I NUMERI A SORPRESA SULLA FEDE IN SCANDINAVIA: “+470% CATTOLICI IN NORVEGIA, +49‰ IN SVEZIA”

Il Nord Europa per decenni è stata terra arida per la fede, soprattutto quella cattolica, superata dalle convinzioni protestanti e luterane e in generale sovrastata dal laicismo secolarizzato imperante di parte del Novecento e dell’inizio del nuovo millennio: i numeri però che arrivano dalla Chiesa in Scandinavia sono sorprendenti, quasi non ci si crede dopo che per anni sociologi e teologi spiegavano la crisi senza fine del cristianesimo nelle varie Norvegia, Svezia, Danimarca, Islanda e Paesi Baltici. Se nel resto d’Europa si assiste ad una attuale fatica nell’evangelizzazione e della semplice testimonianza di vita religiosa convincente, la crescita di fedeli cattolici in Nord Europa sorprende un po’ tutti.



Come informano le conferenze episcopali della Scandinavia – riportate bene oggi su “La Verità” da Giuliano Guzzo – solo in Norvegia tra il 1993 e il 2019 i cattolici sono cresciuti del 470% (sa 28mila a 160mila), ma ancora negli ultimi anni post-Covid il conteggio è salito attorno ai 200mila fedeli “reali”. In Svezia i numeri sono più contenuti ma comunque ottimi per quanto riguarda la conversione di più persone alla fede in Cristo, con +49% rispetto agli anni Novanta: da ultimo, in Finlandia la crescita di chi frequenta le Sante Messe è schizzata negli ultimi 10 anni, ma complice anche la profonda immigrazione in arrivo dall’Est Europa e dall’Africa. Come già raccontava nel 2017 Bo Theutenberg, membro dell’ordine Gran Magistero Vaticano, già luogotenente per la Svezia e Danimarca, l’unità cristiana con la Scandinavia è cresciuta in maniera costante nel corso dell’ultimo secolo tramite un cammino di unità profonda con la Chiesa di Roma.



LA CRISI DEL LAICISMO, IL BOOM DELLE CONVERSIONI E LA RICHIESTA DI UN SENSO: LE CAUSE DELLA “RINASCITA” DELLA CHIESA NEL NORD EUROPA

Nel 2017 la visita di Papa Francesco in Svezia ha chiamato a raccolta un numero non atteso di fedeli e giovanissimi, confermando il Nord Europa tra le aree continentali dove è maggiormente cresciuta la fede sincera in Cristo: se è vero che tali numeri provengono da decenni di secolarizzazione e laicismo imperanti nell’Europa del Nord, la riscoperta della religiosità cristiana in Scandinavia rappresenta un fattore tutt’altro che “marginale”.

Il nuovo Presidente della Conferenza episcopale nordica (che comprende i 7 vescovi di Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda), il vescovo norvegese Erik Varden, ha rilanciato il compito della Chiesa scandinava: «Il compito della conferenza è essenziale per alimentare il nostro impegno di evangelizzazione attraverso conversazioni profonde e amicizia fiduciosa». Lo stesso nuovo responsabile della Chiesa cattolica in Scandinavia, pur mantenendo ottimi rapporti con le chiese luterane protestanti nel Nord Europa, riconosce la grande crescita della presenza cattolica in tutti i Paesi scandinavi: «Vogliamo accompagnare questa crescita in modo intelligente e sostenere tutte le buone iniziative», ha promesso ancora mons. Varden in una nota riportata lo scorso settembre 2024 dall’AgenSIR.



Parlare di Chiesa cattolica rinata completamente in Scandinavia è forse eccessivo, ma rende l’idea di qualcosa che sta cambiando nella vita e nelle abitudini dei cittadini norvegesi, svedesi, danesi eccetera: come già Benedetto XVI verso il finire del suo Magistero ebbe a dire sull’impossibilità di “prevedere” dove la Grazia di Dio poteva cogliere i frutti della lunga semina, la crescita boom dei cattolici arriva come “risposta” naturale al trionfo del laicismo negli scorsi decenni. Dalla società civile a quella culturale fino alla scuola, l’educazione religiosa è sempre stata vista in Scandinavia come qualcosa di non particolarmente “interessante”. Eppure qualcosa è cambiato nella terra che sembrava aver dimenticato Dio: come scrive “La Verità”, una “primavera cattolica” è in corso come reazione al secolarismo anti-religioso che tante nefaste conseguenze ha portato nella società nordica (dal tasso di suicidi alle crisi sociali fino ai problemi nelle famiglie). Non è una conseguenza per forza esatta ma il fatto che il desiderio di fede, il cuore aperto alla conversione, sia letteralmente “esploso” nei territori dove la secolarizzazione e il laicismo avevano devastato in maniera imponente, forse, potrebbe non essere un “caso”.