L’Angelus di Papa Francesco rimarrà nelle cronache per l’appello finale dedicato al caso struggente dei migranti bloccati in mare sulle navi Ong Sea Watch e Sea Eye, eppure in quei pochi minuti dal balcone di Piazza San Pietro c’è stato molto di più: «Gesù è nato e si manifesta al mondo come “dono per tutti”: luce e promessa di salvezza», è l’invito fatto a tutti per questa festa dell’Epifania. «Questo invito, oggi, risuona anche per noi che abbiamo celebrato il Natale di Gesù e ci incoraggia a lasciarci raggiungere dalla luce di Betlemme. Anche noi veniamo invitati a non fermarci ai segni esteriori dell’avvenimento, ma a ripartire da esso e percorrere in novità di vita il nostro cammino di uomini e di credenti», spiega ancora il Papa portando l’esempio dei Re Magi al cuore del messaggio per l’Epifania, «nonostante siano lontani dalla fede ebraica tradizionale, si lasciano guidare dalla stella e affrontano un viaggio lungo e rischioso” pur di “conoscere la verità sul Messia». Dai tre doni de Magi d’Oriente fino al dono reale che è quel Bambino nella mangiatoia, Papa Francesco conclude così l’Angelus: «La salvezza offerta da Dio in Cristo è per tutti gli uomini, vicini e lontani. Non è possibile “impossessarsi” di quel Bambino: Egli è un dono per tutti. Anche noi, facciamo un po’ di silenzio nel nostro cuore e lasciamoci illuminare dalla luce di Gesù che proviene da Betlemme. Non permettiamo alle nostre paure di chiuderci il cuore, ma abbiamo il coraggio di aprirci a questa luce che è mite e discreta. Allora, come i Magi, proveremo «una gioia grandissima che non potremo tenere per noi».



“DIO SI MANIFESTA NELLA LUCE”

«Per trovare Gesù c’è da prendere una via alternativa, la sua, la via dell’amore umile», così Papa Francesco ha aperto l’omelia della Santa Messa dell’Epifania in Basilica di San Pietro. In questi minuti il Santo Padre di appresta al tradizionale Angelus dell’Epifania in cui sottolinea, una volta di più, il grande valore ed esempio dei Re Magi per l’intera storia della cristianità. «Un via-vai attorno al palazzo del re Erode, proprio mentre Gesù è presentato come re. Infatti i Magi domandano: ‘Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei?’. Lo troveranno – dice ancora Papa Francesco – ma non dove pensavano: non nel palazzo regale di Gerusalemme, ma in un’umile dimora a Betlemme. E’ ciò che era già accaduto a Natale quando Gesù nasce ma nessuno dei potenti di allora si rese conto che il Re della storia nasceva al loro tempo». La sorpresa più grande è che proprio in quella luce della stella appare il Dio Onnipotente atteso per secoli: «Dio non sale alla ribalta del mondo per manifestarsi – commenta ancora Papa Bergoglio nell’omelia della Santa Messa – sarebbe stato meglio se la stella di Gesù fosse apparsa a Roma sul colle Palatino, dal quale Augusto regnava sul mondo; tutto l’impero sarebbe diventato subito cristiano. Oppure, se avesse illuminato il palazzo di Erode, questi avrebbe potuto fare del bene, anziché del male. Ma la luce di Dio non va da chi splende di luce propria». Ora la piazza si appresta a seguire le ultime parole di Papa Francesco nell’Angelus del 6 gennaio 2019



L’ABBRACCIO AI FEDELI

Ancora pochi minuti poi inizieranno le celebrazioni della santa messa dell’Epifania in Vaticano di Papa Francesco. A partire dalle ore 9:55, fra circa 10 minuti, i fedeli si ritroveranno nella Basilica di San Pietro per ascoltare le parole del Santo Padre in questo giorno di festa. Tema centrale delle celebrazioni eucaristiche saranno i Re Magi, che attratti dalla luce della stella Cometa, e vogliosi di scoprire la verità, si sono incamminati per offrire i propri doni a quel bambino venuto al mondo in una mangiatoia, fra un bue e un asinello, di nome Gesù. I Re Magi hanno visto la stella, hanno saputo alzare lo sguardo al cielo come in pochi oggi ancora fanno. Si sono quindi incamminati, diretti verso un’umile mangiatoia, hanno agito in prima persona, senza oziare o stare ad aspettare. Ed hanno infine offerto, un ultimo importante gesto sinonimo del cristianesimo nel mondo: Gesù offre la vita, e loro hanno ricambiato con oro, incenso e mirra. Ricordiamo brevemente gli altri appuntamento di Papa Francesco per il mese di gennaio: domenica prossima verrà celebrata la messa in Sistina dove verranno battezzati alcuni bambini, mentre dal 23 al 28, Bergoglio sarà impegnato nel viaggio a Panama per la Giornata Mondiale della Gioventù. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



