«Abbiamo sbagliato»: le parole molto nette del Primate d’Inghilterra, l’arcivescovo di Canterbury Justin Welby, dopo la dura inchiesta tv della Bbc dal titolo eloquente «È razzista la Chiesa?»» Dopo gli ultimi mesi passati con la frequente crescita dei movimenti pro-BLM (Black Lives Matter) e della “cancel culture”, il nodo “razzismo” entra direttamente a gamba tesa nella Chiesa d’Inghilterra con storie choccanti e testimonianze riprovevoli.



L’inchiesta apparsa nella serie “Panorama” racconta di un uomo di colore lavoratore per la Chiesa che riceve una foto di una banana con la propria testa sovrapposta, «sei un Bananaman»; quando però ha protestato presso il dipartimento delle risorse umane della Chiesa Uk, si è sentito rispondere «non è razzismo» e ha pure dovuto firmare una lettera nel quale giurava di non parlare di quell’episodio. I racconti – oggi svelati da Avvenire – sono di questo calibro ma anche peggio: «molti altri hanno subito insulti e discriminazioni e sono stati costretti ad andarsene, ricevendo solo somme modeste come compensazione in cambio della promessa di non raccontare nulla di quanto successo».



LE AMMISSIONI DEI VERTICI DELLA CHIESA UK

Alto caso il pastore di origini brasiliane, tal Peterson Faital, che per anni si è sentito dire di essere “troppo brasiliano” nel suo lavoro di missione pastorale: anche qui, invitato ad andarsene, quando si è rivolto alle autorità ecclesiastiche per lamentare il tutto, ha dovuto rimanere in silenzio perché «non potrai mai dimostrare gli abusi subiti». Il docu sulla Chiesa “razzista” è sulla bocca di tutti in Regno Unito, con una “sentenza” già scritta nel titolo stesso della serie: l’ultima testimonianza raccontata nei giorni scorsi riguarda una donna, Elizabeth Henry, alla quale la Chiesa d’Inghilterra aveva affidato proprio il compito di combattere il razzismo strisciante nelle comunità locali. Si è dimessa dopo 7 anni, «impossibile fare progressi».



Le repliche delle autorità anglicane si sono fatte sentire, a partire dal primate Welby «chiediamo scusa, la Chiesa d’Inghilterra è ancora, istituzionalmente, profondamente razzista. Provo vergogna». Con lui anche l’arcivescovo di York, Stephen Cottrell, entrambi collaboratori del programma per far luce sui casi di razzismo nella Chiesa inglese: «Le storie che abbiamo sentito sono scioccanti e non c’è dubbio che la Chiesa abbia fallito nei confronti nei nostri fratelli e delle nostre sorelle che appartengono alle minoranze etniche». In un comunicato finale a dimostrazione del fallimento dei “cambiamenti” richiesti da anni nella comunità anglicana, l’arcivescovo Cottrell aggiunge «Spero che arriveremo al punto di combattere il razzismo con più consapevolezza e che questo comporterà maggiore partecipazione ad ogni livello della Chiesa, così che possiamo arrivare al mutamento auspicato».