La Procura di Roma sta cercando di vederci chiaro sul ritrovamento di ossa umane nella sede della Nunziatura Apostolica, sui quali si è ipotizzato un collegamento con la vicenda della scomparsa, avvenuta ormai 35 anni fa, di Emanuela Orlandi e di Mirella Gregori. E sta cercando di risalire all’elenco delle ditte che nel corso degli anni hanno effettuato ristrutturazioni, alla modalità e al tipo di intervento compiuto, durata dell’appalto e soprattutto data di inizio e fine lavori di ristrutturazione che hanno portato proprio al rilevamento dei resti ossei nel complesso di via Po. Gli investigatori della squadra mobile guidata da Luigi Silipo stanno lavorano febbrilmente nelle ultime ore anche sul fronte degli interrogatori, per riuscire a comprendere se qualcuno dei dipendenti  dell’ambasciata della Santa Sede in Italia possa fornire elementi utili riguardo il ritrovamento dello scheletro indivuduato sotto il pavimento nel seminterrato della guardiania, luogo che nasconderebbe la chiave del mistero. (agg. di Fabio Belli)



IPOTESI SULLA MOGLIE DEL CUSTODE

Le ossa rinvenute lo scorso lunedì sotto il pavimento di un edificio della Nunziatura Apostolica potrebbero essere quelle di Emanuela Orlandi, di Mirella Gregori o di nessuna delle due. Il mistero va avanti ma proprio in queste ore si è affacciata una nuova ipotesi riportata da RaiNews. Non è escluso infatti che le ossa che da un primo accertamento potrebbero appartenere a due persone diverse, di cui una donna, potrebbero essere quelle di una signora che con il mistero della Orlandi e della Gregori non avrebbe nulla a che vedere. Dalle indiscrezioni, in quelle stanze viveva una donna minuta, moglie di un custode e misteriosamente scomparsa negli anni Sessanta dopo l’ennesima lite con il marito. Da un giorno ad un altro quella signora non fu più vista. Ma questa è solo una delle tante ipotesi che si stanno diffondendo sul web, tra cui quella di un prelato vaticano rimasto anonimo, secondo cui “è molto probabile che continuando a scavare si possano trovare altri frammenti ossei umani perché sotto la sede della Nunziatura in Italia c’era un cimitero”. Quelli finora rinvenuti, dunque, potrebbero non essere gli unici resti umani? (Aggiornamento di Emanuela Longo)



I DUBBI SUL RITROVAMENTO

Sempre più fitto il mistero del ritrovamento di ossa alla Nunziatura apostolica di Roma, subito collegato al caso della scomparsa di Emanuela Orlandi. Bisognerà aspettare almeno una settimana per saperne di più. Emergono per ora solo frammenti di informazioni, con un’unica certezza: lo scheletro trovato in condizioni parzialmente buone è di una donna, probabilmente giovane. Ma sono state trovate anche altre ossa, quindi i corpi sono due. Per questo la Procura di Roma indaga per omicidio volontario e vuole comparare il Dna anche con quello della famiglia di Mirella Gregori, un’altra giovanissima sparita nel nulla. Diversi gli interrogatori effettuati, del resto sono tanti gli aspetti da chiarire, a partire dalla dinamica del ritrovamento. Ufficialmente risalirebbe a lunedì scorso ma, come riportato da Il Messaggero, potrebbe essere avvenuto precedentemente. I primi ad arrivare sul posto sono stati la Gendarmeria e il consulente nominato dal Vaticano, professor Giovanni Arcudi. Successivamente è stata coinvolta la magistratura italiana. E allora ci si chiede se il ritrovamento è stato davvero casuale, e se accanto ai corpi sia stato recuperato qualcosa: un indumento, un oggetto… Per questo motivo la polizia ha effettuato un nuovo sopralluogo a Villa Giorgina. (agg. di Silvana Palazzo)



