L’ALLARME DEGLI AFROAMERICANI CATTOLICI: “ABBANDONANO LA CHIESA”

In un recente studio del marzo 2022 emerge come il 46% dei cattolici neri battezzati da bimbi hanno cambiato religione o “Chiesa” da adulti: un allarme quello lanciato dagli Stati Uniti raccolto dal quotidiano “La Croix” che ne fa un’inchiesta provando a scovare le ragioni dietro questo lungo “abbandono” di parte della comunità afroamericana all’interno della Chiesa Cattolica americana. È il caso ad esempio di Britteni Williams, cattolica per 32 anni prima di lasciare la Chiesa nel 2009 convertendosi alla Chiesa Battista Evangelica: «ero stanca di essere una delle uniche persone di colore nelle congregazioni che frequentavo», non si riconosceva negli argomenti trattati. La leadership decideva di prendere posizioni forti e importanti, come quella sull’aborto, ma quando si trattava di «diritti degli afroamericani, di violenza della polizia e di altre questioni che riguardavano la nostra comunità, non era la stessa cosa. È stato molto frustrante».



Secondo lo studio compiuto dal Pew Institute nel marzo 2022, il 46% dei cattolici neri da bambini «hanno cambiato denominazione o religione da adulti»: già sono pochi in senso generale, solo 3 milioni negli Stati Uniti e nel 75% dei casi sono in “minoranza” nelle comunità parrocchiali. Il tema però è il motivo per cui esiste un abbandono del genere, tra l’altro non “nuovo”: «I sacerdoti non vedono perché dovrebbero parlare delle questioni che sono importanti per noi. Soprattutto perché le conversazioni sul razzismo sono complicate. Hanno bisogno di istruirsi, di fare domande che prima non dovevano fare», spiega ancora Britteni a “La Croce”. Sempre osservando i dati dello studio Usa, il 77% dei cattolici neri afferma che l’opposizione e la battaglia all’odio razziale «è una parte essenziale della loro identità cristiana».



CATTOLICI NERI LONTANI DALLA CHIESA USA: “LOTTA AL RAZZISMO NON È UNA PRIORITÀ…”

Dopo l’esplosione dei movimenti anti-razzisti con il caso George Floyd il tema seppur rimane dirimente non è più così primario all’interno della Chiesa: «l’urgenza si è dissipata», denuncia Tia Noelle Pratt, sociologa specializzata in questioni razziali. Tante congregazioni di afroamericani continuano a chiudere in vari parti del Paese e la Conferenza dei vescovi cattolici Usa sembra non fare ancora abbastanza contro il razzismo. «L’esistenza di una commissione ad hoc è una buona cosa, ma ho sempre pensato che i suoi punti di forza potrebbero essere più aggressivi. Non sono solo gli accademici come me a dover intraprendere questa battaglia, anche i vescovi», spiega la professoressa.



Un altro testimone sentito da “Le Croix” è un professore al Boston College, uno dei cattolici neri che nonostante le difficoltà ha scelto di rimanere fedele alla Chiesa cattolica: «frequento una parrocchia di afroamericani, voglio essere in un ambiente in cui si capisca che le tragedie derivanti dalle forze dell’ordine influenzano la nostra fede. Non si può essere un buon cattolico e ignorare le grida dei più poveri». Secondo il docente Byron Wratee, sono diversi i motivi alla base di questa crisi di affezione alla comunità «Nonostante la loro invisibilità, le nuove generazioni di neri rimangono nella Chiesa a tassi più alti rispetto alle loro controparti di altri gruppi demografici. Hanno bisogno di essere ascoltati». Nell’intervista rilasciata da Papa Francesco lo scorso novembre alla rivista dei gesuiti Usa “America Magazine”, il Santo Padre ha risposto nel dettaglio al problema della crisi di fede per tanti cattolici neri negli ultimi anni: «è una sofferenza razziale. E [in questa situazione, ndr] sono i vescovi locali a dover essere loro particolarmente vicini. La Chiesa ha vescovi di discendenza afro-americana». Nello spiegare cosa fare in concreto per evitare tale “diaspora”, il Papa aggiunse «Ritengo che ad essere importante qui sia lo sviluppo pastorale, sia esso dei vescovi o dei laici, uno sviluppo pastorale maturo. Sì, vediamo la discriminazione e capisco che non vogliano andare (nella Chiesa). Talvolta in altri Paesi accade lo stesso in questo tipo di situazione. Ma ciò ha una storia molto antica, molto più antica della vostra storia [negli Usa, ndr], e non è stato risolto». Non solo, per Papa Francesco il razzismo «è un peccato intollerabile contro Dio. La Chiesa, i pastori e i laici devono continuare a lottare per sradicarlo e per un mondo più giusto. Colgo questa occasione per dire che amo tanto anche i popoli indigeni degli Stati Uniti. E non dimentico le persone di origine latinoamericana, che ormai lì sono tante».