MESSA DELL’EPIFANIA: I RE MAGI SIANO D’ESEMPIO

Manca poco più di un’ora alla Santa Messa dell’Epifania celebrata in Vaticano da Papa Francesco. Il tradizionale appuntamento del 6 gennaio prenderà il via alle ore 9:55 circa, e proseguirà con il classico Angelus post-celebrazioni eucaristiche. Il Santo Padre ci racconterà come di consueto la storia dei Re Magi, che hanno abbandonato ogni certezza per mettersi in cammino aperti alle novità, e guidati da una luce così tenue ma così grande verso il Bambin Gesù. Papa Francesco, come da tradizione, ci ha sempre parlato dei Magi nelle sue precedenti omelie del 6 gennaio, definendoli, come si legge sul sito dei Papaboys, «saggi compagni di strada il cui esempio ci aiuta ad alzare lo sguardo verso la stella e a seguire i grandi desideri del nostro cuore». Nel 2014, quando Sua Santità celebrò la sua messa nella Solennità dell’Epifania, si rivolse così ai fedeli: «La stella apparsa in cielo accende nel cuore dei Magi una luce che li muove alla ricerca della grande Luce di Cristo». Il Papa parla di “santa furbizia” degli stessi Magi, che ci guida nel nostro cammino di fede «che non ci fa cadere nelle insidie delle tenebre e che ci insegna come difenderci dall’oscurità che cerca di avvolgere la nostra vita». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

SANTA MESSA DELL’EPIFANIA: L’ADORAZIONE DEI MAGI AL BIMBO GESU’

Come ogni 6 gennaio che si rispetti, Papa Francesco è pronto alle celebrazioni solenni con la Santa Messa dell’Epifania e l’Angelus a seguire tutto da Piazza San Pietro: prima la Celebrazione dell’Eucaristia a memoria dell’Adorazione dei Magi al bimbo Gesù a Betlemme e poi l’Angelus a tutta la cristianità dal canonico Balcone sopra il Colonnato del Bernini. «Tre gesti dei Magi orientano il nostro percorso incontro al Signore, che oggi si manifesta come luce e salvezza per tutte le genti. I Magi vedono la stella, camminano e offrono doni. Vedere la stella. È il punto di partenza»: così un anno fa, il 6 gennaio 2018, Papa Francesco salutava i fedeli annunciando la venuta dei Magi al cospetto dell’umile bambin Gesù, pure Re dei Re di tutta la storia. Un messaggio importante come quello che è atteso per la giornata di oggi dopo le recenti parole “al vetriolo” dette dal Santo Padre nella prima udienza generale del 2019 quando di fatto ha attaccato duramente i “cristiani ipocriti”. «Le persone che vanno in chiesa, stanno lì tutti i giorni e poi vivono odiando gli altri e parlando male della gente sono uno scandalo: meglio vivere come un ateo anziché dare una contro-testimonianza dell’essere cristiani», spiegava dall’Aula Paolo Vi solo 4 giorni fa Papa Bergoglio. La preghiera e l’invito alla conversione in questa giornata di festa davanti al Figlio dell’Uomo che fa la sua prima “apparizione pubblica” con la venuta dei Re Magi saranno le “cifre” ancora una volta individuate dalla Chiesa per testimoniare Cristo a tutti e per tutti.