IL CARBONE 14 E IL TEST DEL DNA

Possibile svolta nel caso relativo al ritrovamento di ossa all’interno di una dependance della Nunziatura apostolica a Roma. Secondo Barbara Palombelli, conduttrice di Stasera Italia, non apparterrebbero ad Emanuela Orlandi. «Fonti giornalistiche vaticane dicono che non è lo scheletro di Emanuela… aspettiamo le indagini», scrive su Facebook, come riportato da Libero. Le ossa sarebbero di due persone diverse, ma lo scheletro sembra essere quello di una giovane donna. Da qui il collegamento con Emanuela Orlandi e Mirella Gregori. Il procuratore aggiunto Francesco Caporale e il pm Francesco Dall’Olio sentiranno nei prossimi giorni i quattro operai che hanno fatto la macabra scoperta. Il test del Dna potrebbe fare chiarezza sul collegamento: per avere risultati certi ci vorranno comunque alcuni giorni. E forse anche per questo ieri mattina si è recato in procura Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, offrendo volontariamente i propri campioni biologici. Il test del Carbonio 14 porterà invece risultati più lentamente. (agg. di Silvana Palazzo)

PARLA MONSIGNOR GIANFRANCO GIROTTI

La Chiesa non sembrerebbe così convinta del fatto che le ossa ritrovate presso la Nunziatura di Roma negli scorsi giorni, siano quelle di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori, entrambe scomparse nel 1983, 35 anni fa, e mai ritrovate. Monsignor Gianfranco Girotti, reggente emerito della Penitenzieria Apostolica, intervistato dai microfoni di Repubblica ha affermato a riguardo: «In Vaticano tutti pensano che i nomi di Emanuela Orlandi e Mirella Gregori non c’entrino nulla col ritrovamento delle ossa che ha avuto luogo sotto il pavimento della Nunziatura Apostolica di via Po a Roma». L’esponente della Santa Sede si era esposto già ai tempi in cui la magistratura stava cercando i resti di Emanuela a Sant’Apollinare: «Anche allora – spiega – mi sembrava un’ipotesi priva di un reale fondamento. E lo confermo oggi. Non e’ inusuale trovare sotto le chiese o sotto gli edifici in zone extraterritoriali resti umani – sostiene Girotti – Così credo che con Orlandi e Gregori questi resti non abbiano nulla a che fare: posso sempre sbagliarmi ma questo é il mio pensiero». A far venire il forte sospetto che i resti rinvenuti appartengano alle due ragazze scomparse, il fatto che siano stati scoperti sotto ad un pavimento che era stato rifatto negli anni ’80, proprio nel periodo in cui Emanuela e Mirella facevano perdere ogni traccia di se. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LE PAROLE DEL FRATELLO PIETRO

La madre di Emanuela Orlandi, Maria, ha parlato anche ai microfoni del Corriere della Sera, commentando la notizia riguardante le ossa ritrovate presso la Nunziatura di Roma, che potrebbero appartenere alla figlia scomparsa nel 1983. Maria si lamenta con la stampa così: «Cercano, cercano, ma cosa cercano adesso? Adesso è tardi. Dovevano cercare dall’inizio, dal giorno in cui Emanuela non tornò più a casa, qui da me». Sulla questione è intervenuto anche il fratello, Pietro, che ha sempre tenuto una posizione critica nei confronti delle autorità e della chiesa: «Ma perché alla scoperta delle ossa – si domanda ai microfoni del quotidiano La Stampa – si è parlato subito di un collegamento con la scomparsa di Emanuela?». Su QN, Pietro aggiunge che sarebbe ben felice che si trattasse di una svolta: «Ma dopo tante docce fredde resto prudente – aggiunge – troppe disillusioni. Certo, ogni novità la reputo importante. Sono determinato a fare di tutto perché la verità emerga e fiducioso che un giorno emergerà. Ma resto prudente. Fino a che non trovano un corpo e lo identificano con chiarezza, io Emanuela voglio cercarla viva». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

