Dal 2 marzo 2020 gli archivi di Papa Pio XII saranno resi noti e accessibili: lo ha deciso Papa Francesco annunciandolo questa mattina durante l’udienza concessa all’Archivio Segreto Vaticano il quale già da tempo per scelta di Benedetto XVI stanno dedicando una immensa preparazione per la pubblicazione imminente dei documenti rappresentanti i 19 lunghi anni di Pontificato di Eugenio Pacelli. Uno dei Papi più controversi della storia recente più per le “accuse” ricevute dall’esterno che non per mancanze/dubbi interni alla stessa Chiesa Cattolica: la “leggenda nera” che lo volle “amico” e “connivente” di Hitler durante la Seconda Guerra Mondiale si accolla da sempre sulla figura di Papa Pio XII anche se la storia ha già dimostrato come l’intervento del Vaticano in difesa degli ebrei in ogni parte del mondo (accolti e nascosti in conventi, chiese, parrocchie, scuole, con il sacrificio della vita e il martirio di molti uomini e donne di fede) fu opera voluta e appoggiata in sottotraccia proprio da Papa Pacelli. Tra un anno esatto, a 80 anni dall’elezione di Pio XII, il Vaticano aprirà gli archivi e (forse) gli attacchi continui di decenni diminuiranno. «Si trovò a condurre la Barca di Pietro in un momento fra i più tristi e bui del secolo Ventesimo, agitato e in tanta parte squarciato dall’ultimo conflitto mondiale, con il conseguente periodo di riassetto delle Nazioni e la ricostruzione postbellica, questa figura è stata già indagata e studiata in tanti suoi aspetti, a volte discussa e perfino criticata (si direbbe con qualche pregiudizio o esagerazione). Oggi essa è opportunamente rivalutata e anzi posta nella giusta luce per le sue poliedriche qualità: pastorali, anzitutto, ma poi teologiche, ascetiche, diplomatiche», spiega Bergoglio nel discorso di stamani all’Archivio Segreto.



“LA CHIESA NON HA PAURA DELLA STORIA”

Proprio per questi motivi, Papa Francesco ha deciso di rendere consultabile l’intera documentazione di un Pontificato iniziato nel 1939 e conclusosi nel 1958 con la morte di Papa Pio II: «sicuro che la seria e obiettiva ricerca storica saprà valutare nella sua giusta luce, con appropriata critica, momenti di esaltazione di quel Pontefice e, senza dubbio anche momenti di gravi difficoltà, di tormentate decisioni, di umana e cristiana prudenza, che a taluni poterono apparire reticenza, e che invece furono tentativi, umanamente anche molto combattuti, per tenere accesa, nei periodi di più fitto buio e di crudeltà, la fiammella delle iniziative umanitarie, della nascosta ma attiva diplomazia, della speranza in possibili buone aperture dei cuori». Nel silenzio e lontani dai clamori, esattamente come agì Pio XII nel suo pontificato, Papa Francesco ha lodato l’opera dell’Archivio che ha sempre collaborato per la verità e non per il “nascondimento”: «la Chiesa non ha paura della storia, anzi, la ama, e vorrebbe amarla di più e meglio, come la ama Dio! Quindi, con la stessa fiducia dei miei predecessori, apro e affido ai ricercatori questo patrimonio documentario». Nuove fonti, nuovi documenti, 151mila posizioni della Segreteria di Stato e quant’altro nell’immenso Archivio tra un anno pienamente disponibile: «verranno aperti, fino all’ottobre del 1958, l’Archivio Segreto Vaticano, l’Archivio Storico della Sezione dei Rapporti con gli Stati della Segreteria di Stato, l’Archivio Storico della Congregazione per la Dottrina della Fede, l’Archivio Storico della Congregazione per l’Evangelizzazione dei Popoli, l’Archivio Storico della Congregazione per le Chiese Orientali, l’Archivio della Fabbrica di San Pietro e, secondo modalità e forme di accesso differenti, anche altri Archivi Storici di Congregazioni, Dicasteri, Uffici e Tribunali, a discrezione dei relativi superiori», spiega sull’Osservatore Romano mons. Sergio Pagano, prefetto dell’Archivio Segreto Vaticano.

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