«Nella vita ci sono dei problemi, litighiamo tra noi, ma questa deve essere una cosa passeggera perché nel cuore nostro ci deve essere questo amore di servire l’altro», ha detto Papa Francesco celebrando la Messa in Cena Domini nel carcere di Velletri, dopo aver lavato i piedi ai detenuti nella consueta tradizione cristiana direttamente “figlia” dell’insegnamento di Gesù. 12 carcerati in tutto, provenienti da 4 diversi Paesi: 9 sono italiani, 1 brasiliano, 1 della Costa d’Avorio e 1 del Marocco. Ai fedeli detenuti, il Santo Padre ha parlato a braccio con una breve omelia che riguarda ovviamente l’intera Chiesa mondiale: «Dice il Vangelo, sapendo Gesù che il padre aveva dato tutto nelle sue mani, ossia aveva tutto il potere, e poi comincia a fare il gesto di lavare i piedi. E’ un gesto che facevano gli schiavi perché non c’era l’asfalto e quando la gente arrivava in una casa per visita o per pranzo c’erano gli schiavi che lavavano i piedi, e Gesù fa questo gesto da schiavo, lui che aveva tutto il potere, lui che era il Signore fa il gesto da schiavo. E poi consiglia tutti: fate questo gesto tra voi, cioè servite l’uno all’altro, siate fratelli nel servizio, non nell’ambizione di chi domina o calpesta l’altro, no: servizio. Tu hai bisogno di qualcosa? Te lo faccio. Questa è la fratellanza, umile, nel servizio. Io farò questo gesto, la Chiesa vuole che il vescovo lo faccia tutti gli anni il giovedì santo per imitare il gesto di Gesù e per fare bene con l’esempio a lui stesso, perché il vescovo non è il più importante, deve essere il più servitore, e ognuno di noi deve essere il servitore degli altri». La regola del servizio, l’umiltà della Verità che si fa “piccola” per andare incontro all’uomo peccatore: «E’ vero che nella vita ci sono dei problemi, litighiamo tra noi, ma questa deve essere una cosa passeggera perché nel cuore nostro ci deve essere questo amore di servire l’altro. E questo gesto che oggi farò sia per tutti noi un gesto che ci aiuti a essere più servitori l’uno dell’altro, più amici, più fratelli. Con questi sentimenti continuiamo la celebrazione con la lavanda dei piedi».
IL GIOVEDÌ SANTO CON PAPA FRANCESCO
Papa Francesco per questo giovedì santo si appresta a celebrare i riti del Triduo di Pasqua all’interno del carcere di Velletri, mantenendo l’abitudine e tradizione già presa quando era ancora Vescovo di Buenos Aires: la Messa del Sacro Crisma in San Pietro e poi il viaggio verso la vicina Velletri per celebrare la Lavanda dei Piedi – in memoria del gesto di umile carità rivolto da Cristo ai suoi apostoli due giorni prima della Pasqua – e la successiva Messa in Cena (Coena) Domini dove si rimembra l’Ultima Cena del Signore assieme ai 12, dove viene spezzato il pane e versato il vino come anticipo della Passione. Tutti questi gesti saranno ripetuti in ogni Diocesi del mondo a memoria dei primi momenti della Pasqua di Gesù e ovviamente saranno affrontati in prima persona da Papa Francesco nella casa circondariale di Velletri (Lazio): dalle ore 16.30 in poi sarà possibile seguire l’evento in diretta tv sui canali vaticani e della Cei (Tv2000) e anche in diretta streaming video sul consueto canale ufficiale YouTube di Vatican News. Prosegue la tradizione delle carceri visitate dal Papa fin dal primo anno della sua elezione: Carcere minorile Casal del Marmo (2013), nel Centro Santa Maria della Provvidenza – Fondazione Don Gnocchi (2014), nel Carcere di Rebibbia (2015), nel C.A.R.A. Castel Novo di Porto (2016) e Carcere di Palliano, Frosinone e Diocesi di Palestrina (2017) e Carcere di Regina Coeli a Roma (2018).
LAVANDA DEI PIEDI AI DETENUTI: L’INIZIO DEL TRIDUO
La visita di Francesco per questo questo Giovedì Santo prevede gli incontri con i detenuti, il personale civile e gli agenti della Polizia penitenziaria e ovviamente la Celebrazione Eucaristica con il rito della lavanda dei piedi a dodici detenuti. Attualmente il carcere di Velletri ospita quasi 600 uomini, con una presenza di stranieri attestata attorno al 25%, in prevalenza romeni, marocchini e albanesi: una scelta di unirsi agli ultimi della società, i reietti e i meno considerati proprio per i loro peccati e tremendi reati. Bergoglio intende rinnovare la “promessa” che ogni Pontefice e testimone di Cristo in terra compie in riferimento agli “ultimi”, ai più bisognosi e ai più peccatori desiderosi di redenzione e perdono. Stando alla viva tradizione della Chiesa, la Lavanda dei Piedi è il gesto di più grande “lezione” che Gesù diede ai suoi più stretti amici e discepoli, una generosità totale nel donarsi verso tutti i fratelli, anche se considerati inferiori a Lui. Quando fu il turno di Simon Pietro, egli si oppose al gesto di Gesù: “Signore tu lavi i piedi a me?” ma Cristo rispose: “Quello che io faccio, tu ora non lo capisci, ma lo capirai dopo”.
LA MESSA IN CENA DOMINI NEL CARCERE DI VELLETRI
Nella Messa del Crisma di questa mattina a Roma – come in ogni parte del mondo – vi sarà la consacrazione degli Oli, rinnovamento delle promesse presbiteriani e benedizione di tutti Oli Santi che saranno usati durante l’anno per celebrare i Sacramenti. In ognuno di questi gesti, il richiamo forte alla memoria di Cristo rinnova quel “esempio” santo di un Dio che si fa piccolo e umile per accogliere ogni bisogno e affidamento umano, salvando l’individuo fin nel suo intimo più profondo. Un anticipo della Pasqua che da qui a poche ore si celebrerà per ricordare e rivivere la morte in Croce come dono ultimo in grado di estirpare il male dal mondo, affermando il trionfo della Libera Resurrezione nella carne e nello spirito. Nell’ultima cena di Gesù, si commemorano l’istituzione dell’Eucarestia e del Sacerdozio Ministeriale: dopo tale celebrazione, il Sacramento rimarrà per l’adorazione dei fedeli al meno fino alla mezzanotte. Nell’omelia dello scorso anno Papa Francesco, davanti ai detenuti di Regina Coeli, utilizzò queste parole «Oggi io, che sono peccatore come voi, ma rappresento Gesù, sono ambasciatore di Gesù. Oggi, quando io mi inchino davanti a ognuno di voi, pensate: “Gesù ha rischiato in quest’uomo, un peccatore, per venire da me e dirmi che mi ama”. Questo è il servizio, questo è Gesù: non ci abbandona mai; non si stanca mai di perdonarci. Ci ama tanto. Guardate come rischia, Gesù! E così, con questi sentimenti, andiamo avanti con questa cerimonia che è simbolica. Prima di darci il suo corpo e il suo sangue, Gesù rischia per ognuno di noi, e rischia nel servizio perché ci ama tanto».