Il tema è talmente delicato che ragionare per “massimi sistemi” non è mai indicato: la pedofilia, gli abusi, gli scandali che hanno travolto e travolgono alcune aree della Chiesa Cattolica sono una costante spina nel fianco per la Santa Sede sul fronte mediatico, politico ma prima di tutto religioso. La gente rischia di non fidarsi più e ogni minimo dubbio viene “sparato” a livello pubblico come evento delittuoso già conclamato: ma dietro ai “casi mediatici” vi sono storie, dolori, fragilità e soprattutto drammi per tutte quelle vittime che si sentivano accolte dagli uomini di Chiesa e che invece sono state tradite.
Gli ultimi due papati hanno visto un ingente riforma di “pulizia” all’interno della Santa Chiesa Cattolica per tutti quei casi immondi avvenuti negli scorsi decenni: questo però non deve portare alla conclusione che tutta la Chiesa è colpevole o connivente, come ha intelligentemente ribadito nella sua lettera all’Osservatore Romano il cardinal Julian Herranz Casado, presidente emerito del Pontificio Consiglio per i Testi Legislativi. Parla senza filtri e spiega del dolore che provoca in lui e negli altri cardinali il «terribile delitto di pedofilia nella Chiesa» che oltre a colpire le vittime, «rischia di minare nell’opinione pubblica e forse anche nelle coscienze dei fedeli la credibilità della Chiesa e del suo Messaggio evangelico».
L’APPELLO DEL CARDINAL HARRANZ
Nella recente Costituzione apostolica “Pascite Gregem Dei” Papa Francesco ha ri-fissato nuovi canoni di intervento nei casi delittuosi di abusi, con il Cardinal Herranz che propone una lettura alquanto particolare: «È vero che nel caso del delitto o errore del vescovo, la vergogna dei fedeli e talvolta anche la responsabilità economica potranno ricadere sull’insieme del relativo ente ecclesiastico, ma questo non può indurre a negare o mettere in dubbio la legittimità giuridica e la bontà morale dei fini istituzionali della diocesi». Ampliando il discorso, non è possibile che i singoli delitti di pedofilia possano minare l’intera credibilità della Chiesa: anche perché, osserva il prelato spagnolo, «i “poteri forti” di questo mondo cercano di approfittare delle debolezze dell’elemento umano della Chiesa per screditarla dinanzi all’opinione pubblica mondiale».
Da qui l’appello del Cardinale a difendere la Chiesa di Cristo come un nuovo “Ecce Homo” davanti al mondo: il che non significa una autodifesa “clericale” e scontata, «Non si tratta di proteggere un’immagine “narcisista” di potere e di prestigio mondano di una Chiesa che si difende dimenticando l’umiltà, ma di riaffermare la divinità della sua origine, la santità dei sacramenti da essa offerti e la perenne attualità e credibilità del Messaggio cristiano di salvezza». Facendo sue le parole del Papa durante l’invito ai giovani per il Sinodo a loro dedicato, Herrenz conclude «Ricordiamoci però che non si abbandona la Madre quando è ferita, al contrario, la si accompagna affinché tragga da sé tutta la sua forza e la sua capacità di cominciare sempre di nuovo».