LA DICHIARAZIONE DELLA CHIESA USA CONTRO LA TRANSIZIONE DI GENERE
Con una lunga dichiarazione dal titolo “Nota dottrinale sui limiti morali alla manipolazione tecnologia del corpo umano” la Chiesa Usa fissa i “limiti” e spiega nel dettaglio la posizione della Conferenza Episcopale americana (USCCB) in merito al tema controverso e molto dibattuto della “transizione di genere”. Nella dichiarazione rilasciata lunedì 20 marzo i vescovi Usa offrono una guida morale a tutte le istituzioni sanitarie cattoliche ribadendo il no netto alle operazioni volte alla transizione di genere: in sostanza, la Chiesa americana rivendica la posizione per cui non devono essere eseguiti tali interventi in quanto non rispettano il fatto che Dio ha creato ogni persona come unità di anima e corpo.
«Il corpo non è un oggetto, un mero strumento a disposizione dell’anima, di cui ciascuno può disporre secondo la propria volontà, ma è una parte costitutiva del soggetto umano, un dono da accogliere, rispettato e curato come qualcosa di intrinseco alla persona», scrive il Comitato dei vescovi americani per la dottrina. Man mano che il tema a livello mondiale sulle presunte discriminazioni di genere e le richieste di legislazioni atte a difendere/incentivare le transizioni di genere, sottolinea ancora la Chiesa, «dobbiamo chiederci cosa dovremmo o non dovremmo fare. Criterio indispensabile per fare tali determinazioni è l’ordine fondamentale del mondo creato. Il nostro uso della tecnologia deve rispettare quell’ordine». Per questo motivo, scrivono i vescovi degli Stati Uniti, i servizi sanitari cattolici «non devono effettuare interventi, siano essi chirurgici o chimici, che mirino a trasformare le caratteristiche sessuali di un corpo umano in quelle del sesso opposto o partecipare allo sviluppo di tali procedure».
CHIESA USA: “DIFFERENZA SESSUALE ESISTE, ELIMINARLA DANNEGGIA LA PERSONA”
Secondo un recente documento della Commissione ONU sulla condizione giuridica e sociale delle donne, la Chiesa Cattolica utilizzerebbe l’ideologia di genere (gender) per «minacciare i diritti umani». Ecco, la nota dei vescovi Usa arriva in maniera indiretta a rispondere a tono all’accusa ideologica delle Nazioni Unite: «le istituzioni sanitarie cattoliche devono impiegare tutte le risorse appropriate per mitigare la sofferenza di coloro che lottano con l’incongruenza di genere, ma i mezzi utilizzati devono rispettare l’ordine fondamentale del corpo umano. Solo utilizzando mezzi moralmente appropriati gli operatori sanitari mostrano pieno rispetto per la dignità di ogni persona umana».
Restano solo due gli scenari in cui la Chiesa riconosce come moralmente accettabile e giustificato l’intervento “tecnologico-chimico” sul tema del genere: si legge nella dichiarazioni dei vescovi Usa, «quando sono finalizzati a riparare un difetto nel corpo» oppure per «sacrificare una parte del corpo per il bene del tutto, come con l’amputazione». Questi tipi di interventi rispettano secondo la Chiesa Usa «l’ordine e la finalità fondamentali insiti nella persona umana». Le operazioni per la transizione di genere invece propongono un ordine “ridisegnato” in quanto più “desiderabile”: «Questi interventi tecnologici non sono moralmente giustificati né come tentativi di riparare un difetto del corpo né come tentativi di sacrificare una parte del corpo per il bene del tutto». Piuttosto, rileva ancora la Chiesa, la transizione di genere e gli interventi posti in essere non rispettano «l’ordine fondamentale del corpo umano in quanto sessualmente differenziato». L’ordine originario e fondamentale della persona umana, rileva ancora la Conferenza Episcopale Usa, «è unità intrinseca di corpo e anima, con un corpo sessualmente differenziato». Citando la “Laudato si’” di Papa Francesco la Chiesa Usa rileva come «L’accoglienza del nostro corpo come dono di Dio è vitale per accogliere e accettare il mondo intero come dono del Padre e nostra casa comune, mentre pensare che noi godere di un potere assoluto sul nostro corpo si trasforma, spesso sottilmente, nel pensare che godiamo di un potere assoluto sulla creazione». In definitiva, chiosa la dichiarazione della Chiesa Usa, un approccio che non rispetti alla base l’ordine fondamentale della persona non potrà mai risolvere un problema oggettivo e reale come la “fatica” sul proprio genere: «La tradizione ippocratica in medicina invita tutti gli operatori sanitari prima di tutto a non fare del male. Qualsiasi intervento tecnologico che non si accordi con l’ordine fondamentale della persona umana come unità di corpo e anima, inclusa la differenza sessuale inscritta nel corpo, in definitiva non aiuta ma, anzi, danneggia la persona umana».