L’arcivescovo di Lione, Philippe Barbarin, andrà a processo lunedì per uno scandalo legato alla pedofilia: il cardinale è accusato infatti di aver coperto insieme ad altri 5 componenti della sua diocesi gli abusi sessuali su alcuni boy scout compiuti tra gli anni Ottanta e Novanta dal prete locale Bernard Preynat. Un’accusa pesantissima, che non può non mettere in imbarazzo lo stesso Vaticano, soprattutto alla luce del ruolo di primissimo piano occupato da Philippe Barbarin. Lo scandalo è venuto alla luce nel 2015, quando l’ex scout Francois Devaux ha denunciato Preynat per aver abusato di lui 25 anni prima, e Barbarin, superiore del sacerdote, sostenendo di aver saputo dell’abuso ma di averlo coperto. Come riportato da France24, dopo sei mesi di indagini e 10 ore di interrogati con Barbarin, gli investigatori hanno abbandonato il caso nel 2016, concludendo che le accuse contro l’arcivescovo erano o troppo vecchie o impossibili da provare. Un gruppo di vittime, però, è riuscito a riaprire il caso, facendo sì che Barbarin e gli altri, tra cui l’arcivescovo di Auch e il vescovo di Nevers in Francia, finissero a processo.



ARCIVESCOVO LIONE A PROCESSO: COPRÌ ABUSI DI UN PRETE PEDOFILO?

La delicatezza del caso che coinvolge l’arcivescovo di Lione è data anche dal sostegno che Papa Francesco gli ha manifestato. Il Santo Padre ha infatti incontrato monsignor Barbarin nell’ottobre del 2017, cioè dopo che il rinvio a giudizio era stato comunicato. Anche il capo della potente Congregazione per la Dottrina della Fede del Vaticano, l’arcivescovo spagnolo Luis Francisco Ladaria Ferrer, è stato accusato di complicità nel presunto insabbiamento a Lione. In corrispondenza con Barbarin, il numero tre del Vaticano aveva consigliato al cardinale di adottare “le necessarie misure disciplinari evitando lo scandalo pubblico”: un’espressione interpretata come un avvertimento per mantenere il silenzio sulla vicenda. Lo scout abusato, Devaux, ha dichiarato: “Speriamo questa volta di avere una sentenza che sarà chiara e ovvia per tutti”. Il suo gruppo di vittime, La Parole Liberee (Freed Speech), è nato con una manciata di persone, ma presto ha ricevuto chiamate e testimonianze da un totale di 85 persone che affermano di essere state vittime di Preynat a Lione. L’arcivescovo di Lione, monsignor Barbarin, dal canto suo, in un viaggio recente a Lourdes ha dichiarato:”Ho un solo giudice che è il Signore”.

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