E’ una polveriera l’Egitto. Nel nord Africa è stata fatta esplodere una bomba contro un bus di turisti vietnamiti, provocando quattro morti. I terroristi che hanno piazzato l’ordigno (che al momento non è ancora stato rivendicato), volevano colpire gli stranieri, con l’obiettivo di penalizzare ulteriormente l’azienda turistica egiziana, già fortemente danneggiata dagli attentati da una decina d’anni a questa parte. Gruppi di ispirazione radicale colpiscono sistematicamente attorno al Cairo dagli anni ’90, ma è soprattutto in questa ultima decade che hanno inferto le perdite più pesanti, con una serie di attacchi mirati e significativi, andando a colpire le chiese cristiane, le istituzioni, le forze dell’ordine e ovviamente i turisti stranieri. Come dimenticarsi, ad esempio, del jet fatto esplodere nei cieli del Sinai nell’ottobre del 2015, episodio che provocò la morte di 224 turisti russi. Una serie di attacchi che hanno un grande impatto mediatico e soprattutto sociale. Il governo ha risposto alla bomba di due giorni fa uccidendo 40 jihadisti, ma basterà a convincere gli stranieri a tornare a visitare l’Egitto? (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



ATTENTATO IN EGITTO: ANCHE GLI USA CONDANNANO IL GESTO/h2>
Dopo il comunicato di Papa Francesco in merito all’attentato in Egitto costato la vita a quattro persone, anche gli Stati Uniti hanno condannato fermamente quanto accaduto nella serata di ieri nei pressi delle piramidi di Giza. Attraverso apposito comunicato stampa diffuso dall’ambasciata americana al Cairo sul profilo Twitter, Robert Palladino, portavoce del Dipartimento di Stato, ha voluto esprimere le condoglianze alle famiglie delle vittime, augurando ai feriti una pronta guarigione. Il portavoce americano ha altresì confermato il sostegno degli Stati Uniti alla guerra contro il terrorismo che l’Egitto ha portato avanti negli ultimi anni, nonché agli sforzi che la stessa nazione nord-africana sta facendo per catturare i responsabili di questa tragedia. Al momento l’attacco al bus carico di turisti vietnamiti nel quartiere Al-Marioteya di Giza non è ancora stato rivendicato da alcun gruppo terroristico, ma le forze di sicurezza egiziane hanno ucciso 40 jihadisti che stavano programmando nuovi attentati contro chiese, forze dell’ordine, istituzioni statali e l’industria del turismo in generale. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)


ATTENTATO IN EGITTO: LA CONDANNA DEL PAPA

Un grave attentato terroristico è avvenuto nella serata di ieri in Egitto: una bomba è stata fatta esplodere al passaggio di un bus turistico nei pressi delle piramidi di Giza, provocando quattro morti e una dozzina di feriti. Un gesto che è stato condannato apertamente da Papa Francesco, che in un telegramma di cordoglio inviato dal segretario di Stato Vaticano, cardinale Pietro Parolin, a nome del Papa, al presidente dell’Egitto Abdel Fattah Al Sisi, ha parlato di «Un atto insensato e brutale. Il Pontefice è rimasto profondamente rattristato e prega per le vittime e le loro famiglie, per i feriti e per il personale di emergenza che generosamente è venuto in loro aiuto. Confidando che tutto funzionerà superare la violenza con solidarietà e pace, Papa Francesco invoca benedizioni divine sull’Egitto e la sua gente». Sulla vicenda si era esposto nelle scorse ore anche il ministro italiano Moavero, che oltre ad aver espresso le proprie condoglianze ai parenti delle vittime, aveva anche sottolineato come restando uniti si possa combattere la piaga del terrorismo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



EGITTO: SOSPETTI SULL’AUTISTA DEL BUS

In Egitto una bomba ha ucciso quattro persone, ferendone una dozzina, nei pressi delle piramidi di Giza. L’ordigno rudimentale era stato piazzato vicino ad un muro lungo Mariyutiya Street, nel distretto di Haram, e dopo l’esplosione ha investito un pieno un bus nel tardo pomeriggio di ieri. Il pullman era carico di turisti vietnamiti che si stavano dirigendo proprio verso le piramidi per assistere allo spettacolo di musica e luci che si tiene ogni sera. Stando a quanto sostenuto dalle autorità, come riportato da Repubblica, il pulmino avrebbe compiuto un tragitto diverso da quello stabilito dal ministero dell’interno e di conseguenza non è da escludere che il guidatore dello stesso bus non sia anch’egli complice dei terroristi. Subito dopo l’accaduto il governo egiziano ha ucciso una quarantina di islamisti a seguito di una serie di raid nei confronti delle cellule jihadiste presenti nella nazione magrebina, che stavano pianificando nuovi radi.

EGITTO: 4 MORTI DOPO ATTENTATO

A renderlo noto è stato il ministero dell’interno del Cairo attraverso apposito comunicato in cui viene specificato che una trentina di jihadisti sarebbero stati neutralizzati nei pressi di Guizeh, mentre altri dieci sarebbero morti dopo un raid avvenuto nel Sinai. Secondo fonti governative, i terroristi uccisi stavano pianificando nuovi attentati nei confronti dei turisti contro luoghi di culto cristiani e contro le forze di sicurezza. Non vi sono conferme in merito al fatto che i raid contro i terroristi siano direttamente collegabili all’attentato presso le piramidi di Giza, ma essendo i due fatti avvenuti a poche ore di distanza l’uno dall’altra, il sospetto resta. Il governo sta combattendo da una decina di anni la piaga del terrorismo che ha decapitato il turismo locale con una diminuzione di ben il 50% di visitato stranieri dal 2010 al 2017. Ricordiamo che durante l’attentato sono morti tre turisti vietnamiti e una guida.