Il nome di Chico Forti, l’ex velista italiano condannato in America all’ergastolo per omicidio, è tornato alla ribalta delle cronache in queste ore a seguito di una vicenda in merito ad una indagine aperta dalla procura di Verona.
Come precisato dal Corriere della Sera attraverso il proprio sito web, nonché altri siti di informazione nazionali, un detenuto del carcere di Montorio, l’istituto penitenziario dove appunto è rinchiuso Chico Forti da qualche settimana, ha svelato che l’ex surfista gli avrebbe chiesto di poter contattare qualche criminale, precisamente degli esponenti della ‘ndrangheta, per mettere a tacere Marco Travaglio e Selvaggia Lucarelli, entrambi firme di spicco de Il Fatto Quotidiano (che con Chico Forti non sono mai stati troppo “leggeri”), oltre ad una terza persona. In cambio del favore il condannato trentino avrebbe promesso al detenuto un aiuto in futuro una volta che avrebbe riacquistato la libertà.
CHICO FORTI, APERTA INDAGINE A VERONA: COSA SAPPIAMO
Una vicenda che appare per certi versi surreale ma su cui la procura di Verona intende vederci chiaro, e a confermare il tutto è stato Raffaele Tito, capo procuratore scaligero che ha appunto spiegato dell’esistenza di una indagine, e che istituzioni e protagonisti sono già stati avvertiti. “Per noi naturalmente non è una fesseria ma non aggiungo altro”, conclude Tito al Corriere della Sera. A svelare l’esistenza di questa indagine sarebbe stata una persona del carcere di Verona con cui i carcerati spesso si confidano, che a sua volta avrebbe avvertito Marco Travaglio, preoccupato da quanto fosse emerso.
Evidentemente saranno state contattate anche le autorità e la procura avrebbe già sentito tre testimoni, fra cui anche un altro detenuto che avrebbe assistito al presunto incontro fra Chico Forti e l’altro condannato incaricato di contattare degli ‘ndranghetisti. Attenzione, Chico Forti non è indagato, visto che il fascicolo è stato aperto contro ignoti, anche perché non è stato individuato alcun reato; non è comunque da escludere una svolta nelle prossime ore e per il Corriere della Sera potrebbe ipotizzarsi il reato di istigazione a delinquere.
CHICO FORTI E L’ACCOGLIENZA DE IL FATTO: “BENVENUTO ASSASSINO”
Il Corriere della Sera ha ricordato come, quando Chico Forti tornò in Italia un mese fa, Il Fatto Quotidiano titolò “Benvenuto assassino”, un titolo che creò non poche polemiche anche a livello politico, visto che furono molti fra gli esponenti del centrodestra che puntarono il dito verso lo stesso giornale, per una disparità di trattamento verso Ilaria Salis (che comunque non è condannata per omicidio), da sempre appoggiata invece dalla sinistra e da Il Fatto.
Travaglio e Lucarelli avevano manifestato le proprie perplessità lo scorso 19 maggio in particolare per l’accoglienza riservata a Chico Forti, con il presidente del consiglio, Giorgia Meloni che era andata ad incontrare di persona il detenuto all’aeroporto. Nell’occasione i due giornalisti de Il Fatto avevano ricordato che l’ex surfista fosse a tutti gli effetti “un assassino anche per la giustizia italiana”.