Nuove e importanti dichiarazioni di Pietro Orlandi, fratello di Emanuela: l’uomo ha raccontato che a dare la notizia del ritrovamento delle ossa nella Nunziatura della sede apostolica è stata la stessa Santa Sede, che ha associato il rinvenimento a Emanuela. Ecco le sue parole ai microfoni di Radio Cusano Campus: “E’ stata una fonte interna a comunicare all’Ansa del ritrovamento di quelle ossa, associando la scoperta a mia sorella: questa cosa mi ha colpito molto, soprattutto in relazione al tipo di comportamento avuto dal Vaticano in questi 35 anni, ovvero un comportamento di massima riservatezza e di silenzio”. Pietro Orlandi ha poi aggiunto: “Un altro aspetto abbastanza strano è che il Segretario di Stato Vaticano, monsignor Pietro Parolin, ha escluso che quelle ossa possano essere di Emanuela: come può dirlo se le analisi sono in corso? Se ne ha parlato, evidentemente, c’è un certo interesse da parte della Chiesa”. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



L’ENIGMA DELLE OSSA NELLA NUNZIATURA

Quella di Emanuela Orlandi è una storia di misteri e depistaggi, retroscena e mancate verità, che adesso giunge forse ad uno dei suoi capitoli conclusivi. Perché dopo il ritrovamento di uno scheletro di donna e di un mucchietto di ossa sotto il pavimento della portineria della Nunziatura Apostolica Vaticana, sono davvero in tanti a credere che la verità della ragazza scomparsa a Roma il 22 giugno 1983 sia finalmente più vicina. Appartengono alla ragazza scomparsa 35 anni fa le ossa rinvenute da tre operai impegnati in alcuni lavori nella sede diplomatica del Vaticano? O sono invece di Mirella Gregori, la 15enne a sua volta scomparsa nel maggio dello stesso anno? Sono tanti gli interrogativi, i punti oscuri di una vicenda che ha imbarazzato la Chiesa di Roma al punto che la stessa è stata accusata più volte di un atteggiamento ostruzionista, poco collaborativo nei confronti della magistratura italiana. Adesso il ritrovamento mette spalle al muro gli attendismi, squarcia una ferita nei rapporti tra il Vaticano e l’opinione pubblica che a dirla tutta non ha mai smesso di sanguinare. Sono di Emanuela Orlandi quelle ossa in Nunziatura?



EMANUELA ORLANDI, OSSA IN NUNZIATURA: PAROLIN, “PREMATURO PENSARE SIANO SUE”

In attesa dei risultati della scientifica, che sta lavorando sulle ossa ritrovate in Nunziatura per cercare di attribuire loro un’identità, sul caso di Emanuela Orlandi ha espresso la posizione del Vaticano il segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin:”Da parte nostra c’è la massima disponibilità e la massima collaborazione con l’Italia a risolvere questo caso”. Sentito da Il Messaggero, il titolare della “politica estera” vaticana, ha predicato prudenza:”Ho seguito questa vicenda sin dall’inizio ma sulla connessione tra il ritrovamento e la Orlandi non è che ci sia tanto da dire: francamente non so chi abbia potuto mettere in relazione quei poveri resti con la vicenda della piccola Manuela. Non saprei. E’ stata una sorpresa anche per me. Tutti stiamo aspettando che finiscano le operazioni scientifiche in corso per avere risposte (…) Sono stati ritrovati dei resti umani, abbiamo voluto sapere di chi fossero e abbiamo chiesto l’aiuto dell’Italia, ma da parte nostra non c’è stato alcun collegamento alla Orlandi. Aspettiamo la fine di questi accertamenti che richiedono il loro tempo“.



EMANUELA ORLANDI, OSSA IN NUNZIATURA: I LEGAMI CON DE PEDIS

I presunti resti di Emanuela Orlandi sono stati oggetto di ricerche in molti luoghi in questi lunghi 35 anni dalla sua scomparsa. Il caso più celebre andò in scena all’interno della Basilica di Sant’Apollinare, dove le ossa della 15enne vennero cercate all’interno della tomba di Renato De Pedis, il capo della banda della Magliana sospettato di essere coinvolto nel sequestro della ragazza. A tal proposito, intervistato da Quarto Grado, il fratello di Emanuela, Pietro Orlandi, ha raccontato un aneddoto molto significativo: “Quando in Vaticano è stato convocato Giancarlo Capaldo (il magistrato all’epoca titolare dell’inchiesta sulla scomparsa di Emanuela Orlandi, ndr) gli hanno chiesto due favori: uno, che fosse la magistratura a togliere De Pedis da Sant’Apollinare; due, un aiuto per risolvere la questione di Emanuela, trovando una verità di comodo che facesse il minor danno possibile alla Santa Sede. Per questo erano disposti a dare un fascicolo con i nomi di persone che avevano avuto un ruolo in questa vicenda. Ma fino ad un certo livello: perché oltre non si poteva andare. Il magistrato, però, disse che la famiglia di Emanuela, più che i responsabili, voleva sapere se Emanuela era viva o era morta. E, se morta, avere la possibilità di ritrovare il corpo. Gli è stato risposto: “Va bene”. E questa è una cosa allucinante: in Vaticano gli hanno risposto “va bene“.

EMANUELA ORLANDI, OSSA IN NUNZIATURA: IL FRATELLO PIETRO, “FOSSERO SUE..”

Il convincimento di Pietro Orlandi, dunque, è che il Vaticano sappia da sempre a quale destino sia andata incontro la sorella Emanuela. Un pensiero rinfrancato dall’incontro con il Papa: “Quindici giorni dopo la sua elezione, ho incontrato Papa Francesco che seccamente mi ha detto “Emanuela sta in cielo”. E se lui mi ha detto questa frase, con l’inchiesta ancora aperta, vuol dire che sa qualcosa più di noi. E da quel momento, il muro si è alzato ancora più di prima. E quando io ho incontrato il segretario di Stato, persona molto sensibile a questa storia, e gli ho chiesto se aveva parlato con Papa Francesco, lui mi ha detto che da parte del Papa, su questa storia, c’è chiusura totale“. Rispetto all’ipotesi che le ossa ritrovate in Nunziatura siano quelle di Emanuele, il commento di Pietro è il seguente:”Aspettiamo che le analisi preliminari diano un risultato e da lì si potranno comparare con il DNA di Emanuela. Dovessero essere le sue ossa, per me non sarebbe una gioia: perché Emanuela, mia sorella, morirebbe in quel momento. Ma se quella fosse la verità, sarebbe giusto farla venir fuori. Certamente non finirebbe lì, però: Emanuela non è andata lì da sola. Qualcuno ce l’ha portata“. Clicca qui per il video di Quarto Grado con la ricostruzione del caso di Emanuela Orlandi.