Ha dirottato un bus armato di coltello e si è lanciato controllo la folla investendo diverse persone. L’attentato è avvenuto nel giorno di Natale a Longyan, a sud di Shangai, nella provincia di Fujian, in Cina. Il bilancio dell’attacco è di cinque morti e 21 feriti. L’attentatore è stato arrestato e sarebbe sotto interrogatorio. La polizia non ha fornito ulteriori dettagli né il movente, ma negli ultimi mesi si sono verificati episodi simili in Cina che sono considerati legati al terrorismo. Le immagini della cattura sono state immortalate dallo smartphone di un passante e postate su Twitter (clicca qui per visualizzare il video). La polizia locale ha detto di avere avviato indagini più approfondite per capire la dinamica e i motivi dell’attacco con cui l’uomo ha travolto molti pedoni. Finora non si hanno informazioni più approfondite su quanto successo. Non era invece un attacco terroristico quello avvenuto in un paesino della provincia di Brescia. (agg. di Silvana Palazzo)
L’ITALIA È DAVVERO AL SICURO?
Un attacco al cuore della cristianità: stanno crescendo le minacce di un attentato a Natale. «Se Dio vuole, se serve alla causa, bisogna farlo, bisogna uccidere». Così parlava il 20enne somalo Moshin Ibrahim Omar nelle conversazioni intercettate su ordine della Procura di Bari che ne ha convalidato il fermo. Progettava un attacco secondo i giudici nella “Chiesa più grande d’Italia”, un luogo in cui “ci sono il Papa e tanta gente”. Si è alzato il livello di attenzione delle autorità: esiste un esercito invisibile, e quindi ancora più pericoloso, composto da soldati improvvisati che combattono per l’Isis. Non cellule dormienti di una organizzazione ramificata ma persone indottrinate all’odio per l’occidente durante un percorso di radicalizzazione. Sono mine vaganti, ma il capo della Polizia italiana, Franco Gabrielli è ottimista. Ritiene che la minaccia sia «immanente ma non imminente». Gli obiettivi sensibili comunque non mancano e il Viminale ha cominciato a stilare una lista ad hoc. Nelle ultime ore però l’allerta ha raggiunto livelli altissimi a Barcellona, dopo che le autorità Usa hanno avvertito del rischio di attentato Isis durante le vacanze, come vi spieghiamo di seguito. (agg. di Silvana Palazzo)
ATTENTATO ISIS A NATALE? IL NUOVO TERRORISMO ISLAMICO
Il Natale negli ultimi anni purtroppo porta con sé anche la paura di un attentato terroristico. Colpire in un momento sacro per tutti i cristiani, gli “infedeli” per la cultura islamica, è significativo per i gruppi estremisti perché è più facile colpire e perché l’impatto psicologico è più forte. Se da una parte il nuovo terrorismo islamico non predilige un periodo dell’anno in particolare, perché quel che conta è colpire nella quotidianità dei cittadini, dall’altra non si può sottovalutare il fatto che instilli dubbi e paura nei cittadini, modificandone i comportamenti e in alcuni casi le tradizioni. Già da metà novembre sono cominciate a circolare immagini sui possibili obiettivi dei terroristi, a partire da San Pietro, culla della Chiesa cattolica e centro focale delle celebrazioni del Natale. Ma la strategia comunicativa dei terroristi prevede di cominciare la propaganda almeno tre settimane prima del Natale per seminare i primi germi della paura. Di fatto dunque le feste natalizie sono un momento in cui la sicurezza deve essere alta perché, anche se le organizzazioni terroristiche prediligono attentati in periodi meno attenzionati, ci sono lupi solitari o cani sciolti che non seguono questa logica. Una cellula non può rischiare di perdere affiliati, il lupo solitario invece è sacrificabile. Il gruppo terroristico colpisce dove può avere la più grande cassa di risonanza, ma deve attaccare senza rischiare di essere distrutto.
ALLARME TERRORISMO IN SPAGNA
Nelle ultime ore l’Isis ha esortato tutti i musulmani a «uccidere i crociati durante le loro feste», quindi nel periodo natalizio. Barcellona ad esempio è in allerta dopo che le autorità Usa hanno avvertito la Spagna del rischio di un attentato terroristico. L’attenzione è rivolta alle zone in cui ci sono più movimenti di veicoli, compresi bus, quindi nella zona delle Ramblas. La polizia regionale catalana e il resto delle forze di polizia stanno lavorando su questa minaccia e c’è già un marocchino di 30 anni ricercato dalle forze dell’ordine. Il quotidiano El Periodico de Catalunya ha rivelato il contenuto di una nota interna in cui si parla dell’eventualità che a Barcellona una persona provi a lanciarsi con un bus sulla folla. La polizia non ha confermato queste indiscrezioni, ma ha riconosciuto che c’è stato un rafforzamento delle misure di sicurezza nelle zone di grande affluenza. Le Ramblas di Barcellona sono tra l’altro state già obiettivo di un attacco terroristico il 17 agosto 2017, quando un 22enne marocchino si lanciò contro la folla provocando la morte di 14 persone. Fuggì poi dall’auto dopo averne ucciso il conducente. Qualche ora più tardi cinque dei suoi complici fecero lo stesso falciando i passanti nella stazione balneare di Cambrils, prima di attaccarli con un coltello e pugnalare a morte una donna.
ALLERTA MASSIMA IN ITALIA
Intanto in Italia sono stati implementati al massimo i controlli preventivi in chiave antiterrorismo dopo l’attentato a Strasburgo. Prevista vigilanza speciale sui luoghi che attraggono folle, come le vie dello shopping, cerimonie religiose, palazzi istituzionali, sedi diplomatiche, Vaticano, stazioni e aeroporti. Saranno approntate ad esempio barriere per evitare lanci di veicoli sulla folla. Alle forze di polizia è stata chiesta concentrazione per cogliere in maniera tempestiva situazioni di pericolo: è stato girato un invito a limitare l’uso dello smartphone per finalità non di servizio. L’Italia è un Paese sicuro, ma questo non vuol dire che ci sia un rischio zero, infatti sono scattate diverse operazioni antiterrorismo nell’ultimo periodo. Allerta massima ai valichi di frontiera. Sul fronte rischio attentati comunque le misure preventive sono già da tempo ai massimi livelli, come dimostra l’arresto del somalo che voleva colpire San Pietro. Sono sorvegliati speciali circa 135 foreign fighter che in qualche modo hanno avuto a che fare con l’Italia. Monitorato il web a caccia di adesioni e propaganda ai proclami Isis.