Il piccolo Alessandro Maria Montresor, conosciuto ormai come il piccolo Alex, continua a lottare e sperare assieme agli amatissimi papà Paolo e mamma Cristiana: dall’ospedale GOST di Londra il trasferimento al Bambino Gesù di Roma, uno dei centri pediatrici più famosi ed esperti al mondo. Finalmente ora si potrà tentare quel difficilissimo ma necessario trapianto di midollo osseo che può salvare la vita del piccolo Alex, affetto dalla nascita di una forma particolarmente acuta e rara di linfoistiocistosi emofagocitica: la ricerca di un donatore, partita mesi fa con un tam tam sui social che ha coinvolto in maniera commovente tantissime persone sparse in tutto il mondo, non ha avuto effetto purtroppo. Uno solo pareva essere idoneo ma le tempistiche per il trapianto non andavano bene con le esigenze strettissime di Alessandro, che non aveva troppi mesi di “autonomia” prima del vitale trapianto. A quel punto, qualche giorno fa, l’annuncio della famiglia Montresor: all’Ospedale Bambino Gesù del Vaticano a Roma (famoso nel recente passato per i casi Charlie Gard e Alfie Evans, ndr) verrà sottoposto a una tecnica di trapianto innovativa per cui l’ospedale della Santa Sede è all’avanguardia.
“ALEX È IN BUONE CONDIZIONI”
Si tratta della tecnica di midollo da genitore con una metodica di manipolazione delle cellule staminali: in sostanza, l e cellule staminali da trapiantare e prelevate dal genitore vengono manipolate in modo da eliminare gli elementi che potrebbero determinare un rigetto futuro e per questo si otterrebbe una compatibilità ottimale per il donatore. Dal Great Ormond Street Hospital hanno fatto sapere, tramite la cartella giunta ora in mano ai medici italiani, che le condizioni generali del piccolo Alex Montresor sono buone e ottimali per un intervento: «Il trattamento farmacologico in corso, avviato al Great Ormond Street Hospital, sta contribuendo efficacemente al contenimento della malattia e verrà proseguito fino all’avvio della procedura trapiantologica», riporta Repubblica. Il trapianto pare verrà tentato verso metà dicembre, non appena i genitori del piccolo effettueranno tutti gli screening al fine di valutarne l’eleggibilità alla donazione di cellule staminali emopoietiche.