Caro direttore,
Andrea Aziani è stato un uomo che ha portato ovunque la sua passione per la vita che Cristo gli ha donato incontrandolo e lasciandosi prendere dal suo affetto. È per questo, perché in lui Cristo è una presenza a cui era legato con tutto se stesso, che mons. Lino Panizza, vescovo emerito di Lima-Carabayllo, ha avviato nel febbraio del 2016 la causa di beatificazione ascoltando la voce del popolo che al suo funerale chiedeva ad alta voce: “Santo subito!”.



Ho conosciuto Andrea sui campi di calcio dell’oratorio di San Gaetano ad Abbiategrasso e ho potuto essergli vicino negli anni 70: non avrei mai immaginato di essere vicino ad un santo, di partecipare ad una storia così grande, ma Andrea in quegli anni mi colpiva per il suo entusiasmo. In ogni cosa che faceva era avanti metri e metri, la sua passione lo spingeva a cercare sempre qualcosa di nuovo e io mi trovavo ad inseguirlo. Io lo facevo volentieri perché aveva una voglia di vivere tutto che io non avevo, ma che mi attirava. Ad Abbiategrasso Andrea è stato il perno dell’esperienza di caritativa nell’ex Convento dell’Annunciata, dove aiutava i figli degli immigrati a fare i compiti. In quell’esperienza vi è già un tratto indelebile della sua personalità, la carità, il darsi totalmente ad ogni altro.



Ciò che in Andrea è unico, e segno della sua santità, è l’origine di tanta dedizione all’altro. Essa non gli veniva da una sua particolare bontà, né da un’inclinazione all’impegno sociale. La carità di Andrea nasceva da un incontro, quello avvenuto con don Luigi Giussani una sera del 1972, su una macchina assieme al suo caro amico Giuseppe. È perché si è sentito guardato con un affetto totale che Andrea guardava ogni persona in modo totale, dandosi totalmente a lei.

Andrea è un “santo” perché, vivendo totalmente per Cristo e in Lui abbracciando tutta la realtà, in Lui Cristo viveva e con lui Cristo è arrivato e arriva ad una infinità di persone.



Da Abbiategrasso Andrea Aziani è partito per servire la presenza di Comunione e Liberazione a Siena, a Firenze e in Perù. È andato non dove desiderava andare, ma dove Cristo lo ha chiamato con la voce rauca di don Giussani e il suo deciso e libero sì. E dovunque lui, servendo CL, ha servito e fatto crescere la Chiesa. In Andrea l’amore alla Chiesa è stato grande, un amore appassionato, una dedizione senza limiti. Ciò che ha fatto in Perù contribuendo alla nascita e al consolidamento dell’Università Sedes Sapientiae è un grande esempio di amore alla Chiesa come concretamente si manifesta.

Oggi far memoria di Andrea è per me prendere sul serio ciò che Dio mi chiede. Questa è la memoria, non un’agiografia, ma sentire la sua voce che mi dice “Gianni, rispondi a ciò che Dio chiede a te oggi, lo chiede solo a te!”. Memoria è Andrea che ti invita non a seguire lui, ma a rispondere a Gesù in modo concreto e puntuale come lui ha sempre fatto. E come ci ha insegnato, la vocazione per ognuno è sempre unica.

Questa sera alle ore 21 nella sala di Via Sant’Antonio 5 a Milano, a cura del Centro Culturale di Milano vi sarà la presentazione del libro Andrea Aziani. Febbre di vita (Itaca, 2023). Interverranno mons. Giovanni Paccosi, vescovo di San Miniato, responsabile per l’America Latina della Fraternità di CL; Francesco Cassese, responsabile della Fraternità di CL per la Diocesi di Milano; mons. padre Lino Panizza Richero, vescovo emerito di Lima-Carabayllo; Gian Corrado Peluso, insegnante. Coordina Davide Perillo, giornalista.

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