SANTA MESSA DELL’EPIFANIA E L’OMELIA DI PAPA FRANCESCO

Sempre continuando a “spulciare” quanto solo un anno fa Papa Francesco ricordava ai fedeli per la Festa dell’Epifania durante la Santa Messa in Vaticano, molto interessante fu il passaggio dedicato alla “stella in cielo” e allo sguardo rivolto in alto: «noi, sappiamo ancora alzare lo sguardo al cielo? Sappiamo sognare, desiderare Dio, attendere la sua novità, o ci lasciamo trasportare dalla vita come un ramo secco dal vento? I Magi non si sono accontentati di vivacchiare, di galleggiare. Hanno intuito che, per vivere davvero, serve una meta alta e perciò bisogna tenere alto lo sguardo. Ma, potremmo chiederci ancora, perché, tra quanti alzavano lo sguardo al cielo, tanti altri non hanno seguito quella stella, «la sua stella» (Mt 2,2)? Forse perché non era una stella appariscente, che splendeva più di altre. Era una stella – dice il Vangelo – che i Magi videro appena «spuntare» (vv. 2.9)». La stella di Gesù non acceca, non stordisce, ma invita gentilmente ricordava ancora il Pontefice, rivolgendo ai fedeli in Basilica queste parole: «Possiamo chiederci quale stella scegliamo nella vita. Ci sono stelle abbaglianti, che suscitano emozioni forti, ma che non orientano il cammino. Così è per il successo, il denaro, la carriera, gli onori, i piaceri ricercati come scopo dell’esistenza. Sono meteore: brillano per un po’, ma si schiantano presto e il loro bagliore svanisce. Sono stelle cadenti, che depistano anziché orientare. La stella del Signore, invece, non è sempre folgorante, ma sempre presente; è mite; ti prende per mano nella vita, ti accompagna. Non promette ricompense materiali, ma garantisce la pace e dona, come ai Magi, «una gioia grandissima» (Mt 2,10). Chiede, però, di camminare».

L’ANGELUS DEL 2018

Come da tradizione nel giorno dell’Epifania del Signore, il Santo Padre dopo la Santa Messa in Basilica vaticana sale al “consueto balcone” e rivolge all’intera piazza l’Angelus speciale nella solennità del 6 gennaio: esattamente come le celebrazioni eucaristiche, anche l’Angelus sarà mandato in diretta streaming video sul canale ufficiale Vatican News su YouTube, oltre alla diretta tv di Tv2000. 12 mesi fa nell’Angelus dell’Epifania, Papa Francesco raccontò i tre atteggiamenti principali che vennero espressi davanti alla manifestazione di Gesù al mondo (per l’appunto, l’Epifania): «Il primo atteggiamento: ricerca, ricerca premurosa; il secondo: indifferenza; il terzo:paura. Ricerca premurosa: i Magi non esitano a mettersi in cammino per cercare il Messia. Giunti a Gerusalemme chiedono: «Dov’è colui che è nato, il re dei Giudei? Abbiamo visto spuntare la sua stella e siamo venuti ad adorarlo» (v. 2). Hanno fatto un lungo viaggio e adesso con grande premura cercano di individuare dove si possa trovare il Re neonato. A Gerusalemme si rivolgono al re Erode, il quale chiede ai sommi sacerdoti e agli scribi di informarsi sul luogo in cui doveva nascere il Messia». Alla ricerca premurosa dei Magi, si contrappone il secondo atteggiamento ovvero l’indifferenza dei sommi sacerdoti e degli scribi: «Erano molto comodi questi. Essi conoscono le Scritture e sono in grado di dare la risposta giusta sul luogo della nascita: «A Betlemme di Giudea, perché così è scritto per mezzo del profeta» (v. 5); sanno, ma non si scomodano per andare a trovare il Messia.

E Betlemme è a pochi chilometri, ma loro non si muovono». Ancora più negativo è il terzo atteggiamento, quello di Erode, ovvero la paura che quel piccolo Bambino gli possa togliere il potere. Inutile dire che la Chiesa, ribadito ancora con Papa Francesco, invita a guarda all’atteggiamento principale dei Re Magi, ovvero quella premurosa ricerca «pronti a scomodarci per incontrare Gesù nella nostra vita. Ricercarlo per adorarlo, per riconoscere che Lui è il nostro Signore, Colui che indica la vera via da seguire. Se abbiamo questo atteggiamento, Gesù realmente ci salva, e noi possiamo vivere una vita bella, possiamo crescere nella fede, nella speranza, nella carità verso Dio e verso i nostri fratelli».