Non sembra aver sortito gli effetti sperati, almeno in Italia, l’appello rivolto da Papa Francesco all’Europa perché accolgano i 49 migranti a bordo delle navi Sea Watch e Sea Eye salvati nel mare Mediterraneo e “in cerca di un porto sicuro dove sbarcare”. Il pontefice ha rivolto “un accorato appello ai leader europei perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone” ma fino a questo momento le istituzioni italiane non sembrano disposte ad arretrare rispetto alla linea Salvini, che ancora poche ore fa ha scritto su Twitter:”“L’Italia non è Salvinia” dicono quelli della ONG Sea Eye. Fate quello che volete, ma per chi non rispetta le leggi i porti Italiani sono e rimarranno chiusi”. Un concetto ribadito al netto delle pressioni che pure Di Maio e il premier Conte starebbero esercitando:”M5S e Chiesa parlino pure, tanto decido io”. (agg. di Dario D’Angelo)



MALTA, “I BULLI NON VINCERANNO”

Dopo l’appello di Papa Francesco in piazza San Pietro, la Ong Sea Watch ha immediatamente riportato le parole del Pontefice sui propri canali social: la portavoce Italia, Giorgia Linardi, ha poi scritto sempre su Twitter «Ci si dice “state a Malta! andate in Italia! entrate in porto! così fate il gioco UE!” etc. Non è facile. Le nostre scelte, giuste o sbagliate, sotto forte pressione mediatica e politica, sono fatte nel tentativo di tutelare le persone a bordo e di poterne salvare altre». Fronte politico, il Premier di Malta Muscat ha risposto alle ultimissime parole di Salvini e Di Maio rilanciando la polemica: «non creerò il precedente facendo sbarcare i 49 migranti dalle due navi. I bulli non vinceranno». Da ultimo, segnaliamo la proposta lanciata dalla Curia di Torino tramite l’arcivescovo Nosiglia, che questa mattina ha comunicato «Voglio dichiarare la disponibilità della Chiesa torinese ad accogliere alcune delle famiglie che si trovano a bordo delle navi Sea Watch 3 e Sea Eye. La nostra Chiesa, come si ricorderà, aveva già offerto questa disponibilità per i profughi della nave Diciotti, nel settembre scorso». (agg. di Niccolò Magnani)

APPELLO PAPA AI LEADER UE: “CONCRETA SOLIDARIETÀ AI MIGRANTI”

«Da giorni ci sono 49 migranti a bordo di due navi Ong: rivolgo un accorato appello ai leader europei perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone»; l’appello di Papa Francesco durante l’Angelus dell’Epifania è durissimo ed è rivolto a tutta l’Europa sul caso Sea Watch e Sea Eye. Da Salvini a Di Maio, da Macron a Sanchez, per arrivate a Merkel e a tutti gli altri leader europei che davanti alla “piccola” emergenza (in termini di numeri, sono 49 persone a bordo di due navi) non riescono a trovare un accordo da oltre 16 giorni. Il problema è molto più grande di quanto sembri e il Papa ha giustamente rivolto l’accorato appello – anche con tono piuttosto “seccato” – per cercare di smuovere coscienze e azioni nei prossimi giorni: sul fronte politico italiano, resta forte la distanza tra Di Maio e Salvini con il primo che intervenendo davanti ai cronisti ribadisce la linea dei “porti chiusi” dell’Italia ma si dice pronto ad accogliere donne e bambini, «l’Europa non ha pietà neanche di loro». Per Salvini al momento la linea non cambia: non resta che capire cosa potrebbe succedere dopo le parole dure e nette di Papa Francesco. (agg. di Niccolò Magnani)

DI MAIO TENDE LA MANO: “CI SIAMO SENTITI CON SALVINI”

Il tema dei migranti della Sea Watch continua a tenere banco e sta animando da un paio di giorni a questa parte il dibattito politico, con Di Maio da una parte e Salvini dall’altra. Il primo vorrebbe adottare una linea più morbida, accogliendo in Italia quella decina fra donne e bambini presenti sull’imbarcazione dell’ong, mentre il secondo non fa sconti, e continua a sbarrare i porti tricolore. Il ministro dell’interno lo ha ribadito poco fa, attraverso un post pubblicato su Twitter: «“L’Italia non è Salvinia” – scrive il leader del carroccio – dicono quelli della ONG Sea Eye. Fate quello che volete, ma per chi non rispetta le leggi i porti Italiani sono e rimarranno chiusi». Anche il massimo esponente grillino è tornato sull’argomento, e intervistato dal Corriere della Sera ammette di «non aver sentito Salvini dire che donne e bambini debbano rimanere sulle navi. Anzi, ci siamo sentiti». Peccato però che lo stesso leghista a Il Messaggero sembra pensarla diversamente: «Porti chiusi, sbarrati. Giusto che Di Maio parli e che esponga il suo pensiero. E va benissimo che parlino pure Fico e Di Battista e che si discuta tra di noi e con il premier Conte, ma in materia di migranti quello che decide sono io». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

DI MAIO VS SALVINI SUI MIGRANTI: FICO DALLA PARTE DEL GRILLINO

Di Maio e Salvini, è scontro aperto sui migranti. I due vice-presidenti del consiglio non condividono la stessa tesi in merito ai profughi che si trovano attualmente sulla Sea Watch, nave Ong, e che da giorni sono alla ricerca di un porto sicuro. Secondo il ministro del lavoro, i bambini e le donne a bordo, circa una decina di persone, potrebbero sbarcare a Malta per poi essere accolte in Italia, ma Salvini la pensa diversamente, continuando a ribadire la tesi dell’esecutivo degli ultimi mesi: “Il Belpaese non accoglie i migranti soccorsi dalle ong”. Sulla vicenda si è espresso anche il premier Giuseppe Conte, che si è schierato dalla parte del grillino, e per ultimo è uscito allo scoperto il presidente della Camera, Roberto Fico, noto per le sue posizioni quasi sempre opposte a Salvini, che attraverso Facebook ha scritto: «Sono convinto che l’iniziativa presa ieri da Luigi Di Maio sia un segnale importante e ne sono contento. Allo stesso modo credo fortemente che l’Italia non debba essere lasciata sola, così come nessun altro Paese debba essere lasciato solo a gestire questioni complesse».

DI MAIO E SALVINI: SCONTRO SUI MIGRANTI

Dopo quanto scritto dal titolare della Camera, è tornato nuovamente allo scoperto Salvini, che tira dritto per la propria strada, rincarando la dose: «Non cediamo ai ricatti. Due navi Ong sono in acque territoriali maltesi: le persone a bordo devono essere fatte sbarcare a La Valletta. Oppure, visto che le Ong hanno bandiera olandese e tedesca, chiedano aiuto a Berlino e Amsterdam per attivare immediatamente un corridoio umanitario». In tutto questo bailame spicca la voce della stessa Sea Watch, con la rappresentante Federica Mameli che dice di non poter accogliere la proposta di Di Maio: «È impensabile separare le famiglie a bordo. A bordo ci sono 7 minori, tra cui tre bambini che fanno parte di un nucleo familiare. Loro non accettano di essere separati e nemmeno noi li separeremmo mai». Insomma, per ora non sembra trovarsi una soluzione.