LE PAROLE DELLA MADRE

Esce allo scoperto Maria Orlandi, la mamma di Emanuela. Negli scorsi giorni sono state ritrovate delle ossa durante i lavori di ristrutturazione di una dependance presso la Nunziatara apostolica in Roma: «Ho pensato al fatto che c’è gente che ha fatto una cosa bruttissima a tutti noi – le parole che la madre della ragazza scomparsa 35 anni fa, ha rilasciato ai microfoni de Il MessaggeroEmanuela da quel giorno non la abbiamo più vista. In questi anni siamo stati sostenuti da una grande fede. Spero che un giorno si possa far tornare il suo corpo a casa. Spero che chi sa qualcosa ascolti, ci aiuti». Maria è pronta a perdonare chi ha fatto del male alla sua famiglia: «Sì. Si può perdonare chi ti ha fatto tanto male – spiega – persino queste persone malvagie che hanno distrutto la felicità di una famiglia serena e noi eravamo una famiglia serena; forse queste persone avranno una coscienza e sicuramente sarà Dio a giudicarle e castigarle. Mi ripeto spesso: sia fatta la volontà di Dio, e con questa forza si deve andare avanti». Sono attesi gli esami sulle ossa rinvenute nei prossimi giorni, che a quanto pare apparterrebbero a due ragazze differenti. Questo macabro ritrovamento potrebbe rappresentare la svolta in uno dei più grandi misteri della storia moderna d’Italia. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)

PARLA IL LEGALE DELLA FAMIGLIA ORLANDI

Dopo il ritrovamento di ossa in un locale annesso alla sede della Nunziatura apostolica, la famiglia di Emanuela Orlandi chiede chiarezza. E lo fa anche riguardo la connessione con la scomparsa della ragazza. «Chiederemo alla Procura di Roma e alla Santa Sede in che modalità sono state trovate le ossa e come mai il loro ritrovamento è stato messo in relazione con la scomparsa di Emanuela Orlandi o Mirella Gregori», ha dichiarato il legale della famiglia Orlandi, l’avvocato Laura Sgrò. Per il legale dal bollettino emesso ieri sera dalla Santa Sede emergono poche informazioni. Intanto da un primo esame delle ossa trovate, su cui si sta indagando, è emerso che si tratterebbe di un corpo di donna. L’evidenza – come appreso dall’Ansa – sarebbe emersa dall’esame delle ossa del bacino dello scheletro trovato integro, ma si stanno analizzando anche le altre ossa trovate. L’avvocato Sgrò ha accompagnato in procura anche Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, per prendere contatto con gli inquirenti che procedono per omicidio dopo il ritrovamento della ossa.

FAMIGLIA ORLANDI CHIEDE SPIEGAZIONI

«C’è una attività istruttoria in corso e contiamo di avere notizie più dettagliate nei prossimi giorni», ha dichiarato l’avvocato Laura Sgrò, legale della famiglia Orlandi. Durante la trasmissione Chi l’ha visto, che si è occupata del ritrovamento che ha riaperto il caso, è intervenuta anche Natalina, sorella della 15enne scomparsa nel giugno del 1983. «Io ora ci spererei che ci fosse qualcosa che riguarda Emanuela e Mirella, così Emanuela finalmente potrebbe “parlare”, dirci che cosa è successo, come è morta. Sappiamo solo che è stata portata via, non ci sono elementi che possano dirci altre cose». Ma da chi è stata portata via? «In questi 35 anni sono tanti che hanno sfruttato la parola Vaticano dietro Emanuela – ha proseguito Natalina -. Ci hanno fatto credere di tutto e non smettono di farcelo credere». La sorella di Emanuela Orlandi ha spiegato di aver appreso la notizia del ritrovamento delle ossa dai giornalisti. «Il Vaticano è un territorio piccolissimo, ci conosciamo tutti. Mi sarei aspettata una telefonata. Ma non erano tenuti in mancanza di notizie certe». La scomparsa di Emanuela Orlandi, figlia quindicenne di un commesso della Prefettura della casa pontificia, è uno dei grandi misteri d’Italia.