La chiesa dove morì Elisa Claps diventerà luogo di Fede e speranza
La chiesa che fu teatro del brutale omicidio della diciassettenne Elisa Claps, a Potenza, diventerà un luogo di spiritualità e riflessione. A spiegarlo è monsignor Salvatore Ligorio, arcivescovo di Potenza, Muro Lucano e Marsiconuovo, al Corriere della Sera. Sarà “un’oasi di Fede e di speranza nel cuore del centro storico, monito muto a favore di una gioventù che merita più cura e più attenzione da parte della Chiesa e della società”, spiega l’arcivescovo.
La chiesa della Trinità, dove Elisa Claps morì, fu per anni al centro delle indagini per la scomparsa della giovane ragazza. All’epoca dell’omicidio, fu sottoposta anche al sequestro da parte delle forze dell’ordine, dopo che rinvennero nel sottotetto un bottone rosso. Questo portò gli inquirenti a supporre fosse appartenuto all’abito talare di don Mimì Sabia, ex parroco di quella diocesi. Le indagini pesarono sugli uomini della diocesi, che in parte parteciparono anche al depistaggio degli inquirenti. Ora, invece, la chiesa dove morì Elisa Claps diventerà un luogo di riferimento ed “unità pastorale”, sempre secondo le parole dell’arcivescovo.
Elisa Claps: uccisa e ritrovata dopo 17 anni dalla scomparsa
Del caso di Elisa Claps, morta dentro alla chiesa della Trinità a Potenza, si è parlato ampiamente nel corso del tempo, con un’inchiesta che è durata 17 anni. Tutto è iniziato domenica 12 settembre 1993, quando la giovane sparì. Dalle successive ricostruzioni, la ragazza era stata invitata da Danilo Restivo all’interno della chiesa della Trinità, perché lui voleva darle un regalo. La ragazza non sarebbe mai più uscita da quella chiesa viva. Si persero le sue tracce, mentre Restivo poche ore dopo si presentò in ospedale con una ferita alla mano e gli abiti ricoperti di sangue, affermando di essere caduto.
La chiesa della Trinità, luogo dove morì Elisa Claps, il giorno dopo chiuse per via di alcuni impegni che l’allora parroco, don Mimì Sabia, aveva da tempo programmato. Per un’inefficienza investigativa, Restivo non fu indagato e lasciò il paese per dirigersi in Inghilterra. Nel frattempo, le piste sulla scomparsa di Elisa Claps si rivelavano man mano tutte un buco nell’acqua. Restivo, che si è fatto una nuova vita a Bournemouth, il 12 novembre 2002 miete la sua seconda vittima, Heather Barnett.
Elisa Claps, corpo rimosso dalla Chiesa della Trinità dopo 17 anni
Le indagini in Inghilterra sembrano condurre a Restivo e a casa sua trovano un gran numero di ciocche di capelli, foto di donne scomparse e numerose foto oscene di donne affette da handicap. Anche qui, però, la furbizia di Restivo non permette agli inquirenti di formulare un’accusa basata su prove solide. Tornando a Potenza, la chiesa della Trinità, luogo dell’omicidio di Elisa Claps, passa da don Sabia a don Wagno, che il 17 marzo 2010 rinviene nel sottotetto della canonica un cadavere mummificato, assieme ad un paio di occhiali ovali.
Il corpo di Elisa Claps viene finalmente rimosso dalla chiesa della Trinità, dopo 17 anni dal suo efferato omicidio. Il modus operandi porta a collegare i due omicidi commessi da Restivo, che è attualmente detenuto in Inghilterra. Elisa era stata condotta in soffitta da Danilo Restivo, che avrebbe provato a violentarla, strappandole parte dei vestiti. Alla resistenza della ragazza le ha inflitto 13 coltellate, nascondendo il corpo sotto ad alcuni scarti di materiale conservati nell’angolo del sottotetto.