Non è che si siano proprio “sempre” amati Salvini e la Chiesa italiana, ma anche gran parte del Vaticano: eppure con quel Rosario e Vangelo in mano negli ultimi giorni di campagna elettorale prima del 4 marzo 2018, i cattolici vedevano nel leader della Lega un possibile futuro di ritorno ai valori cristiani anche in politica sulla scia di quanto Papa Francesco stava compiendo su altri fronti nel suo Magistero. Ad oggi, la distanza tra il Governo e la Cei non sembra essere mai stata così effettiva nelle ultime legislature, con diversi capitoli “caldi” che hanno alimentato nei primi 6 mesi dell’esecutivo Conte: una luna di miele finita in fretta che vede però oggi una divisione ancora maggiore tra i cattolici che non disdegnano metodi e battaglie della Lega e cattolici che invece vedono Salvini come una sorta di “Satana” (come professava il titolo di Famiglia Cristiana pochi mesi fa). In un bel editoriale apparso oggi sull’Agi, l’esperto giornalista Nicola Graziani tratteggia tutti i capitoli di questa storia sempre più tesa tra i vertici cattolici e il Governo Conte, in particolare nei confronti e nei giudizi sull’operato di Matteo Salvini. È ovviamente il tema migranti il primario e principale casus belli tra il Vaticano, la Cei e il Ministro degli Interni, nonché l’ultimo scoppiato: «Da giorni ci sono 49 migranti a bordo di due navi Ong: rivolgo un accorato appello ai leader europei perché dimostrino concreta solidarietà nei confronti di queste persone», queste parole ieri dette da Papa Francesco all’Angelus sono state intercettate come un affondo importante contro Salvini e il Governo italiano (anche se in realtà si appellano a tutti i leader Ue, non va dimenticato). La proposta della Cei (con l’arcivescovo di Torino, ndr) di ospitare i migranti della Sea Watch ha poi fatto il resto, aumentando quello che ad oggi viene definito come “il grande freddo” tra la Santa Sede e Palazzo Chigi.



DA FAMIGLIA CRISTIANA AD AVVENIRE: IL DISTACCO ANCHE MEDIATICO

Mesi fa un titolo particolare di Famiglia Cristiana, “Vade retro Salvini” aveva innalzato i muri tra i cattolici, dividendo in pro-contro Salvini sempre partendo dal fronte immigrazione: poi la continua campagna di Avvenire a fianco delle Ong e in difesa delle vite salvate in mare, aveva acuito il senso di critica contro il Viminale. Ma attenzione, non è solo migranti il fronte della sfida: il raddoppio dell’Ires sul Terzo Settore in Manovra aveva scatenato le ire della Chiesa, con l’errore poi riconosciuto da Salvini, Di Maio e Conte. Ora attendono che il governo mantenga l’impegno a rivedere la “tassa sulla bontà”, come di fatto auspicato anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel suo accorato discorso di Capodanno: in questi giorni La Civiltà Cattolica, tramite il suo direttore Padre Antonio Spadaro (tra i più influenti collaboratori del Papa, ndr) ha rilanciato il tema politico «Per i populismi che sperimentiamo oggi, la forza di una democrazia dipende dall’esistenza di un popolo relativamente omogeneo con un’identità precisa e riconoscibile fondata sulla coesione etnica. Ma attenzione, perché quando la comunità etnica si pone al di sopra della persona, secondo Jacques Maritain, non vi è più alcun baluardo al totalitarismo politico. E attenzione: Emerge anche in Europa l’ossimoro di democrazie che possono morire per mani di leader eletti democraticamente». Il distacco è mediatico ma è anche sostanziale con gli stessi fedeli cattolici che si ritrovano “divisi” tra chi imputa a Salvini tutte le colpe della politica di oggi e chi invece vede nella battaglia di “buon senso” del Ministro una rinnovata battaglia dopo una stagione di costanti e fallimentari apporti dei cattolici in politica. Il grande freddo è calato e spesso si ha il rischio di “occultare” quello che dovrebbe essere il centro dell’esperienza cristiana: Gesù Cristo, e non il “Vangelo di Salvini” o il “Vade retro” al Ministro leghista..



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