Durante la Santa Messa per l’Epifania, Papa Francesco ha intimato la cristianità a seguire l’esempio dei Re Magi, nella loro ostinata ricerca della felicità e nell’umiltà di seguire una stella in cielo e un desiderio nel proprio cuore: «Oggi siamo invitati a imitare i Magi. Essi non discutono, ma camminano; non rimangono a guardare, ma entrano nella casa di Gesù;non si mettono al centro, ma si prostrano a Lui, che è il centro; non si fissano nei loro piani, ma si dispongono a prendere altre strade». In un altro passaggio dell’Omelia, il Santo Padre ha poi sottolineato come non basti sapere dove Gesù è nato (ovvero non basta sapere la “teoria” del cristianesimo) come del resto facevano gli scribi, se poi non si raggiunge quel piccolo nella stalla: «Non basta sapere che Gesù è nato, come Erode, se non lo incontriamo. Quando il suo dove diventa il nostro dove, il suo quando il nostro quando, la sua persona la nostra vita, allora le profezie si compiono in noi. Allora Gesù nasce dentro e diventa Dio vivo per me».



L’ADORAZIONE E L’EPIFANIA

Il 6 gennaio di ogni anno si celebra in tutta la cristianità l’Adorazione dei Re Magi presso il Bambin Gesù, in quella che ufficialmente viene definita l’Epifania del Signore: proprio la manifestazione del Figlio di Dio presso i tre sapienti-dottori «provenienti dall’Oriente» sono una delle storie più affascinanti del cristianesimo delle origini, con i due millenni di storia e tradizione che hanno spesso aggiunto/modificato con leggende e storie “aggiuntive” la venuta dei tre “Re” Magi come simbolo dell’accoglienza del mondo alla venuta di Gesù. Tradizionalmente conosciuti come Gaspare, Baldassarre e Melchiorre, i tre “Re” Magi vengono raccontati nel Vangelo di Matteo dove si legge come, mentre Gesù, Giuseppe e Maria erano ancora a Betlemme, poco dopo il parto, dei Magi venuti dall’Oriente si fossero recati in visita presso di loro, guidati da una grande stella. La parola Magi è la traslitterazione del termine greco magos e si riferisce ad un titolo riferito ai re-sacerdoti dello zoroastrismo, assai tipici dell’ultimo periodo dell’impero persiano. Nell’Angelus dello scorso anno, Papa Francesco descriveva così la figura e l’importanza dei Magi per la storia della Chiesa ancora oggi, duemilaventi anni dopo: «Ricerca premurosa: i Magi non esitano a mettersi in cammino per cercare il Messia. Giunti a Gerusalemme chiedono: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (v. 2). Hanno fatto un lungo viaggio e adesso con grande premura cercano di individuare dove si possa trovare il Re neonato. A Gerusalemme si rivolgono al re Erode, il quale chiede ai sommi sacerdoti e agli scribi di informarsi sul luogo in cui doveva nascere il Messia».



I RE MAGI CHI SONO? I DONI E LA STELLA COMETA

I Magi recavano dei doni regali per il Figlio di Dio (oro, incenso e mirra, secondo alcune tradizioni cristiane), e dopo averlo omaggiato tornarono indietro, senza rivelare ciò che avevano visto a re Erode, il quale invece avrebbe voluto sapere dove si nascondeva quel Bambino allo scopo di ucciderlo, poichè credeva che avrebbe potuto minacciare il suo potere. Secondo la tradizione della Chiesa Cattolica, i tre Magi sarebbero le prime autorità religiose pagane ad adorare il Cristo venuto per tutti e non solo per il Popolo d’Israele; il titolo di “Re” viene riferito all’epoca post-Costantino dove venne riferita un’autorità regale per i grandi sapienti venuti da terre lontane per omaggiare quel Bambino tanto piccolo quanto “rivoluzionario” per la storia dell’umanità. Il testo biblico sostiene inoltre che i Magi intrapresero il loro viaggio verso Betlemme poiché videro una “stella” apparire in cielo; la Cometa è un lascito di Origene, teologo alessandrino del III secolo d.C., convinto che quel fenomeno così particolare in cielo fu proprio la Cometa (come poi raffigurato anche da Giotto secoli più tardi nella Cappella degli Scrovegni a Padova, ndr). In realtà gli studiosi tendono a smentire l’ipotesi che sia proprio la Cometa di Halley quella apparsa ai Magi: in generale, come riporta molto bene “In Terris”, si ritiene impossibile che un corpo così eccezionale possa essere sfuggito all’osservazione astronomica di quel tempo. «La stella dei Magi molto probabilmente è stato un evento astronomico poco appariscente, ignorato dai più, ma carico di significato dal punto di vista astrologico», conclude bene il focus di In Terris sulla vera storia dei Re Magi.

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