GALLI DELLA LOGGIA E LA CRISI DELLA CHIESA IN EUROPA

La Chiesa e l’Europa, un rapporto e una crisi che non sembra essersi “risolto” dopo la profezia di Benedetto XVI sul rischio di relativismo nel Vecchio Continente: parte proprio da questo tema l’analisi quotidiana di Ernesto Galli della Loggia, docente ed editorialista del “Corriere della Sera”, sulla situazione attuale della Santa Chiesa Cattolica. «La crescente importanza sulla scena mondiale degli Stati africani e asiatici, tutti di orientamento socialista, poi l’ascesa ideologica del terzomondismo, il rafforzamento e la stabilizzazione dell’egemonia mondiale russo-americana; da ultimo, il proliferare delle più varie organizzazioni multilaterali in genere sotto l’egida ancora prestigiosa delle Nazioni Unite»: questi i punti dove il Cristianesimo sembra aver lentamente “perso” il carro dell’Europa, dove infatti si registrano i numeri di più
alta “scristianizzazione” negli ultimi anni.



Secondo Galli della Loggia, tanto il Pontificato di San Giovanni Paolo II quanto quello di Papa Ratzinger non sono riusciti a tradurre in fatti la centralità storica e teologica dell’Europa: Benedetto XVI «non riuscì tuttavia a tradurre tale consapevolezza in una capacità di direzione in grado di spostare realmente il mainstream dell’opinione cattolica ed ecclesiastica», scrive ancora sul “CorSera” il docente e storico. Per Galli della Loggia anche il Papato di Francesco non è riuscito a “colmare” la crisi: «predicazione sempre più mirata in generale contro la disuguaglianza e l’oppressione, a favore della pace senza se e senza ma. Ma il tutto perlopiù declinato in una dimensione planetaria intrisa di diffidenza se non peggio per qualunque cosa o potere sapesse di Occidente, e dunque di Europa, e viceversa assai indulgente per qualunque cosa non avesse quell’origine (ad esempio la Cina)».



“LA PERDITA DELL’EUROPA È RISCHIO PER RADICI CHIESA”: COSA HA DETTO IL PROF. GALLI DELLA LOGGIA

Per Galli della Loggia il problema è che l’universalismo intrapreso dalla Chiesa negli ultimi decenni non sembra tenere più conto della centralità dell’Europa: il rapporto simbiotico tra europei e cristiani è entrato in crisi anni fa e non sembra esserci “pezza” che tenga. Scrive il professore sul “Corriere della Sera”, «È mai possibile per il Cristianesimo/Cattolicesimo fare a meno di questo rapporto costitutivo e tuttavia conservare la propria identità? Lo può soprattutto la Chiesa che è di Roma perché qui essa raccolse l’eredità di tutto quanto c’era prima e se ne servì per tutto quanto sarebbe venuto dopo? Per tutto quanto essa per prima sarebbe stata dopo?». Un’Europa intrisa della “religione” universalistica “buonista” (ambiente, diritti, pace etc.) che sembra non considerare più la centralità del messaggio cristiano rivoluzionario: «A questa Europa che si allontana, che è già così lontana, Roma però non sembra neanche più interessata a trovare qualcosa da dire: convinta evidentemente che non qui ma altrove si gio- chi ormai la partita decisiva».



Eppure per Galli della Loggia è proprio in Europa e non altrove che la Chiesa può trovare le sue radici e la sua identità: «è per l’appunto questo svanire dell’identità che produce la crisi che oggi si manifesta innanzi tutto — non a caso! — nel centro stesso della Chiesa rappresentato dalla Santa Sede e dal Vaticano: in un impasto che non fa neppure più notizia di disordini finanziari e dissolutezze private, di ambizioni personali e di arbìtrii del potere, di intrighi e di sospetti di ogni genere. Senza che nessuno, a quel che sembra, pensi a correre ai ripari».