La Chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora a Istanbul ora è la moschea Kariye. Ad annunciarlo, come riportato da Ansa, è stato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan nel corso di una conferenza stampa in cui è stata annunciata l’imminente riapertura dopo i lunghi lavori di restauro. 

Il timore tuttavia è che diventi un luogo di culto esclusivo per i musulmani. Sarebbe un peccato, dato che la chiesa del quattordicesimo secolo è cornice di una serie di mosaici e affreschi di ampio prestigio. Tra questi il Cristo Pantocratore, una raffigurazione di Gesù in gloria tipica dell’arte bizantina. Il rischio è che questo genere di espressioni artistiche possano essere censurato. Erdogan in tal senso non si è sbilanciato più di tanto. “La moschea di Kariye è pronta alla riapertura nella sua nuova veste. Sarà una moschea e sarà aperta a tutti”, ha affermato. Alla conferenza c’era anche il premier greco Kyriakos Mitsotakis, con cui i rapporti sono tesi.



Il discorso di Erdogan

In questa occasione il presidente Recep Tayyip Erdogan, oltre a discutere del futuro della Chiesa ortodossa di San Salvatore in Chora a Istanbul, ha parlato anche della situazione politica in Medio Oriente. È tornato in tal senso a puntare il dito contro Israele. “Hamas è un’organizzazione che resiste contro l’occupazione illegale di territori e per proteggere la propria gente”, ha affermato.



Inoltre, ha rivelato che alcuni membri stanno ricevendo delle cure in Turchia dopo avere subito delle ferite nel corso dei combattimenti a Gaza. Ci sarebbe stato persino un incontro tra il capo dei servizi segreti turchi, Ibrahim Kalin, e il capo del politburo di Hamas, Ismail Haniyeh. Infine, l’elogio per i negoziati che potrebbero essere avviati a breve, ma a senso unico. “Hamas ha compiuto un passo davvero fondamentale verso un cessate il fuoco permanente. La risposta dell’amministrazione di Benjamin Netanyahu, tuttavia, è stata quella di attaccare gli innocenti di Rafah”.

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