LA CHIESA E LO SCANDALO DELLA PEDOFILIA
«Questo è il momento della vergogna»: così Papa Francesco commentava lo scorso ottobre 2021 il rapporto choc della commissione indipendente che ha accertato nella Chiesa di Francia – tra il 1950 e il 2020 – quasi 3mila ragazzi vittime di abusi di oltre 3.200 sacerdoti-ecclesiastici. Lo scandalo della pedofilia, soprattutto nell’immaginario comune, rappresenta la problematica più importante che la Chiesa Cattolica si trova di fronte nella modernità.
Papa Benedetto VI e poi Francesco hanno preso il dramma esistente con massima serietà ed efficacia, compiendo azioni, provvedimenti e “indirizzi” come mai fatto prima di loro. Nonostante questo ancora oggi dal Belgio alla Francia, dalla Germania all’Olanda fino ai tanti casi in Sud America e negli Stati Uniti, lo scandalo della pedofilia imperversa e scatena indagini e polemiche a non finire. L’ultimissimo report presentato dalla Diocesi di Monaco ha portato sul banco degli “imputati mediatici” addirittura l’allora Cardinale Ratzinger, accusati di aver coperto almeno 4 casi di preti pedofili nella sua breve permanenza nella Diocesi bavarese. «Falsità e propaganda» è stato il commento dell’entourage del Papa Emerito, con il Vaticano che è sceso subito in difesa di Benedetto XVI ribadendo con forza il progetto riformatore contro gli abusi lanciato proprio da Ratzinger, poi proseguito con determinazione anche da Papa Francesco.
LE BATTAGLIE DI BENEDETTO XVI E FRANCESCO
«L’abuso sui minori è un delitto tremendo. L’abuso commesso sui minori dai chierici è un delitto possibilmente ancora più rivoltante e questo è stato ripetuto dagli ultimi due Papi senza mai stancarsi: grida vendetta al cospetto di Dio che i piccoli subiscano violenza da parte di sacerdoti o religiosi ai quali i genitori li affidano perché siano educati alla fede»: scriveva così Andrea Tornielli, direttore del Dicastero per la Comunicazione nella Santa Sede. Nell’intervista televisiva a “Che tempo che fa” Papa Francesco ripercorrerà il medesimo tracciato nel parlare del problema pedofilia nella Chiesa: da un lato è totalmente inaccettabile che dei bambini, ma comunque qualsivoglia individuo, si ritrovino ad essere vittime di predatori sessuali nascosti dietro l’abito della Chiesa. Il monito di Gesù nel Vangelo resta immutato: «chi scandalizza i piccoli sarebbe meglio che gli fosse legata al collo una macina di pietra, e che fosse gettato in mare». Di contro però non può esserci neanche una condanna a prescindere per il solo fatto che vi siano delle accuse mostrate pubblicamente: Ratzinger già da prefetto della Congregazione per la Dottrina della fede aiutò il papato di San Giovanni Paolo II a prendere netta opposizione al fenomeno imbarazzante degli abusi. La Chiesa di Germania con il suo capo Mons. Baetzing ha chiesto addirittura le scuse di Benedetto XVI, prima ancora che le accuse formulate dalla “commissione indipendente” vengano effettivamente dimostrate. Questo non fa che alimentare le polemiche, come ha notato benissimo il Cardinal Ruini: «Sappiamo tutti quanto abbia fatto Ratzinger da cardinale, poi da Papa e in altro modo da Papa emerito, per eliminare quell’orribile piaga che è la pedofilia dei chierici. Purtroppo in Germania c’è da molti anni, all’interno della Chiesa, una vasta corrente contraria agli orientamenti teologici, pastorali e spirituali del Papa emerito. Un clima del genere contribuisce a rendere possibili accuse che altrimenti faticherebbero a trovare spazio», spiega l’ex presidente dei vescovi italiani. Come ha invece ben ribadito Papa Francesco commentando il report della Chiesa francese, «Desidero esprimere alle vittime la mia tristezza, il mio dolore per i traumi che hanno subito e anche la mia vergogna, la nostra vergogna, la mia vergogna per la troppo lunga incapacità della Chiesa di metterli al centro delle sue preoccupazioni assicurando loro la mia preghiera. E prego, preghiamo insieme tutti: a te Signore la gloria a noi la vergogna. Questo è il momento della vergogna. Incoraggio i vescovi, i superiori religiosi e voi cari fratelli a condividere questo momento e a continuare a compiere tutti gli sforzi affinché drammi simili non si ripetano. Esprimo ai sacerdoti francesi vicinanza e paterno sostegno davanti a questa prova che è dura, ma è salutare»
DRAMMA ABUSI: IL METODO PER RIPARTIRE
Il Cardinal Bassetti, Presidente della CEI di recente ha parlato della pedofilia nei casi emersi in Italia, ravvisando l’importanza di chiarire un metodo anche per affrontare le indagini: «oltre ai dati numerici che sono fondamentali per guardare la realtà con obiettività, pensiamo sia importante impostare un’indagine anche qualitativa che aiuti a determinare, ancora di più e meglio, l’attività di prevenzione e di formazione dei nostri preti e dei laici». Non solo, per il Presidente dei vescovi italiani, le commissioni “indipendenti” come quelle viste in Germania e Francia possono rivelare un effetto boomerang non sempre positivo: «noi vorremmo arrivare a fornire dati ed elementi effettivi e, soprattutto, far emergere la consapevolezza di un cambiamento autentico che ci renda credibili nella nostra vicinanza rispettosa alle vittime, nella loro accoglienza. L’obiettivo è non ripetere errori e omissioni del passato e rendere giustizia agli abusati. Ma giustizia non è giustizialismo, e non si renderebbe un buon servizio né alla comunità ferita né alla Chiesa se si operasse in maniera sbrigativa, tanto per dare dei numeri» ha spiegato il Cardinal Bassetti al “Corriere della Sera”. Il metodo è dunque sempre quello evanvegelico: la massima durezza per colpire una piaga esistente tanto nella Chiesa quanto nel resto del mondo, ma anche la considerazione che un’accusa non può bastare per una parola definitiva sulla condotta di chiunque, compresi preti, vescovi e Papi. Come nota intelligentemente Ruini nella recente intervista al “Foglio”, «la pedofilia è una peste diffusa ovunque, spesso assai più che nella Chiesa. E’ strano dunque che quasi esclusivamente sulla Chiesa si concentri il fuoco mediatico». Il vescovo emerito di Reggio Emilia, Mons. Massimo Camisasca, intervenuto in difesa di Papa Ratzinger si è detto ancora più esplicito: «le inchieste dovrebbero essere veramente indipendenti. La Chiesa deve avere il coraggio della verità anche quando è una verità molto dolorosa. Ma deve avere anche la saggezza di non essere autolesionista, di non mettere in piedi delle macchine che in realtà lavorino contro di lei».