Lo scontro come ogni Natale non è sul contenuto della venuta di Cristo nel mondo, o sulla contemporaneità o meno della nascita del Figlio di Dio, ma sullo scontro al 99% pretestuoso sul significato del presepe. La presenza o meno nelle scuole italiane ogni anni vede schiera di presidi, insegnanti, famiglie, politici e istituzioni dire la “loro” arrivando anche a posizioni assai dure: la verità è che troppo spesso si “cerca” lo scontro senza avanzare il dialogo o il confronto, senza voler realmente arrivare ad una crescita ma solo ribadire la propria posizione contro tutto e tutti. Dopo l’appello del Ministro Bussetti negli scorsi giorni – «Il crocifisso per me è il simbolo della nostra storia, della nostra cultura, delle nostre tradizioni, non vedo che fastidio possa dare nelle nostre aule, anzi, può aiutare a far riflettere. E sono favorevole ai presepi nelle scuole in occasione del Natale, fa parte della nostra identità» – la reazione di diversi presidi in Italia è stata veemente. Secondo quanto riporta il Corriere della Sera, a Bologna sono tanti i dirigenti scolastici ad aver preso le indicazioni (non vincolanti, tra l’altro) del Miur come un affronto: «Non ho mai vietato il presepe, ma nemmeno obbligo a farlo. Stesso discorso per il crocifisso: la scuola è laica, non servono oggetti di culto nelle classi», spiega Carmelo Adagio, ex presidente (dei Verdi) del San Vitale, oggi alla guida dell’Ic di Monghidoro.



LA CRITICA DI ALCUNI PRESIDI: “NOI SIAMO MULTICULTURALI”

In molti alzano le “barricate” e rivendicano l’autonomia di scelta nel merito del presepe a scuola, come del resto per il crocifisso, mentre altri spiegano con un atteggiamento molto più disponibile al confronto e al paragone a seconda della diverse situazione esistente nelle proprie classi: «Quanto al presepe, va rispettata la libertà di pensiero delle maestre, ma è una rappresentazione bella e desiderata dai bambini. Le scuole si chiudono per il Natale, il presepe è un bel simbolo per spiegare il motivo di questa chiusura. È una tradizione che ci appartiene, nelle nostre scuole quando sono arrivata già si faceva, mi è stato chiesto il permesso e non l’ho negato. Ma si evitino gli estremismi da una parte e dall’altra», spiega sempre al CorSera anche la preside dell’Ic 6 di Bologna Alessandra Canepa. Poi la polemica si sposta anche nel Veneto dove invece negli ultimi giorni diversi sono state le polemiche “contro” il presepe e contro le prese di posizioni della Lega di Salvini in difesa della tradizione contro il multiculturalismo. «Siamo multiculturali», spiega la preside della scuola di Favaro, contro i genitori che invece replicavano «Noi siamo per il ritorno alla tradizione». Lo scontro, non il confronto, ancora una volta: meno male che dentro quel Presepe c’è un personaggetto che ha la “pretesa” di venire ogni anno per dare una risposta libera, netta ma aperta a tutti, anche i più “testoni”..

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