Vorrebbe riabbracciare di nuovo la mamma e iniziare ad avere accesso ai benefici di legge: Chico Forti ne parla con il deputato di Fratelli d’Italia Andrea Di Giuseppe, che si è recato in carcere per incontrarlo. Durante il colloquio, che è avvenuto giovedì, ha spiegato di essere più sereno ora che non è detenuto a Miami, ma in Italia, ma ora coltiva il sogno di trascorrere una festa con sua madre, magari Pasqua o Natale, dopo il primo trascorso nel suo Paese dopo gli oltre venti vissuti dietro le sbarre in Usa.
“Il mio pensiero costante va a mia madre“, ha dichiarato l’ex velista condannato per omicidio. Ora in carcere a Montorio si sta rendendo sempre disponibile, ad esempio prova a dare il suo contributo a livello di studio e fitness.
Tra le persone più attive per sbloccare il caso Chico Forti, lavorando per il rientro in Italia, è proprio il deputato di FdI, il quale a Il Tempo rimarca le ombre sulla colpevolezza dell’ex imprenditore, segnalando che anche la famiglia della vittima sostiene che non sia stato lui a uccidere Dale Pike, una circostanza che dovrebbe invitare alla riflessione.
ANDREA DI GIUSEPPE (FDI) SUL CASO CHICO FORTI
Ma Di Giuseppe torna anche sulle polemiche della sinistra dopo l’archiviazione dell’indagine per le presunte minacce a Marco Travaglio, Selvaggia Lucarelli e Aldo Di Giacomo, in particolare sulle presunte richieste a un esponente della criminalità organizzata di mettere a tacere i due giornalisti e il segretario generale del sindacato della polizia penitenziaria. Un caso che si è sgonfiato, appunto, con l’archiviazione dell’inchiesta della procura di Verona.
Ma Avs tira dritto e continua a insinuare dubbi sul caso. Secondo il deputato di FdI, “certi partiti di sinistra“, nel tentativo di attaccare la premier Giorgia Meloni, se la stanno prendendo col detenuto, che quindi “è diventato, suo malgrado, un mezzo per un attacco politico che è semplicemente folle nei metodi e nei contenuti“, soprattutto perché Avs ha sostenuto l’elezione di “una persona che di lavoro occupa case e da martellate“.
Di Giuseppe ha ribadito che le accuse mosse contro Chico Forti sono cadute e auspica che si possa riaprire il processo e che possa ottenere i benefici di legge. “Vorrei ricordare a queste persone che, in Italia, nemmeno Giovanni Brusca, nemmeno chi ha cioè sciolto nell’acido un bambino (Giuseppe Di Matteo, ndr) ha trascorso 25 anni in carcere“, ha concluso il deputato.