L’APPELLO DEL CARDINALE DUKA (ARCIVESCOVO EMERITO DI PRAGA) PER UNA CHIESA PIÙ CORAGGIOSA CONTRO OGNI DITTATURA MONDIALE

Il cardinale Dominik Duka non è solo l’arcivescovo emerito di Praga, figura di recente molto discussa in Repubblica Ceca per aver cercato di smascherare – con una postfazione firmata in un libro – il tentativo di presunto golpe contro l’ex Presidente ceco Milos Zeman, ordito dall’attuale Premier Petr Fiala: è una delle figure più importanti della Chiesa Cattolica nell’Est Europa, protagonista nella resistenza contro la dittatura sovietica prima della caduta del Muro di Berlino e profondo conoscitore nonché amico di Vaclav Havel, uno dei più noti dissidenti politici sotto il regime comunista della Cecoslovacchia.



Dalla guerra in Ucraina al difficile rapporto tra Cina e Vaticano, dalle guerre in giro per il mondo fino alle storture della libertà in Occidente: il cardinale Duka in un lungo intervento su “Il Foglio” lancia un appello alla Chiesa Cattolica affinché tramite la diplomazia vaticana si possa reagire con maggior vigore ai tanti soprusi contro la persona e contro i cristiani al giorno d’oggi. «La Chiesa è testimone sia della nostra comune dignità sia della vocazione del singolo all’interno della comunità di persone; al contempo, ci istruisce riguardo alle necessità di giustizia, libertà, sviluppo, relazioni umane e pace», scrive sul quotidiano diretto da Claudio Cerasa il cardinale e arcivescovo emerito di Praga. Nel tentativo di testimoniare sempre il Vangelo, la Chiesa giustamente attua un tipo di diplomazia il più possibile conciliante le varie parti in gioco per provare a ottenere quanto più possibile in difesa della vita umana. Duka fa però riferimento alla necessità che in alcuni momenti storici precisi serve anche all’interno della stessa Chiesa: come già fece Papa Giovanni Paolo II che seppe andare oltre il “normale” silenzio diplomatico, anche oggi occorre far fronte sui tanti soprusi in atto contro la Chiesa e contro la dignità stessa delle persone. Le sfide sono diverse e differenti ma l’esigenza di un’azione più “risoluta” secondo il prelato si fa pressante.



“BASTA SILENZI SULLA CINA, CRISTIANI SOTTO ATTACCO. IN OCCIDENTE SI CERCA DI ESCLUDERE LA PERSONA”. PARLA AL “FOGLIO” IL CARD. DOMINK DUKA

A partire dall’Occidente, dove secondo il Card. Duka è in atto un maligno tentativo di escludere la verità sulla persona umana, occorre agire al più presto imparando la lezione di Vaclav Havel: «l’unico modo per combattere un regime totalitario è per ciascuno di noi avere il coraggio di scegliere di vivere la verità nelle nostre stesse vite, a prescindere dalle conseguenze». Dagli Usa all’Europa, non sono poche le notizie di insegnanti che vengono minacciati per il semplice fatto di aver insegnato la differenza esistente tra l’essere maschio e l’essere femmina, contravvenendo alla “teoria del gender”, o ancora chi viene licenziato per le semplici posizioni in difesa della vita e dell’unicità del matrimonio: secondo il cardinale sempre su “Il Foglio”, i diritti umani anche tra i cristiani vengono calpestati di continuo.



Questo non toglie che le situazioni più gravi, prosegue Duka, avvengano fuori dall’Occidente: dall’Ucraina, dove il Vaticano è impegnato in una difficile missione di pace da mesi ormai nel tentativo di ottenere i negoziati con la Russia, fino agli abusi costanti che i cristiani cinesi sono costretti a subire ogni giorno sotto la dittatura comunista di Pechino. Secondo il Card. Duka «Come il silenzio e la complicità con il regime comunista danneggiarono il mio paese, e facilitarono al governo d’imprigionare i dissidenti, il silenzio della Chiesa di fronte agli abusi dei diritti umani da parte della Cina comunista danneggia i cattolici della Cina». L’invito a reagire non è affatto una volontà “guerrafondaia” per rispondere alle minacce: secondo l’arcivescovo serve recuperare la lezione di Havel da unire alla testimonianza sempre viva del Vangelo: la Chiesa è chiamata a difendere la libertà davanti a dittature e ideologie totalitarie, sebbene diverse dal passato. Per Duka, la diplomazia del Vaticano ad oggi deve «riguadagnare e alzare la propria voce per unirsi a loro nella difesa della persona umana e nella difesa del Vangelo. Ancora una volta, è arrivato il tempo del coraggio».

LA NOTA DI PAPA FRANCESCO DOPO LE STRAGI DI KIEV E GAZA

Nel frattempo questa mattina è dalla Sala Stampa della Santa Sede che giunge un breve ma significativo comunicato di Papa Francesco in risposte alle tremende stragi avvenute nelle ultime ore a Kiev e Gaza: «Il Santo Padre ha appreso con grave dolore le notizie circa gli attacchi contro due centri medici a Kyiv, tra cui il più grande ospedale pediatrico ucraino, nonché contro una scuola a Gaza».

Dopo quanto avvenuto nelle guerre in Ucraina e Medio Oriente, Papa Francesco manifesta il più pieno turbamento per una violenza che non sembra mai fermarsi: «esprimo vicinanza alle vittime e ai feriti innocenti, auspico e prego che si possano presto identificare percorsi concreti che mettano termine ai conflitti in corso».