Dopo la pubblicazione del video delle intercettazioni, arrivano nuovi aggiornamenti sul terrorista arrestato a Bari. Come evidenzia Il Fatto Quotidiano, Ibrahim è arrivato in Italia nel 2016: prima tappa in Sicilia per poi stabilizzarsi a Forlì dopo aver ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari. Nel novembre dello scorso anno si è spostato a Bari: dopo aver risieduto nello Sprar del quartiere San Paolo, ha lavorato nella raccolta stagionale dei pomodori, nel Foggiano, per poi far rientro a Bari e lavorare come operaio. L’indagine delle forze dell’ordine è stata di enorme portata, anche perché il somalo utilizzava diversi profili falsi in rete, e spunta un dettagli di qualche giorno fa: subito dopo l’attentato terroristico di Strasburgo, il ventenne scriveva sui social network «Se uccide i cristiani – da qualsiasi luogo provenga – è nostro fratello». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



ESALTAZIONE AL MARTIRIO SUL WEB

Mohsin Ibrahim Omar era affiliato all’Isis in Somalia: questo quanto risulta alla Procura di Bari al termine di una lunga indagine sul 20enne, arrestato negli scorsi giorni. I dati in possesso degli inquirenti documentano la totale adesione all’ideologia dello Stato islamico, nonché la sua «organicità alla componente armata somalo-keniota di Daesh». Sky Tg 24 evidenzia che il giovane avrebbe diffuso sui social network, soprattutto su Facebook, foto e post di esaltazione al martirio, frutto di un «intenso indottrinamento su un altro straniero in corso di identificazione, al quale impartiva vere e proprie istruzioni teorico-operative sul concetto di jihad armato». «L’urgenza di eseguire il provvedimento restrittivo è stata dettata dai riferimenti all’elaborazione di possibili progettualità ostili in relazione alle imminenti festività natalizie e alle chiese, in quando luoghi frequentati solo da cristiani», il commento degli investigatori. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



CONVALIDATO IL FERMO PER MOHSIN IBRAHIM OMAR

Terrorismo, è stato convalidato il fermo del 20enne somalo arrestato a Bari nei giorni scorsi: Mohsin Ibrahim Omar, è accusato dei reti di associazione con finalità di terrorismo, istigazione e apologia del terrorismo, aggravate dall’utilizzo del mezzo informatico e telematico. E la Polizia di Stato ha diffuso il video delle intercettazioni del giovane, ritenuto dalle agenzie per la sicurezza Aisi e Aise come affiliato al Daesh in Somalia e in contatto con una sua cellula operativa. «Mettiamo bombe a tutte le chiese d’Italia. La Chiesa più grande dve sta? Sta a Roma?», questo un passaggio delle intercettazioni, con Ibrahim che ha poi affermato: «Quello che uccide i cristiani, i nemici di Allah è un nostro fratello, se uccide i cristiani è nostro fratello» e ancora «quando uno ha ucciso con la strada di Allah che la gloria sia con lui, non è morto».



INTERCETTAZIONI TERRORISMO, IL VIDEO DEL SOMALO DI BARI

Il gip del Tribunale di Bari Maria Teresa Romita ha convalidato il provvedimento eseguitolo scorso 13 dicembre con Mohsin Ibrahim Omar, conosciuto anche come Anas Khalil, che era finito sotto i riflettori degli inquirenti già da diverso tempo: come sottolinea Repubblica, la Digos ha raccolto molto materiale sospesso in possesso del 20enne, riconducibile all’ideologia jihadista. Tra quanto raccolto dalle forze dell’ordine, anche alcune fotografie relative al Vaticano che il terrorista aveva scaricato da Internet. Ibrahim, attualmente assistito da un difensore di fiducia e da un interprete, sabato ha reso interrogatorio in carcere nel corso dell’udienza di convalida di fronte al gip ed ha risposto per circa due ore alle domande del giudice e del pubblico ministero della Dda barese Giuseppe Maralfa. Attesi nuovi aggiornamenti dalla vicenda: ricordiamo che il giovane aveva già preparato la valigia per scappare da Bari prima di essere bloccato dalle forze dell’ordine. Allerta alta in Italia dopo i fatti di Strasburgo.