Pesantissime ombre sul rientro di Chico Forti in Italia avanzano tra le righe di una nota diffusa poche ore fa da Unarma, l’associazione sindacale dei Carabinieri. Il sindacato ha chiesto chiarimenti al Governo, quindi all’esecutivo targato Giorgia Meloni, in merito al presunto “baratto” tra il detenuto italiano – che fu condannato al carcere a vita negli Stati Uniti per l’omicidio di Dale Pike – e i due giovani studenti americani accusati dell’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega.



L’ipotesi “inquietante”, scrive Unarma, è quella di uno scambio di prigionieri con la conseguenza di uno sconto di pena per Finnegan Lee Elder e Gabriel Natale Hjorth (a processo nel nostro Paese per l’uccisione del carabiniere avvenuta a Roma nel 2019, con sentenza d’appello bis che ha portato a una riduzione della condanna giusto poche settimane fa).



Unarma: Inaccettabile il presunto baratto tra Chico Forti e gli assassini del vicebrigadiere Cerciello Rega”

L’associazione sindacale Carabinieri Unarma, nel comunicato datato 27 luglio e firmato dal segretario generale Antonio Nicolosi, ha espresso “le proprie perplessità riguardo al trattamento riservato a Lee Elder Finnegan e Gabriel Christian Natale Hjorth“, condannati in appello bis rispettivamente a 15 anni e 2 mesi di carcere e a 11 anni e 4 mesi per l’omicidio del vicebrigadiere Mario Cerciello Rega. “Abbiamo volutamente atteso il trascorrere dell’anniversario della morte del nostro collega per rispetto della sua memoria – si legge nella nota –, prima di sollevare nuovamente la questione“. Unarma sottolinea come, già nel 2019, un articolo del quotidiano Il Giornale avrebbe ipotizzato “in tempi non sospetti uno scambio di prigionieri, suggerendo che i due studenti americani avrebbero potuto scontare la loro pena negli Stati Uniti in cambio del rientro in Italia di Chico Forti, condannato all’ergastolo per omicidio negli Stati Uniti“.



Un presunto “baratto” a tinte politiche che il sindacato dei Carabinieri definisce “inaccettabile”. “Oggi – prosegue la nota – Gabriel Christian Natale Hjorth potrà scontare gli arresti domiciliari in una casa a Fregene e non possiamo escludere, in un futuro prossimo, il trasferimento in USA e la liberazione dei due assassini. Non vogliamo credere che il rientro in Italia di Chico Forti, considerato un truffatore e un omicida negli Stati Uniti, sia stato barattato, per oscure convenienze politiche, con il sangue versato da un servitore dello Stato“. L’associazione sindacale conclude con una richiesta di chiarimenti alle istituzioni italiane: “Chiediamo al Governo di fare chiarezza su questa vicenda e di smentire qualsiasi ipotesi di scambio di prigionieri che possa macchiare la memoria di un valoroso servitore dello Stato. Non fateci vergognare di essere uomini dello Stato“.