La Chiesa di Germania non da oggi è alle prese con un radicato e molto teso dibattito interno su riforme ed eventuali cambiamenti storici nell’approccio alla modernità: già al tempo di Papa Benedetto XVI, lo scontro tra le spinte “progressiste” e l’ala più conservatrice aveva portato Ratzinger ad un tentativo di “dialogo” per evitare un clamoroso e fragoroso nuovo scisma dopo la celebre riforma protestante di Martin Lutero. Il clima però con Papa Francesco non solo non è cambiato ma se possibile si è ulteriormente esacerbato con il Sinodo degli scorsi mesi che metteva in cima alle priorità della Chiesa tedesca il celibato dei preti da eliminare, l’accesso delle donne al sacerdozio, la comunione ai divorziati.



Il Papa Emerito Joseph Ratzinger provò a stigmatizzare la “corsa alla modernità” contestando insieme al Cardinal Robert Sarah le “spinte scismatiche” di alcuni vescovi tedeschi, ma anche ora con Francesco il “nodo” dei rapporti tra Vaticano e Conferenza episcopale tedesca non è certo migliorato. Di recente un sondaggio in Germania ha mostrato una netta perdita di credibilità della Chiesa Cattolica non solo nei vertici dei vescovi ma anche negli stessi fedeli: «un cattolico su quattro sta pensando di lasciare la Chiesa. A questo si aggiungono 7 persone su 10 che ritengono il celibato obbligatorio “fuori moda”», riporta il Messaggero citando il sondaggio apparso sui media tedeschi.



I MOTIVI DEL POSSIBILE SCISMA

Il percorso di riforme strutturali iniziato 2 anni fa e ancora non concluso prosegue con diversi intoppi e i cittadini fedeli cattolici si vedono sempre più in disaccordo con le scelte della Chiesa centrale a Roma: se poi si aggiunge lo scandalo della pedofilia all’interno della Diocesi di Colonia, le tesi della dottrina sociale cattolica su morale e società e il recente divieto alla benedizione di coppie gay/lesbiche hanno portato un forte abbandono e sfiducia dei fedeli nella Chiesa di Dio. «Fastidio e irritazione», attacca il vescovo tedesco Helmut Dieser dopo il “no” del Vaticano al Responsum sulle coppie omosessuali mentre ancora più dura è stata la vicepresidente della Federazione delle donne cattoliche tedesche (KDFB) Birgit Mock «la dichiarazione di Roma incompatibile con l’immagine di uomo e di Dio».



Diversi gli appelli poi al capo dei vescovi tedeschi Georg Bätzing per un «bisogno di una presa di posizione chiara e netta dai precedenti insegnamenti della Chiesa». Ergo, disobbedienza e perché no, se estremizzato, anche scisma. A tutto questo, spiega ancora il Messaggero con la vaticanista Franca Giansoldati, si aggiungono le richieste forti di modifica radicale del Catechismo della Chiesa Cattolica partorite da alcuni vescovi come Kohlgraf (Diocesi Mainz): nella parte dedicata agli omosessuali, si chiede di «è previsto che sia vissuta in modo casto, mentre la Chiesa dovrebbe modificare la dottrina e permettere anche ai gay di vivere in modo pieno la propria sessualità».

È invece stato molto fermo l’ultimo Responsum dato dal Vaticano che con ogni probabilità guardava proprio alle mire “scismatiche” di parte della Chiesa tedesca: «non è lecito impartire una benedizione a relazioni, o a partenariati anche stabili, che implicano una prassi sessuale fuori dal matrimonio (vale a dire, fuori dell’unione indissolubile di un uomo e una donna aperta di per sé alla trasmissione della vita), come è il caso delle unioni fra persone dello stesso sesso […] la Chiesa rammenta che Dio stesso non smette di benedire ciascuno dei suoi figli pellegrinanti in questo mondo, perché per Lui “siamo più importanti di tutti i peccati che noi possiamo fare”. Ma non benedice né può benedire il peccato: benedice l’uomo peccatore, affinché riconosca di essere parte del suo disegno d’amore e si lasci cambiare da Lui. Egli infatti “ci prende come siamo, ma non ci lascia mai come siamo”».