A Santa Marta, questa mattina, durante la messa di inizio giornata, papa Francesco nella sua omelia ha preso spunto da una foto che si trova sui muri dell’Elemosineria Apostolica scattata dal fotografo dell’Osservatore romano, Daniele Garofani. Nella foto si vedono persone che escono da un ristorante romano, di tarda sera, dove, fuori della porta, è sdraiato un senza tetto che chiede l’elemosina. Il papa ha fatto notare che la foto è stata scattata proprio mentre i soddisfatti clienti voltano lo sguardo dall’altra parte: è la cultura dell’indifferenza, spiega. Girarsi dall’altra parte, non vedere la sofferenza altrui. Non è un fatto nuovo, purtroppo. È un atteggiamento che risale fino ai tempi degli apostoli, spiega papa Francesco, commentando il Vangelo della moltiplicazione dei pani e dei pesci, in cui i discepoli guardano l’enorme folla al seguito di Gesù e suggeriscono al Messia: «Congedali, che vadano per le campagne, al buio, con la fame. Che si arrangino: è problema loro… Noi ne abbiamo: cinque pani e due pesci per noi». Il comandamento di Dio amatevi gli uni gli altri evidentemente non è entrato nel nostro cuore, dice ancora il papa mentre invece Gesù fa sempre il primo passo perché ci ama: è «il mistero dell’amore» cristiano, afferma, di un Dio che «ci ha amati per primo» e che «ha fatto il primo passo» mandando suo Figlio, «inviato per salvarci e dare un senso alla vita, per rinnovarci, per ricrearci».
PAPA FRANCESCO E LA CULTURA DELL’INDIFFERENZA
Ma perché Dio lo ha fatto? Per «compassione», insiste il Vescovo di Roma. La stessa che prova Gesù davanti alla moltitudine di gente estesa sulle rive del lago di Tiberiade: soli, dispersi, «come pecore che non hanno pastore». Gesù si commuove, «vede quella gente, e non può restare indifferente» perché il vero amore «è inquieto», «non tollera l’indifferenza», «ha compassione». Che cosa significa? “Mettere il cuore in gioco, spiega il papa, “giocare il proprio cuore per gli altri. E’ quello che fanno anche i discepoli quando dicono al Signore di congedare la folla perché hanno pane solo per loro: erano indifferenti, non sapevano amare, dice. La risposta di Gesù nel Vangelo è quindi «tagliente»: «Voi stessi date loro da mangiare», ovvero «prendetevi carico di loro». «Questa è la lotta fra la compassione di Gesù e l’indifferenza che si ripete nella storia sempre, sempre… Tanta gente che è buona, ma non capisce i bisogni altrui, non è capace di compassione». Questa indifferenza è una specie di “odio cosciente”: essere soddisfatti, non mancare di niente, anche andare a messa tutte le domeniche, “ma quando esco dal ristorante guardo da un’altra parte”. Tale indifferenza “è una malattia” conclude.