Chiesa Cattolica condannata a risarcire un uomo che nel 1971 subì abusi da un prete. È quanto accaduto in Australia, con una sentenza storica per il Paese: si tratta infatti della prima di questo genere. Come spiega ‘ABC.Net’, l’uomo ha citato in giudizio la Chiesa dopo aver rivelato di aver subito abusi sessuali nel 1971 da un prete, Padre Bryan Coffey. Nel 1999 il religioso fu condannato a tre anni dal Tribunale della Contea di Ballarat per abusi sessuali su vari bambini, con sospensione della pena. Il prete è morto nel 2013.
L’uomo che lo ha di recente denunciato ha rivelato di essere stato abusato due volte nel 1971, in casa dei suoi genitori a Port Fairy. La vittima, che allora aveva solo cinque anni, ha chiesto il risarcimento dei danni, del mancato guadagno, delle spese mediche, del danno esemplare e del danno aggravato legato alla posizione del sacerdote nella comunità. L’uomo ha avuto una vita difficile, riportando conseguenze psicologiche piuttosto gravi, quali forme depressive. Pare che la vittima abbia deciso di denunciare il fatto dopo aver letto su un giornale un annuncio di alcuni avvocati di Canberra: da lì sono emersi tutti i suoi ricordi.
Chiesa Cattolica condannata: la storica sentenza
Il giudice Forrest ha risarcito l’uomo con 200mila dollari, ritenendo anche la Chiesa Cattolica responsabile per i danni aggravati. “Non vedo alcun motivo per cui la diocesi non dovrebbe essere responsabile indirettamente per un tale risarcimento, dato che si riferisce direttamente alla condotta di Coffey ed è di natura compensativa” ha dichiarato il Giudice. Si tratta di una sentenza storica in Australia. L’avvocato Sangeeta Sharmin, che lavora per Ken Cush & Associates a Canberra, ha affermato: “La sentenza segna per la prima volta in Australia una decisione che esercita l’attribuzione di responsabilità a un vescovo per gli atti del suo sacerdote o viceprete predatore”.
Oltre al risarcimento di 200mila dollari, il giudice Forrest ha deciso di assegnare alla vittima di violenza ulteriori 20mila dollari per danni aggravati e 10mila per future spese mediche. Un risarcimento che non darà all’uomo la capacità di cancellare quanto accaduto ma che certamente potrà finalmente restituire dignità al suo dolore.