sedere nella mensa e hanno ridotto l’affollamento dei dormitori”, ha spiegato Forti. E purtroppo ha rivelato anche la sospensione delle visite in carcere, come accaduto in Italia: “Per il mese di marzo avevo delle visite che erano state organizzate e purtroppo le persone hanno dovuto cancellarle”. Quindi ha spiegato anche di riuscire ancora a comunicare con gli avvocati, “ma capisco che adesso è tutto in stand-by. So che i politici che si sono impegnati a riportarmi a casa, credo stiano mantenendo la loro parola, o almeno il tentativo”, ha chiosato. Clicca qui per il video (Aggiornamento di Emanuela Longo)
“Sono certo che Luigi Di Maio non mi ha dimenticato”
La vicenda di Chico Forti torna protagonista nella puntata de Le Iene. Dopo alcuni mesi, l’inviato Gaston Zama si mette in contatto telefonicamente con Chico Forti, l’imprenditore italiano in carcere in Florida. L’uomo racconta come sta vivendo dalla Florida la situazione dell’Italia colpita dal Coronavirus: “le notizie che riceve dall’Italia sono le notizie che sento nei notiziari americani e poi le mail che ricevo da mia madre, mio fratello e gli amici più cari. E quando pensi al tuo Paese, al Paese dove vuoi tornare, sicuramente sono cose che infliggono dolore”. L’uomo ci tiene poi a inviare un messaggio speciale: “una cosa che ci tengo molto è ringraziare tutte gli operatori del settore: dai medici agli infermieri agli igienisti, alle persone che fanno un lavoro di pulizia dell’ospedale e chi conduce le autoambulanze”. Forti racconta anche come si è organizzata la prigione della Florida per fronteggiare il virus Covid-19: “devo dire che mi aspettavo peggio, ci sono misure preventive, limiti nei posti a sedere nella mensa e hanno ridotto l’affollamento nei dormitori”. Infine un messaggio per Luigi Di Maio: “sono certo che non mi abbia dimentico, ma è comprensibile se l’interesse del mio caso passi in secondo piano. So che i miei politici che si sono impegnati nel riportarmi a casa credo che stiano mantenendo la loro parola”. (aggiornamento di Emanuele Ambrosio)
Chico Forti condannato all’ergastolo negli USA, Luigi Di Maio: “Lo libereremo”
Il caso Chico Forti continua a tenere banco e a tornare in auge ripetutamente, tanto che questa sera a partire dalle 21.10 su Italia 1 “Le Iene” proporranno un nuovo servizio contenente gli ultimi aggiornamenti sulla vicenda del nostro connazionale che si trova da vent’anni all’ergastolo in Florida per l’omicidio di Dale Pike, ma si è sempre dichiarato innocente e vittima di un grave errore giudiziario. Una situazione che ha assunto i contorni del giallo e che viene tenuta sotto controllo dal ministro degli Esteri Luigi Di Maio, il quale, in una recente riunione alla Farnesina, ha sottolineato la necessità di lavorare “con intelligenza” per riportare a casa Chico Forti e restituirgli la libertà. Questo dimostra, sottolineano “Le Iene”, che “nonostante la crisi del Coronavirus, alla Farnesina continuano a lavorare sul caso di Chico, considerato ‘una priorità'”.
CHICO FORTI: DIVERSO DA SILVIA ROMANO?
L’inviato Gaston Zama ha continuato a seguire da vicino la questione e nelle ultime ore c’è stato un ulteriore confronto tra i vertici del ministero degli Esteri e l’avvocato di Chico, Joe Tacopina. Forti, ricordiamo, è detenuto da due decenni presso un carcere di massima sicurezza dello Stato della Florida e continua a inseguire una libertà che, a suo dire, gli è stata ingiustamente strappata. In Italia non mancano gli attestati di solidarietà nei suoi confronti, tanto che in queste ore sui social network si sono levate diverse grida di protesta, tese a sottolineare il differente metro di giudizio adottato dal Governo nella gestione di due casi simili: quello di Chico Forti e quello di Silvia Romano, liberata nei giorni scorsi dopo un anno e mezzo di sequestro e al centro di polemiche inimmaginabili sul web, tanto che la Prefettura teme per la sua incolumità e per quella dei suoi familiari.