Come spesso accade in materia di Vaticano, i “rumors” spesso ingigantiscono maggiormente qualcosa che è in realtà più semplice o “marginale”: non sappiamo se è questo è anche il caso di quanto circola sulla Commissione Ecclesia Dei e sulle possibili mosse di Papa Francesco in parallelo alla riforma della comunicazione che continua a portare avanti, di certo le voci girano e parlano di possibile prossime mosse imminenti in seno alla Commissione istituita da Giovanni Paolo II nel 1988 per provare a rimarginare la rottura appena avvenuta fra la Fraternità San Pio X di mons. Marcel Lefebvre e Roma (i famosi Levebvriani, ndr). Secondo il blog Messainlatino.it, confermato poi anche dal vaticanista Marco Tosatti, il Pontefice starebbe pensando di sopprimere la Commissione Pontifica Ecclesia Dei per renderla un Ufficio della Congregazione per la Dottrina della Fede. In realtà già Benedetto XVI il 2 luglio 2009 mediate il Motu Proprio Ecclesiae Unitatem aveva incorporato la Commissione all’interno dell’Ex Sant’Uffizio: dunque cosa cambierebbe rispetto a soli 10 anni fa? Secondo i rumors vaticani, potrebbe sembrare un semplice riordinamento giuridico ma vede uno stretto significato ecclesiastico in profondità.



COSA POTREBBE CAMBIARE CON LA SOPPRESSIONE DELLA “ECCLESIA DEI”

Come riportato poi oggi anche da MondayVatican, lo scisma con i Lefebvriani e addirittura la Messa Tridentina potrebbero essere le due “motivazioni” alla base del cambio di strategia del Santo Padre in merito alla Commissione Ecclesia Dei: oltre ad accogliere i sacerdoti “scismatici” il Motu Proprio Ecclesia Dei invitava a non chiudere le porte ai fedeli che nelle diocesi richiedessero la celebrazione della Messa Tridentina (confermato il tutto dall’altro Motu Proprio del Papa Emerito nel successivo 2007). Il documento stilato da Papa Ratzinger permetteva a tutti i sacerdoti di celebrare la Messa Tridentina, senza che i vescovi potessero opporre alcun divieto: questo “Summorum Pontificum” ha fatto sì che negli anni siano cresciuti sempre più i centri di messa in tutto il mondo che si rifanno alla antica tradizione cattolica Tridentina. All’ultima assemblea CEI, spiega Filippazzi su Barbadillo.it, «alcuni vescovi hanno sollevato il “problema” del Summorum Pontificum, in quanto il messale tridentino sarebbe stato abrogato con la promulgazione del messale di Paolo VI del 1969. In realtà nel Motu Proprio ci sono due parole, “Numquam Abrogatam”, che vuol dire “mai abrogato”, che riconoscono il fatto che appunto il messale antico, la cui ultima edizione è del 1962, non è mai stato né eliminato né proibito».



IL “SEGUITO” CON PAPA RATZINGER

Ebbene, secondo il blog Messainlatino.it, «La soppressione della Commissione Ecclesia Dei corrisponde a un desiderio di lunga data della Fraternità sacerdotale San Pio X, che ha sempre visto la commissione come garante di gruppi tradizionali concorrenti in comunione con Roma». Francesco, sempre secondo i rumors vaticani, vorrebbe proseguire il dialogo proficuo con la Società San Pio X, in conseguenze e continuità di quanto già fatto da Benedetto XVI: «il vecchio rito (vetus ordo) non è stato soppresso, e quindi qualsiasi fondamentalismo sulle celebrazioni non poteva che generare spaccature. Superando la questione del rito, restavano da risolvere solo questioni dottrinali», sarebbe proprio il pensiero di Papa Ratzinger, per come lo riporta ancora MondayVatican. Da notare infine che sotto papa Francesco il dialogo con il mondo tradizionalista era comunque più avanzato con i lefebvriani che con altre etichette tradizionaliste, anche quando queste erano in comunione con la Chiesa cattolica.

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