Il 2019 è un anno pieno di incertezze ma per l’Italia ha già un nome e cognome: Matteo Salvini. Quest’anno si farà la sua fortuna o sfortuna e con lui quella dell’Italia.
Prima le incertezze, poi il nome e il cognome.
Le incertezze sono enormi e sono già all’inizio. Il 1° marzo scade la tregua tra Usa e Cina. Se i due non trovano un accordo si scatenerà una guerra commerciale che accelererà e moltiplicherà la recessione mondiale che già si prospetta.
È molto incerto cosa accadrà. Di certo c’è solo che il presidente Xi Jinping il 5 marzo all’apertura della sessione plenaria annuale del parlamento cinese dovrà spiegare ai 3mila uomini più potenti della Cina la sua decisione. Annuncerà o di avere fatto concessioni all’America, o che si avvia una guerra commerciale che potrebbe diventare presto altro.
Entrambe potrebbero essere posizioni difficili da vendere, che a loro volta potrebbero produrre sussulti interni e ricadute esterne. Né un eventuale rinvio eliminerà lo stato di incertezza complessivo, anzi, forse lo aumenterà.
L’America, estremamente divisa su tutto, è unita solo nel suo risentimento contro la Cina, e pochi a Washington pensano che un compromesso sul commercio risolverebbe tutto.
Proprio nei giorni scorsi assistenti del presidente Donald Trump stanno provando a mobilitare gli evangelici in Cina e fuori dalla Cina e molti lo seguono in una specie di nuova crociata contro il governo di Pechino, accusato di essere ateo, e il Vaticano, che ha firmato un accordo con esso, di esserne complice.
Gli evangelici in Cina sono decine di milioni o forse centinaia di milioni e potrebbero essere una forza esplosiva nel prossimo anno.
In tutto questo pare miracoloso che la Santa Sede abbia firmato un accordo con Pechino e si sia chiamata fuori da questo possibile scontro di religioni di portata epocale, molto più grave di quello che alcuni vorrebbero tra cristianesimo e islam.
In tale contesto a fine marzo arriverà la realizzazione o meno del Brexit. Visto che le tensioni non tendono a diminuire, qualunque decisione arrivi è destinata a far soffrire sia il Regno Unito che l’Unione Europea.
La Ue è una struttura ormai inadeguata, che deve essere riformata energicamente. Il ritardo in queste riforme è la causa principale dell’avanzata dei sovranisti in tutta Europa, attesa alle elezioni del parlamento europeo a fine maggio. I sovranisti, piuttosto che un’Europa zoppa, dicono di preferire un ritorno al passato degli Stati nazionali. Da lì in poi ogni previsione è impossibile perché la combinazione di tanti elementi incerti produrrà dinamiche impossibili da anticipare oggi.
Questo è il contesto in cui si dovrà muovere il nuovo figlio del secolo, Matteo Salvini. Qui ci sono due aspetti: il bene del suo partito, la Lega, e il bene dell’Italia.
Il bene suo e del suo partito gli direbbero di fare una panchina lunga e andare alle elezioni politiche prima di quelle europee. Questo perché la Lega è ferma intorno al 33% dei sondaggi da settimane, dopo essere cresciuta per mesi. Non riesce a sfondare tra i moderati, e sembra non provarci sul serio.
Sono tante le persone che non si divertono alle sue sortite twitto-gastronomiche e alla sua onnipresenza mediatica da prezzemolino, oltre alla resistenza forte e diffusa per le sue posizioni filo-razziste. Sta perdendo colpi e il successo è come la bicicletta, se non si mantiene la velocità semplicemente si cade. Salvini quindi nei prossimi sei mesi vincerà o cadrà, non ci sono vie di mezzo.
Per il suo bene, dovrebbe prepararsi una squadra, un programma che vada oltre i provvedimenti anti-immigrazione e andare al voto prima delle europee. Non solo il governo Conte non ce la farà a superare un’altra ordalia sulla legga di bilancio l’anno prossimo; la squadra traballante del governo attuale rischia di essere travolta dagli scossoni prevedibili di marzo, pure al netto della quantità di errori prevedibili.
In questo la sponda vera che Salvini deve trovare è quella del presidente Sergio Mattarella, uomo che tiene al paese più che a sé stesso.
L’altro punto è il bene del paese. Salvini che mangia gelato o zeppole è una sciocchezza che dovrebbe fare felici i suoi oppositori, i quali dovrebbero dargli corda su questo, perché ne provano appunto la semplicità. I gelati al gusto di tweet di Salvini diventano seri solo per l’indignazione seriosa degli avversari.
Ma alla fine il punto sui tweet Salvini lo mette a segno. I provvedimenti anti-immigrazione, la croce issata a bandiera sono dannosi al paese. Spaccano l’Italia in maniera verticale tra buoni e cattivi, comunque si voglia definirli, e dividono l’Italia dai suoi alleati. È vero che l’estremismo ha pagato finora, ma nessun paese si può governare con due terzi della popolazione contro. Se Salvini provasse a farlo, in mezzo poi a tali marosi internazionali, distruggerebbe l’Italia, e con essa anche sé stesso.
I nemici di Salvini, e sono la maggioranza, pensano che non si ravvederà e porterà la distruzione. I suoi amici, non sono pochi, tifano per lui e il suo ravvedimento. Noi, da lontano, tifiamo per l’Italia e sappiamo solo che nel 2019 c’è lui, che quindi il cielo lo illumini e soprattutto salvi il paese.